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«Formazione in emergenza ma nessun alibi»

«Formazione in emergenza ma nessun alibi»

Mister Colombo ha problemi in difesa e considera il Pisa da B però straccia la bandiera bianca

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REGGIO EMILIA.

Il terzo impegno in otto giorni è quello più difficile, ma Alberto Colombo, pur dovendo fare i conti con qualche problema fisico e numerico, è convinto che la Reggiana possa far bene anche a Pisa.

Notizie dall'infermeria?

«Andreoni ha un versamento al ginocchio e stiamo provando a recuperarlo altrimenti dovrò inventare qualcosa utilizzando Zanetti e Sabotic in mezzo, con Spanò sulla fascia destra. Gueye ha un problema muscolare e resta a Reggio. Maltese rientra e potrebbe essere un'alternativa a centrocampo dato che Palumbo accusa ancora il fastidio alle costole. Più in generale ho avuto poco tempo per recuperarli, idem per il Pisa che però ha una rosa più ampia».

La partita più difficile della stagione arriva nel momento d'emergenza.

«Ho fiducia perché i giocatori in queste sfide si responsabilizzano e se manca qualcosa fisicamente, dal punto di vista mentale non mi attendo cali».

Il Pisa com’è?

«Ha un collettivo importante e le individualità non sono da meno con giocatori come Morrone, con tanta serie A alle spalle e e tanti altri come Iori con trascorsi in B da protagonisti. E’ la squadra più forte di tutta la Lega Pro».

Cosa si aspetta?

«Questo è un esame per capire a che distanza siamo dalla vetta. Per ora il Pisa ha dato due gol di scarto a tutte, tranne l'infortunio di Santarcangelo, ma questa gara mi serve anche per capire la reazione della nostra quadra in uno stadio infuocato, come sarà del resto Ascoli. Mai come ora sarebbe servito più tempo per preparare questa partita, però non voglio creare alibi».

È’ preoccupato dopo la prestazione di mercoledì?

«Sono soddisfatto per la concretezza di aver ottenuto il risultato pieno, anche se come gioco ho preferito la prestazione di Grossetto. Con una squadra disunita, partite del genere si possono perdere».

Firma per il pareggio?

«Adesso sì, poi se succede come a Grosseto ti rimane l'amaro in bocca quindi è meglio non fare pronostici».

Juri Panciroli