«Questa Grissin Bon merita lo scudetto»
Adriana Spazzoli Squinzi: «A Reggio l’eccellenza nello sport»
REGGIO EMILIA. E’ la passione per lo sport, il filoche lega ormai da nove anni la famiglia Squinzi alla Pallacanestro Reggiana.
E proprio l’infinita passione per lo sport emerge con forza nelle parole di Adriana Spazzoli, moglie di Giorgio Squinzi, amministratore unico del gruppo Mapei, sempre più legato alla realtà reggiana.
«Il primo approccio con lo sport è stato con il ciclismo grazie alla grande passione di Rodolfo Squinzi - premette Adriana Spazzoli -. In seguito siamo passati al calcio, investendo nel Sassuolo. Con la crescita della nostra squadra di calcio le cose sono cambiate, in particolar modo con il passaggio dalla serie B alla serie A. Gli eventi ci hanno poi portato ad acquistare lo stadio di Reggio che ora è diventato il Mapei Stadium».
Grazie al Sassuolo e alla Pallacanestro Reggiana, entrambi in serie A, può dire che a Reggio siete al top nello sport..
«E’ vero. Siamo nell’eccellenza dello sport e attraverso il circuito dello sport reggiano, il nostro nome raggiunge tante realtà, tante città in tutta Italia. Voglio ricordare che il Mapei Stadium non è di proprietà del Sassuolo Calcio ma è un’identità a sé stante che volentieri noi abbiamo messo a disposizione della Reggiana Calcio e di tutta la città. Penso che per i reggiani sia molto positivo poter assistere alle partite della serie A e della propria squadra del cuore in una struttura simile. In Reggio abbiamo creduto subito moltissimo. Contiamo sull’alta velocità e auspichiamo che un numero sempre maggiore di treni possa fermarsi nell’avveniristica stazione della Tav. Noi oggi ci sentiamo reggiani».
Dopo il ciclismo e il calcio, perché avete deciso di entrare nel basket?
«La pallacanestro ci permette di raggiungere un pubblico diverso da quello del calcio e del ciclismo. A seguire il basket, uno sport sempre più agonistico e sempre più popolare, sono tantissimi giovani. Grazie alla Pallacanestro Reggiana, grazie al circuito del basket, possiamo raggiungere un pubblico diverso e, come detto, tante città in Italia».
Perché avete scelto la Pallacanestro Reggiana?
«Il punto di raccordo è stato Giorgio Cimurri, attivissimo nel ciclismo e anche nel basket. Nel corso degli anni abbiamo poi sviluppato la conoscenza della famiglia Landi, che stimiamo e con cui condividiamo la grande passione per lo sport».
Avete in programma di aumentare l’impegno nel club reggiano?
«Lo abbiamo già fatto lo scorso anno per far fronte ai nuovi e più importanti impegni della squadra».
In periodi di crisi è in controtendenza impegnarsi così nello sport...
«Essere parte di una sponsorizzazione per un’azienda non vuol dire spendere, ma investire. Per noi questo è fondamentale. Noi crediamo nei valori profondi dello sport. Se si vince è perché c’è correttezza e sacrificio, l’impegno che si mette nell’attività sportiva è un buon valore per i ragazzi. Purtroppo la crisi spinge a tagliare ciò che non si ritiene necessario, ma lo sport porta tanto, ai giovani soprattutto. Lo sport non è soltanto “atletismo” ma è scuola, crescita e sviluppo. La vera e profonda lezione dello sport sta in tutto questo».
Cosa pensa della nuova Grissin Bon?
«Abbiamo seguito la campagna acquisti: quest’anno abbiamo campioni eccezionali. Questa squadra merita lo scudetto. E se non dovesse arrivare subito, ritengo che siano state poste ottime basi per poter centrare un risultato così alto il prossimo anno».
In effetti il piano steso dallo staff tecnico è biennale..
«Una cosa che condividiamo in pieno. I piani a medio termine sono necessari. I risultati si costruiscono. Non basta comprare un campione, ma bisogna costruire una scuola di campioni. La programmazione è fondamentale per arrivare ai grandi risultati. Purtroppo però questo è un discorso un po’ in disuso nel panorama sportivo nazionale e non mi riferisco soltanto al basket...».
La programmazione deve riguardare anche gli impianti. Reggio, per quanto riguarda il basket, è in sofferenza trovandosi a giocare in un impianto non adeguato alle proprie esigenze...
«E’ un discorso cui siamo particolarmente sensibili poiché come azienda produciamo materiali e tecnologie per l’edilizia. La carenza d’impianti adeguati purtroppo si registra in tante altre città. In Italia non c’è la mentalità di investire nell’impiantistica sportiva e lo ritengo un grave errore».
Lo scorso anno avete applaudito la Grissin Bon nell’avventura della Final Eight di Coppa Italia al Forum di Assago. Avete in programma di seguire il team anche questa stagione?
«Credo proprio che ci vedremo al palasport a tifare Pallacanestro Reggiana. Auspichiamo che il club realizzi tutti i sogni riposti in questa grande squadra. Che sono poi i nostri sogni e quelli di un’intera città».
©RIPRODUZIONE RISERVATA