La nuova Grissin Bon ha più qualità che difetti
Basket serie A, il cantiere biancorosso: tiro e contropiede sono già micidiali. Da migliorare l’attacco alla difesa a uomo e ad avversarie molto fisiche
REGGIO EMILIA. La macchina da punti perfetta vista con Mantova o la squadra ancora in cerca di se stessa vista con Verona: qual è il vero volto della Grissin Bon?
La conquista del torneo di Viadana ha fatto vedere tutto lo straordinario potenziale della squadra di Menetti, ma anche che la strada da percorrere è ancora lunga.
COSA FUNZIONA. Facile dire che l'attacco sarà l'ultimo dei problemi. Nelle ultime tre gare i biancorossi hanno valicato due volte quota 100, fermandosi a 78 punti domenica in una gara spezzettata e tenuta a basso ritmo dai veronesi.
BOMBE E CONTROPIEDE. Nel match con Mantova la Grissin Bon ha mostrato il suo marchio di fabbrica: il gioco in transizione e le soluzioni dal perimetro. Quintetti con Cinciarini o Mussini, Della Valle, Diener e Polonara in campo aperto sono immarcabili. Il play attacca il ferro come pochi, mentre Della Valle e Diener hanno nel tiro da tre in transizione la loro arma migliore; Polonara poi è in grado di bruciare nella corsa tre quarti dei lunghi della Serie A, finendo il contropiede con una schiacciata o un tiro pesante.
GIRO PALLA E TAGLI. I biancorossi hanno dimostrato di aver già imparato a muovere palla e uomini sul perimetro in maniera molto efficace, riuscendo a liberare l'area per i tagli dei lunghi ma anche per i backdoor degli esterni, da Kaukenas a Diener, fino all'ottimo Della Valle che oltre alle doti balistiche ha dimostrato buona visione di gioco, capacità di passare ed aggressività per attaccare il ferro.
TESTA E TALENTO. Avere giocatori come Kaukenas e Diener, cui si è appena aggiunto Lavrinovic, permette alla squadra di risolvere col talento e le capacità di lettura tante situazioni di gioco statico. Oltre alle bombe, l'ex Sassari sa anche attaccare il ferro e, soprattutto, far andar via la palla come pochi altri.
SCIENZA LITUANA. Kaukenas già lo scorso anno dava alla squadra quel playmaking che a volte mancava, ora potrà contare su un mago dei giochi a due come Lavrinovic. Il centrone lituano è un tagliante di prima categoria che unisce velocità di gambe sorprendente per un 2.12 a doti balistiche eccezionali dalla distanza: non solo pick & roll dunque, ma anche tanti pick & pop e ribaltamenti, per un set offensivo che a Reggio non si è mai visto.
COSA NON VA. Diener, Della Valle e Mussini nella loro metà campo non sempre sono sembrati pronti e reattivi. Della Valle in particolare si affida un po' troppo spesso agli aiuti, mentre Mussini fatica contro giocatori più fisicati. Polonara e Cervi in uno contro uno offrono garanzie nel pitturato, ma negli aiuti e nei recuperi sul perimetro lasciano ancora a desiderare. Maggiori garanzia in questo senso le offrono Pechacek, Pini e lo faranno anche Silins e Lavrinovic.
L'attacco ha dimostrato di faticare a trovare ritmo contro la difesa a uomo aggressiva di Verona. Le assenze e le poche settimane di preparazione giustificano in parte questi problemi, ma la squadra dovrà imparare a sfruttare di più Diener e sviluppare il gioco interno. In questo senso, i miglioramenti al tiro di Cervi e Pechacek, uniti alla scienza cestistica di Lavrinovic, dovrebbero dare alla squadra un ventaglio di soluzioni molto ampio.
Resta qualche interrogativo sulla capacità della squadra di reggere alla fisicità delle migliori squadre italiane, in particolare Milano e Cantù; un problema che potrebbe ripresentarsi anche in Eurocup. Le potenzialità sono evidenti, ma la strada per completare la trasformazione da outsider a big da vertice è ancora lunga.
Daniele Valisena