Gazzetta di Reggio

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Cevoli: «La Cina sarà la mia America»

di Wainer Magnani
Cevoli: «La Cina sarà la mia America»

L’ex difensore granata responsabile tecnico di una scuola di avviamento, Daniele Magliocchetti giocherà in India

24 settembre 2014
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REGGIO EMILIA. Roberto Cevoli, perché ha scelto di andare ad allenare in Cina?

«Potrei tirare in ballo la motivazione di una nuova esperienza, una scelta di vita ma in realtà è che in Italia è sempre più difficile trovare da allenare per meritocrazia. Prevalgono altri concetti che non la capacità di lavorare sul campo».

Quale sarà il suo ruolo?

«Andrò ad allenare in una scuola di addestramento per giovani di 13 e 14 anni con l’idea di accompagnarli fino ai 18 anni. La prospettiva è poi di portare i migliori nel campionato italiano».

Un maestro di calcio?

«Sì, più o meno».

Quanto durerà questo impegno?

«Per il momento stiamo parlando di una stagione, da ottobre a giugno, poi si vedrà perché, come detto, l’idea è di forgiare dei giocatori partendo dai più piccoli».

Con chi andrà?

«Come preparatore atletico ci sarà Vincenzo Franco, un ragazzo che avevo alla Primavera della Reggina e poi Campofranco, un ex professionista».

Come è nata questa possibilità?

«Amici comuni mi hanno chiesto se mi interessava fare questa esperienza e io ho risposto: parliamone».

Lavorerà per una società italiana?

«Sì, l’accordo lo firmerò con il Parma».

E’ un discorso legato al Parma e alle aziende di Ghirardi?

«C’è un interesse calcistico e anche commerciale».

Il presidente Ghirardi assieme al reggiano Brevini hanno delle aziende in Cina.

«Ma non solo loro. Io sono stato contattato da un altro imprenditore amico di Ghirardi che ha interessi commerciali e aziende in Cina».

Melotti, Bonci Paraluppi l’hanno preceduto.

«In effetti credo di sostituire Melotti che è diventato il responsabile del vivaio del Modena».

Ha parlato con loro di questa esperienza in Cina?

«Non ancora, anche perché non li conosco».

Si è fatto un’idea di cosa l’attende?

«Ho visto fotografie e filmati. Ci sono strutture calcistiche all’avanguardia, anzi straordinarie. Si può dire che prima costruiscono lo stadio e poi attorno all’impianto nasce la città. A livello di impiantistica sono un’eccellenza».

La preoccupa la lingua?

«In questa struttura sportiva c’è un college dove i ragazzi studiano l’inglese e ne approfitterò per imparare questa lingua e avere più facilità nella comunicazione».

E il cinese?

«Mi hanno detto che è impossibile ma molti ragazzi riescono con facilità a parlare italiano».

Quali saranno le difficoltà?

«A livello personale la lontananza e il fatto che verrò a casa due volte in un anno. E’ comunque un’esperienza nuova e importante».

Lei ha già allenato la Primavera della Reggina.

«L’insegnamento non mi spaventa, anzi».

Entrare nell’orbita Parma è un vantaggio.

«Ho avuto modo di parlare con Palmieri e ho capito che il progetto è ad ampio respiro».

Del resto non è il primo: con tutto rispetto è stato preceduto da Lippi.

«Non è la stessa cosa ma è certamente vero che gli allenatori italiani sono apprezzati e richiesti in tutto il mondo. Zaccheroni è il ct del Giappone, Colomba allena in India. Dobbiamo entrare nell’ottica che il calcio ora ha una certa valenza anche in Asia e non solo in Europa o in America».