Sassuolo-Napoli, una festa per i 15mila del Mapei Stadium
La curva ospiti letteralmente presa d’assedio dai tifosi napoletani grazie al progetto pilota che la questura di Reggio sta portando avanti anche per questa stagione: l’ospitalità reggiana è sacra
REGGIO EMILIA. Doveva essere una festa del tifo e così è stata. E’ pur vero che il Mapei Stadium è stato preso d’assalto dai tifosi napoletani (15mila i presenti) ma è altrettanto sacrosanto che in tutti i settori si è tifato “per” e non contro. Tutti assieme appassionatamente: tifosi sassuolesi, reggiani e napoletani anche se la curva nord gremita da oltre seimila partenopei è certamente da incorniciare. Una curva nord festante e ordinata che rispetto allo scorso anno è stata “sorvegliata” e messa in sicurezza. Ancora una volta la scelta della questura di accogliere in curva Nord tutti i tifosi del Napoli, anche quelli emiliani o di altre Regioni ha pagato, oltre che reso un servizio al mondo del calcio. Un esempio tangibile di come si devono gestire e ospitare le varie tifoserie. Se lo scorso anno Reggio era un progetto pilota, quest’anno è una certezza.
L’orario del tutto particolare (calcio d’inizio alle ore 12.30) ha certamente facilitato le forze dell’ordine che hanno governato al meglio l’afflusso e il deflusso degli sportivi. Sono ormai ridotte al minimo le colonne per l’accesso ai parcheggi, così come occorre fare un elogio agli sportivi reggiani e sassolesi che hanno raggiunto per tempo il Mapei Stadium.
La festa di colori e di passione, ovviamente, si è poi trasferita all’interno dello stadio. Reggio è una delle poche realtà dove ancora i bambini e le famiglie hanno una priorità. Tanti, in effetti, i baby tifosi accompagnati dal padre o spesso dall’intero nucleo familiare. E questo non vale solo per il settore della tribuna o dei distinti ma da quest’anno anche la curva Sud sta ospitando le famiglie.
A Reggio vivono e lavorano migliaia di napoletani che si sono integrati alla perfezione nel tessuto sociale, commerciale e imprenditoriale reggiano. Lo stadio è lo specchio fedele di ciò che accade a Reggio e forse per la prima volta non si sono sentiti i soliti cori denigratori e offensivi nei confronti dei napoletani. Un senso di civiltà ma forse un radicamento sul territorio dove è difficile distinguere reggiani, sassolesi e napoletani.