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Reggiana, Sacchetti: «Che emozione il gol a Cesena che regalò alla Reggiana la A»

Marco Bertolini
Reggiana, Sacchetti: «Che emozione il gol a Cesena che regalò alla Reggiana la A»

Sacchetti protagonista della cavalcata promozione di Marchioro nel 1992/93: «Nessuno a inizio stagione ci dava credito, un po’ come alla squadra di Alvini» 

08 novembre 2019
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REGGIO EMILIA. Sabato la Reggiana scende in campo al Manuzzi di Cesena e la memoria corre al gol di Paolo Sacchetti, protagonista nell’indimenticabile cavalcata verso la serie A della squadra di Pippo Marchioro nella stagione 92/93.

«Dopo tanti anni - racconta Sacchetti - mi fa ancora arrabbiare il fatto che all’inizio nessuno ci dava credito perché guardando i nomi dei giocatori della rosa eravamo davvero una squadra forte. C’erano elementi come Morello, Scienza e Zanutta, tutti atleti che avevano fatto ottimi campionati in precedenza e si sono confermati anche successivamente. Ovviamente neppure io pensavo potessimo vincere il campionato con quattro giornate d’anticipo, ma è stato un anno veramente esaltante».

Per lei un solo anno a Reggio con ben 9 gol segnati, come mai non proseguì l’esperienza?

«Se ci ripenso mi fa ancora male, perché a Reggio sono stato veramente molto bene, ma nonostante il prolungamento del contratto forse non ho avuto la pazienza di aspettare la mia occasione. Dopo le prime partite vissute tra tribuna e panchina ho preferito andare a giocarmi le mie carte a Bologna. Il granata però mi è rimasto dentro e tuttora mi piace divertirmi insieme alla Reggiana Forever di Dario Morello».

Tutti i tifosi granata ricordano soprattutto il suo gol decisivo per la promozione nella sua Cesena il 16 maggio 1993: cosa ha significato quel gol?

«Le racconto un aneddoto della mia infanzia, nel 1973 avevo 8 anni, i miei genitori gestivano un bar ristorante e difficilmente la domenica potevamo andare allo stadio, ma una domenica mio padre mi accompagnò per la prima volta al Manuzzi, e sa che partita era? Cesena – Reggiana, con in porta Lamberto Boranga, il Cesena vinse 1-0 con gol di Carnevali. Io vent’anni dopo ho segnato il gol decisivo per la Reggiana in quella stessa porta. È stata un’emozione indescrivibile a coronamento di un’annata favolosa».

Trova qualche analogia tra quella promozione e la Reggiana di questa stagione?

«Il fattore in comune tra le due squadre sono le aspettative di inizio del campionato. Alla mia Reggiana nessuno dava credito ed alla fine abbiamo vinto il campionato. Seguo la Reggiana di Alvini ogni domenica, anzi è da quando sono andato via da Reggio che il primo risultato che guardo alla domenica e quello dei granata - ci tiene a rimarcare - e credo che sia davvero una buona squadra che non deve porsi limiti e sfruttare l’entusiasmo dell’ambiente».

Che squadra si troveranno davanti i granata nel Derby di sabato sera?

«Il Cesena di Modesto è una squadra che definirei “garibaldina”, con un gioco molto offensivo ma che espone i bianconeri agli attacchi avversari, infatti hanno subito molti gol dall’inizio del campionato, portandoli in una difficile situazione di classifica. Ora il fattore ambientale non sta aiutando la squadra, perché se in una piazza calda come Cesena non fai risultato la squadra può subire la pressione dei tifosi e rialzarsi diventa più difficile».

Domenica sarà allo stadio?

«Se tutto va bene ci sarò, ma voglio andare a godermi la partita nella curva della Reggiana insieme ai tifosi granata indossando la maglia della promozione, per me la Reggiana ha un posto speciale nel cuore».

Di cosa si occupa ora?

«Ora sono un calciatore e da un anno ho raggiunto l’età per percepire la pensione. Da molti anni collaboro con la società del mio paese, San Mauro Pascoli, e quest’anno alleno la squadra allievi, ma soprattutto da 14 anni passo le mie estati facendo volontariato in un istituto per disabili, la trovo un’esperienza veramente appagante, che negli anni mi ha insegnato veramente molto».