«Iniziative ed eventi per riallacciare i rapporti con gli atleti»
Maurizio Bertolini, dirigente della Pieve, progetta il futuro «Aspettiamo il permesso di aprire gli impianti»
Francesca Manini
REGGIO EMILIA
Riallacciare al più presto i legami con gli atleti, specialmente con i più piccoli, è l’obiettivo del settore giovanile Pieve Volley Tricolore che spera di poter organizzare a breve eventi adeguati alle norme di sicurezza anti covid per “tornare in famiglia”.
«Nella fase uno i nostri ragazzi si sono sentiti un po’ spaesati, non vediamo l’ora di poterci riavvicinare quanto più possibile alla normalità anche in vista del prossimo anno – spiega il dirigente Maurizio Bertolini – anche se nulla può sostituire lo sport vissuto sul campo, in queste settimane gli espedienti per tenere vivo l’interesse verso la pallavolo non sono mancati e parlo in particolare delle squadre dall’ Under14 in poi con le quali abbiamo cercato di lavorare anche durante il lockdown».
Il club reggiano ha proposto iniziative e seguito i propri atleti, seppur da lontano, anche durante la pausa forzata dall’attività in palestra.
«Abbiamo creato delle aree riservate, su Google Drive, con schede di allenamento e video di esercizi a cui potevano attingere per fare attività a casa o in giardino, in modo da essere vicini anche se lontani», conferma il dirigente.
Archiviata la fase uno di estrema emergenza, ora la volontà è quella di guardare al futuro con ottimismo nonostante manchino ancora le linee guida per gli addetti ai lavori.
«Quello che cercheremo di fare, se possibile già a giugno o altrimenti tra agosto e settembre - spiega Bertolini - sarà inventarci degli eventi in modo da riallacciare i contatti con gli atleti del minivolley, ovviamente con il permesso della Provincia o della Fondazione per lo sport per riaprire gli impianti».
Le idee non mancano, anche se si differenziano per il loro grado di fattibilità.
«Attenendosi alle direttive ministeriali e regionali - aggiunge - stiamo pensando di organizzare dei tornei di green volley, magari due contro due per limitare i contatti. Se invece diranno che possiamo allenare gli atleti solo individualmente sarà davvero difficile, i ragazzi in primis hanno voglia di uscire all’aperto ma soprattutto di giocare davvero. Quando ci sarà maggior chiarezza cominceremo anche a contattare i genitori, perché c’è da affrontare un grande discorso di responsabilità da parte di tutti». —
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