Il Covid frena Razzoli, nella “sua” Zagabria chiude 26°
Il campione reggiano al rientro in Coppa del Mondo si classifica nei primi trenta nonostante lo stop dei giorni scorsi per il contagio
Luigi Vinceti
villa minozzo. Il Covid ha frenato ma non ha fermato Giuliano Razzoli.
Il campione reggiano ha infatti affrontato ieri la gara di esordio stagionale di Coppa del Mondo riuscendo innanzi tutto a completare la prima manche fra i primi trenta (27°) e poi a concludere la seconda al 26° posto.
Sinceramente era difficile sperare di più considerando che solo due giorni prima aveva ottenuto il doppio via libera a tornare in pista (prima dall’ospedale di Castelnovo Monti poi dalla Federazione Sport Invernali a Milano) dopo alcune settimane di forzata segregazione fra le mura domestiche per essere risultato positivo al tampone per la pandemia. Quindi senza la possibilità di allenarsi e tanto meno prepararsi sulla neve.
A Crveni ha addirittura avuto solo il tempo di dare un’occhiata alla pista prima di gareggiare. Come lui l’altro italiano al traguardo, Tommaso Sala (24°) al debutto dopo un blocco per le stesse motivazioni.
Curiosamente proprio i due atleti reduci del Covid sono stati gli unici, fra i sette sciatori italiani presenti, a concludere la sfida fra i pali che si è svolta in Croazia a breve distanza dalla capitale Zagabria. Qui, va ricordato, entrambi avevano già brillato in passato ottenendo dei podi (Razzoli addirittura un primo posto)
Tre azzurri, Alex Vinatzer, Simon Maurberger e Federico Liberatore sono stati infatti costretti a fermarsi nella prima manche avendo “inforcato” o essendo usciti dalla traettoria. Altri due, Manfred Moelgg e Stefano Gross, sono stati invece esclusi dalla seconda discesa perché usciti dall’elenco dei trenta migliori classificati nello slalom di apertura.
La gara, senza pubblico, si è svolta in una giornata in cui si sono alternati sprazzi di sole e veli nebbiosi e soprattutto un fondo innevato, malgrado l’inserimento di acqua e sale, che ha creato fastidi un po’ a tutti.
Razzoli è stato ammesso al cancelletto di partenza con il pettorale numero 31 e ha affrontato la discesa di apertura lanciandosi con una certa energia. Prima però di rallentare, ormai affaticato, nel muro posto nella fase conclusiva e lo stesso canovaccio si è ripetuto nella successiva manche.
Ora c’è poco tempo per meditare e riposare perché già si affacciano i nuovi impegni.
L’olimpionico di Vancouver dovrà lavorare un po’ tutta la settimana per farsi trovare pronto sin da domenica 11 gennaio perché il Mondiale di slalom speciale sbarca in Svizzera ad Adelboden e sette giorni dopo va a Wengen. Entro fine mese Razzoli è infine atteso ad altri quattro appuntamenti sulle montagne dell’Austria e poi della Francia. —
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