Difesa remissiva e americani in crisi la Unahotels deve reagire sin da Trieste
Le prestazioni negative di Thompson e Johnson e i momenti di offuscamento dietro sono le cause dei recenti ko
Adriano Arati
reggio emilia. Una difesa da sistemare e tanti giocatori da recuperare. Non sono i giorni più semplici della stagione per una Unahotels reduce da due sconfitte consecutive segnate da dinamiche simili, con match a lungo in equilibrio prima di una forte flessione nella seconda fase delle gare. Un andamento inevitabile considerando che in entrambe le occasioni solo la coppia Hopkins-Olisevicius, affiancata da un Cinciarini stanco ma comunque enormemente produttivo, ha dato continuità di rendimento.
La flessione biancorossa ha riaperto anche le riflessioni sull’attuale assetto e su eventuali interventi. Al momento, non vi saranno mosse di mercato di alcun genere. Il percorso di questi mesi è coerente con gli obiettivi iniziali, ovvero una salvezza tranquilla e un buon percorso in Fiba Europe Cup, i dolori di crescita di alcuni elementi giovani o chiamati a ruoli più importanti (in primis Thompson) erano stati messi in conto. Al bilancio mancano probabilmente un paio di vittorie in campionato, come quelle sfiorate con Cremona e Sassari, che avrebbero dato ben altra prospettiva alla classifica e garantito la Coppa Italia, ma ad oggi è difficile dire che Reggio abbia marciato sotto alle aspettative.
E vi è da considerare un aspetto mai secondario, quello economico.
La proprietà insediatasi nel 2020 ha garantito copertura a tutte le spese di questi due anni difficili, segnati da lunghi periodi a porte chiuse e da altri a ingressi ridotti, oltre che dal forzato trasferimento a Bologna provocato dai lunghi lavori al pala Bigi. Una combinazione letale, che toglie la possibilità di abbonamenti e aumenta i costi per l’utilizzo di una struttura di primissimo livello come la Unipol Arena, tanto funzionale quanto non a buon mercato.
Per ora, quindi, la Unahotels rimane questa, con fiducia anche a chi sta oggettivamente soffrendo, come la guardia Thompson.
La posizione biancorossa è stata ribadita dal direttore sportivo Filippo Barozzi domenica sera, dopo la gara, a pochi minuti di distanza dalla conferenza in cui il coach Caja ha spiegato di aver fatto presente già a dicembre la necessità un rinforzo dal mercato.
Il suo obiettivo, ha poi chiarito Barozzi, era l’estone Siim-Sander Vene, solo intravisto a Reggio e poi allenato da Caja a Varese, club in cui il giocatore è appena ritornato.
Vene è un’ala forte tattica, solido e affidabile, che avrebbe dato respiro a uno dei due ruoli, il 4, in cui Reggio arranca.
La richiesta era arrivata pochi giorno dopo l’infortunio al ginocchio di Baldi Rossi, in un primo momento apparso piuttosto serio. Quando poi il problema è risultato meno grave, come visto dalla buona gara del lungo contro la Virtus, la società ha preferito soprassedere e di proseguire con questa rosa. L’eventuale ingaggio di un altro straniero avrebbe poi aperto questioni su un eventuale passaggio al 6+6 in campionato, ma al momento il discorso non si pone.
Sono invece palesi i problemi tecnici.
La difesa, innanzitutto. A fine match il capitano Candi ha sottolineato come nelle due sconfitte la Unahotels abbia subito sempre almeno 90 punti. Sono decisamente troppi, per una squadra certo non pensata per vincere segnando un cesto in più. E qui si arriva all’altra nota dolente: troppi uomini di rotazione non danno continuità, né possono dare qualità infinita.
Thompson è il caso più palese, ma anche Johnson è in flessione fisica netta, e Crawford e Strautins procedono spesso a vampate. Pure Candi, dopo l’infortunio, non ha ancora ritrovato ritmo. Rimangono le due punte Olisevicius e Hopkins, brillantissimi in queste settimane, e un Cinciarini a cui fare un monumento per l’intensità che mette, ma a cui non si possono continuare a chiedere 35’.
Il rischio è di spremere questo trio, e di trovarsi ad annegare.
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