La Unahotels sfiora il miracolo nell'andata della finale col Bahcesehir
Finisce 69 a 72 la sfida all'Unipol Arena contro la fortissima formazione turca
REGGIO EMILIA. Sono tre i punti di scarto con cui i turchi del Bahcesehir battono la Unahotels nel primo tempo di una finale lunga (almeno 80’). Saranno quindi quattro i punti di scarto che i biancorossi dovranno avere di vantaggio mercoledì sera alla Ülker Arena di Istanbul per sollevare la Fiba Europe Cup.
Missione impossibile? No, anche se davanti a 15mila persone e contro un’avversaria superiore per fisicità e talento, sarà davvero durissima. Reggio però nella gara d’andata ha dato prova di aver qualcosa in più a livello caratteriale, recuperando 18 punti e riaprendo una gara che sembrava definitivamente chiusa già alla fine del terzo quarto.
Sono state violente le emozioni per gli oltre 3.500 spettatori che hanno incendiato l’Unipol Arena.
Concentrata e lucida e incisiva, la Unahotels non si mostra infatti per nulla intimorita davanti ai turchi, strafavoriti della vigilia. Morde subito Johnson, autore dei primi punti. Poi digrignano i denti Smith e Candan e, violando la zona di casa, si prendono il vantaggio. Tiene alto il livello d’intensità difensiva, Reggio. Ma l’attacco non è quel livello e il match procede in equilibrio (8 a 7 al 6’, 13-13 al 8’). Jones, dai 6.75, regala ai suoi il +4 quando ormai si sta entrando nell’ultimo minuto del quarto. Dalla riga bianca, poi, la Unahotels riduce il gap sino al 18-19 sul quale suona la prima sirena.
Le mani di un ispiratissimo Johnson producono il nuovo vantaggio nei primi istanti del secondo quarto. Crawford ci mette il carico per il 23 a 19. La progressione reggiana spaventa il coach Ernak che ordina di pressare e accelerare i ritmi. Così i turchi sono presto lì, vicinissimi. E, al 12’, si riprendono pure il vantaggio con Jones. Di qua, però, Johnson vive un momento magico e con autorità dice +3 (27-24). Ernak ruota gli uomini e trova dalla coppia di fuoriclasse Dekker-Black la spinta per volare (27 a 31 al 15’). Il deludente Hopkins batte finalmente un colpo per il controsorpasso, ma le facili zampate di Solomon e Dekker fissano il punteggio sul 34 a 40 all’intervallo.
È Cinciarini dopo un minuto pieno del terzo quarto a fermare l’avanzata turca. Hopkins lo imita per il -3 reggiano. S’è fatta più fisica la gara, ma Reggio non molla la presa. Anzi. Thompson coglie impreparata la difesa ospite e sigla, al 23’, il 43 pari. Per tutta risposta, il Bahcesehir alza ulteriormente il livello d’intensità, zittisce del tutto l’attacco reggiano, e in un niente produce un parzialone di 11 punti. Dolorosissimo per gli attoniti biancorossi. Dekker fa numeri degni del suo passato NBA per il +13 (45 a 58 al 28’). E non si ferma lì, il Bahcesehir: sul gong che chiude il terzo periodo di gioco, Reggio piange infatti sul -16. Continuano a dominare i turchi, il cui compito è facilitato dai biancorossi. Il guizzo di Cinciarini non è sufficienti a interrompere la supremazia degli ospiti. Che, azione dopo azione, non fanno che ribadire di essere squadrone di livello superiore sui due lati del campo. Al 34’ il tabellone luminoso dell’Unipol Arena dice 49-67.
Sazi, incautamente sazi, i turchi si fermano convinti di aver già la gara (e forse pure il trofeo) in tasca. E alla metà del quarto Reggio risorge: finalmente trova Strautins e Baldi Rossi e d’orgoglio recupera qualcosa come 14 punti in 3’, tornando sul -5, sottolineato dal boato dell’Unipol Arena.
Nervosetti (tecnico a Hall), i turchi sembrano ormai in balia dei biancorossi. I due liberi di Cinciarini sono quelli di un esaltante -1 (68-69).
Tutti in piedi per gli ultimi 2’ di una finale incredibile. Qui arriva l’altrettanto incredibile tecnico fischiato al coach Ernak. Cincia realizza il libero che ne consegue, sbagliando poi la tripla dell’aggancio. Sul -3 arriva lo sdeng di Thompson e, sul ribaltamento di fronte, di Baygül. Mancano 28”, il punteggio è di 69 a 72, quando la bomba di Baygül viene annullata perché scoccata fuori tempo massimo. Ultima azione e doppio errore reggiano (Strautins e poi Baldi Rossi che non aggiusta a canestro).
I titoli di coda scorrono sull’accenno di rissa in campo, a ribadire - ce ne fosse bisogno - la tensione di una finalissima europea.