«A questi playoff Diana e la Reggiana sono arrivati senza più stimoli»
L'analisi dell'ex allenatore granata Luciano Foschi
Reggio Emilia «La Reggiana ha sbagliato solo i play off». È questo in sintesi il pensiero del tecnico Luciano Foschi che quest'anno ha seguito da vicino tutta la serie C, anche come opinionista Rai e sopratutto la Reggiana.
Foschi, si è dato una spiegazione a cosa è successo alla Reggiana?
«È difficile trovare una sola motivazione perché è stata talmente brutta in tutte e due le gare da non crederci. Forse ci eravamo abituati bene ma la Reggiana che ho visto nelle 38 partite non l'ho ritrovata contro la Feralpisalò».
Perché?
«Valuto quello che vedo e la prima cosa che balza all'occhio è stata la condizione atletica al di sotto e di parecchio, rispetto a quella vista in campionato. Poi, durante le due partite, ho avuto la sensazione che la Feralpi sapesse quali erano i punti deboli della Reggiana e li ha evidenziati tutti al contrario dei granata».
Può aver inciso la delusione della mancata vittoria del campionato?
«È una delle tante risposte. Andare ai playoff e arrivarci da vittime ha questa come conseguenza. Pensare di aver perso il campionato per colpa di un gol del portiere può aver generato depressione e sei arrivato ai play off scarico».
Si può anche pensare a una Reggiana presuntuosa?
«Presuntuosa no, ma forse inconsciamente convinta di essere la più forte. Peccato ai playoff tu debba di nuovo dimostrare tutto e gli 86 punti non contano più».
Anche dopo la sberla subita nella gara di andata?
«Tutti abbiamo pensato: adesso la possiamo ribaltare, abbiamo perso solo di un gol...».
Così non è stato.
«Mi sarei aspettato, almeno nei primi dieci minuti, che la Reggiana mettesse paura alla Feralpi sfruttando il fattore tifo, come a dire: ti faccio vedere che ti voglio sbranare. Questa “cazzimma” non l'ho vista. Solo al ventesimo minuto ho sentito il boato dei tifosi dopo aver conquistato un calcio d'angolo».
Queste due partite dei play off rischiano di cancellare tutto ciò che è stato fatto in campionato.
«È un'uscita di scena che ti mette depressione e ti fa venire tutti i dubbi: dalla società al tecnico».
Il tecnico Aimo Diana è stato messo in croce.
«Invece bisogna rinnovargli i complimenti perché tolti i play off ha fatto un campionato straordinario, come testimoniano i numeri. Deve fare esperienza e anche questi episodi gli possono servire».
Lo scorso anno col Renate lui stesso è stato protagonista proprio nei play off.
«Torniamo al discorso iniziale: ci è arrivato carico, motivato e affamato. Stavolta forse...».
È stato criticato perché a fine partita non è andato a salutare i tifosi.
«Il comportamento di un allenatore deve essere lineare e non legato ai risultati per cui va sotto la curva se vince o va negli spogliatoi se perde. Anch'io a Ravenna ho avuto da ridire con i tifosi ma in due anni non sono mai andato sotto la curva. Non è giusto cambiare il modo di essere».
È palese che Aimo Diana non sarà più l'allenatore della Reggiana il prossimo anno ma sarà un'eredità pesante per chi arriva?
«Deve migliorare, quindi vincere il campionato a prescindere se farà 70 o 90 punti. Il confronto non potrà essere fatto nei punti ma nel confronto con gli avversari. Sarà certamente complicato e una stagione difficile da gestire. Posso immaginare i malumori se ti ritrovi caso mai quarto anche se a tre punti dal primo posto e dunque ancora in corsa per la vittoria del campionato».
Anche il prossimo anno sarà una serie C altamente competitiva.
«È come andare ad allenare la Juve dopo che ha vinto lo scudetto. La Reggiana il prossimo anno sarà la Juve della serie C e avrà un solo obiettivo: vincere il campionato, non importa come. I conti si devono fare alla fine».
Chi scegliere? Un emergente o un esperto?
«Serve il Tesser di turno: un allenatore esperto che ha personalità e che va dritto per la sua strada anche nei momenti di difficoltà, come ad esempio è stato a Modena all'inizio dove c'erano molto scontento. Un allenatore che sa reggere queste pressioni e far fronte a una piazza che sarà demoralizzata. Se punti su un emergente può essere travolto a meno che riesca ad estraniarsi da tutto il contesto».
La Reggiana ha 21 giocatori sotto contratto con una media di 29 anni di età.
«Penso che debba essere ringiovanita o comunque inseriti dei giocatori di “gamba” che portino brillantezza. Quest'anno avevamo una squadra molto tecnica ma compassata».
Ma è un organico da cui ripartire?
«Basta che ripeta il campionato che ha fatto. Non c'è squadra che possa fare 86 punti. Io ripartirei da questo blocco di giocatori che ha fatto bene e ha sbagliato solo due partite nei play off».
C'è l'incognita Luca Cigarini...
«Devi partire dal presupposto che Cigarini non ce l'hai e lo devi sostituire con un giocatore di personalità. Un leader come gli è stato riconosciuto dai compagni di squadra. Quando lo avrai a disposizione sarà un valore aggiunto».
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