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Scappini, il bomber innamorato: «Vorrei regalare la B alla Reggiana»

Wainer Magnani
Scappini, il bomber innamorato: «Vorrei regalare la B alla Reggiana»

L'attaccante è tra i granata svincolati dal 30 giugno

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Reggio Emilia «A Reggio mi trovo da Dio, non ho mai detto una parola di troppo, ho sempre pensato positivo e ho cercato di aiutare la squadra dando l'anima anche quando ho giocato un solo minuto». Parole e musica sono di Stefano Scappini.

E' in scadenza di contratto ma confida di prolungare la sua avventura con la Reggiana?
«La mia speranza è quella di continuare con la maglia granata perché sono un innamorato di Reggio e della Reggiana. Penso di avere dato tutto me stesso in campo per ciò che mi veniva concesso ma soprattutto fuori dal rettangolo di gioco nei rapporti con i compagni e con l'ambiente. Questo è il mio desiderio».

Ha sentito qualcuno della società?
«È cambiato il direttore sportivo, non so nulla del mister ma questa è la mia volontà. Sono a completa disposizione, perché per la Reggiana questo e altro».

Parla come un tifoso o un innamorato della Reggiana.
«Proprio così. Mi sono innamorato della Reggiana, di questo ambiente, della città, dei tifosi. A Reggio mi sento a casa. Sono sensazioni che ho provato a Cremona prima e ho ritrovato a Reggio in questi anni. E' difficile da spiegare ma è qualcosa che hai dentro l'anima».

Essere un innamorato della Reggiana, però, significa conosce il concetto di sofferenza.
«Io ho una visione positiva. Sono sicuro che quando la Reggiana riavrà il suo centro sportivo, per il tifo allo stadio, il calore della gente, la vivibilità della città sarà una piazza devastante. Sono fattori che faranno ritenere la Reggiana il top per qualsiasi giocatore. Non so quando arriverà questo momento ma sono certo che Reggio Emilia e la Reggiana lo meritano».

Ha ripensato al campionato appena concluso?
«Abbiamo disputato un campionato straordinario, peccato per i playoff ma ce l'abbiamo messa tutta».

La domanda che tutti si sono fatti è cosa è successo?
«Siamo usciti meritatamente perché la Feralpisalò era più reattiva e stava meglio. Siamo arrivati a queste due partite nel modo giusto ma non si sa cosa sia successo. Ho giocato tanti playoff e so per esperienza che non importa la classifica, sei hai fatto 20 punti in più dell'avversario, vince chi fisicamente e mentalmente ci arriva pronto».

Sono stati i venti giorni di stop a bloccarvi?
«Non penso, perché ci siamo preparati nel modo giusto, con scrupolo, come sempre. Probabilmente la corsa a due col Modena ci ha tolto delle energie mentali. Se ai playoff fosse andato il Modena, probabilmente avrebbe fatto la stessa cosa».

Ritiene sia stato più un blocco psicologico che una carenza fisica?
«Sicuramente non era la vera Reggiana. Se tra dieci anni raccontiamo cosa è successo, nessuno ci potrebbe credere».

E adesso?
«Bisogna ripartire sapendo che caso mai il campionato lo vinci facendo 60 punti. Non ha senso fare riferimento al passato. Bisogna guardare avanti e pensare positivo».

Certo che non vincere un campionato con 86 punti, per un pareggio di troppo è difficile da accettare.
«Possiamo pensare che ha deciso il pari a Viterbo o il gol del portiere Gagno perché questi episodi decisivi sono arrivati a fine stagione. Se fossero successi all'inizio non avrebbero inciso così tanto. E' però sacrosanto dire che la Reggiana avrebbe meritato la serie B. Sono passati venti giorni e dispiace che tutti si ricordano solo che siamo usciti male ai playoff e non ciò che abbiamo fatto in campionato ma è inutile che ci creiamo degli alibi, occorre guardare avanti e ripartire».

Come si può fare?
«L'ossatura di squadra c'è ed è forte, sia a livello tecnico che mentale. Non bisogna fare i confronti con il passato, ai record, al bel calcio, alle vittorie ma pensare che occorre essere primi al traguardo finale. Ciò che conta è essere primi a maggio. E' necessario ricreare entusiasmo nell'ambiente e sapere che la Reggiana ha dei giocatori importanti, esperti e che sanno vincere. Ciò che abbiamo fatto è anche per merito di un gruppo coeso, soprattutto da parte di chi ha giocato poco ma si è sempre speso per il bene della squadra».

Ha un messaggio finale per i tifosi granata?
«Comunque vada Reggio e la Reggiana li porterò nel cuore, per sempre».

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