Libutti vuole la Reggiana: «Qui i momenti più belli»
Il terzino è svincolato ma ha l’apprezzamento della società granata. «Dispiace per i playoff: non sono riuscito a spiegarmi quelle due gare»
Reggio Emilia Il 24enne Lorenzo Libutti è uno dei sette giocatori in regime di svincolo. La Reggiana, da quanto si apprende, vorrebbe proporgli il rinnovo del contratto.
Dopo essere stato uno dei migliori esterni della serie B con Max Alvini, alla corte di Aimo Diana si è conquistato col passare delle settimane i galloni del titolare e alla fine ha registrato 29 presenze e un gol.
«Non so ancora nulla – dice il terzino – perché il mio procuratore ha aspettato che in società venissero definite alcune situazioni legate al nuovo direttore sportivo. In settimana sono certo che sentirà Goretti per sapere quali sono le intenzioni della Reggiana».
Qual è la sua volontà?
«Sapete benissimo che il mio desiderio è quello di proseguire con la Reggiana perché a Reggio Emilia sono stato benissimo, quindi mi piacerebbe vestire ancora la maglia granata».
Anche se arrivasse una chiamata da parte di una società di serie B?
«Non ho idea delle possibili offerte perché il mio procuratore non mi ha ventilato nessuna ipotesi. Ma a prescindere da questo aspetto, io vorrei continuare a giocare nella Reggiana. A Reggio Emilia sono stato troppo bene».
La società è propensa a proporle il rinnovo del contratto, ma temono le avances della serie B.
«Per come sono fatto io non amo i cambiamenti. Se mi sono trovato bene in un posto preferisco non cambiare, poi è evidente che di questa scelta ne dovrò parlare anche con i miei genitori, perché loro sono più distaccati e guardano maggiormente al mio futuro. Se dipendesse da me, però, sono pronto a rinnovare».
Il suo procuratore si sarà, però, mosso in qualche direzione.
«Mi ha detto che siccome dalla Reggiana non aveva ricevuto nessun contatto aveva cercato di capire quali possibilità c’erano. Ma non mi ha fatto sapere niente. Aspetta l’ufficialità di Roberto Goretti, che conosce molto bene, per poter fare quattro chiacchiere».
La sua volontà è quella di rimanere alla Reggiana a prescindere dalla serie B?
«Per ora non ci sono offerte e spero che non ci siano perché così non rischio di pormi dei problemi, anche a casa nessuno mi può dire niente e posso indossare ancora la maglia granata».
Da dove nasce questo legame con la Reggiana?
«Per me l’aspetto principale è giocare in una squadra e in un ambiente dove ti trovi bene con i compagni di squadra, con la società e con i tifosi. Non ho fatto tante esperienze ma a Reggio ho vissuto i tre anni più belli della mia carriera e se devo privilegiare questo aspetto, non ho dubbi. Capisco, però, anche i miei genitori che vedono il calcio in modo diverso, pensano più al mio futuro».
Molti giocatori tra cui il leader Luca Cigarini, hanno fatto sapere, seppur in modo riservato, che vorrebbero ripartire dal tecnico Aimo Diana. È della stessa idea?
«Assolutamente sì. È stato un bellissimo anno, si era creato un gruppo molto affiatato, coeso e familiare. Peccato per l’amaro epilogo dei playoff, ma è stata una stagione veramente fantasistica sotto tutti i punti di vista».
L’eliminazione ai playoff contro la Feralpisalò è stata una grande delusione per tutto l’ambiente.
«È vero e mi dispiace ma non si può rovinare tutto quello che di buono abbiamo fatto nel corso della stagione per due partite sbagliate. Può succedere, perché i playoff sono molto particolari e legati a episodi ma è stata una bella annata».
È giusto proseguire con Diana per completare il progetto che si è iniziato?
«È una scelta che ovviamente dipende dalla società, ma personalmente ritengo giusto ripartire da Aimo Diana proprio per arrivare a completare un percorso che ci ha visto protagonisti anche se ci è sfuggita per un soffio la serie B. È giusto arrivare con Diana a completare un percorso che abbiamo iniziato lo scorso anno».
Si è dato una spiegazione alle due deludenti partite della Reggiana ai playoff?
«A distanza di tempo ho riflettuto su ciò che era successo in quelle due partite ma onestamente non sono riuscito a trovare una spiegazione logica. È un campionato a parte dove gli episodi, negativi o positivi, fanno la differenza. Ne ho parlato anche con alcuni compagni di squadra ma non abbiamo trovato una ragione valida. Ci siamo rimasti tutti male perché dopo una stagione da protagonisti non potevamo uscire in quel modo. Meritavamo un finale diverso. Mi è dispiaciuto tantissimo per i nostri tifosi che, come sempre, ci avevano sostenuto e incoraggiato».
È questa la forte motivazione che potrebbe essere la chiave di volta per proseguire?
«Credo che tutti noi abbiamo il desiderio di riprenderci ciò che nel corso della stagione avevamo meritato».
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