Romano Amadei ha le idee chiare: «Quest’anno non si può sbagliare»
Il patron: «La missione per la Reggiana è mettersene alle spalle diciannove»
Reggio Emilia «La missione di quest'anno è quella di metterne dietro diciannove». È racchiuso in questa frase il succo del discorso che il patron Romano Amadei ieri ha rivolto alla squadra nel corso del tradizionale incontro alla sede Immergas di Lentigione.
Squadra, staff tecnico e dirigenti: nessuno è voluto mancare all'appuntamento che ogni anno segna l'inizio della stagione. Inutile sottolineare come Amadei, nella sua comfort zone, sia stato il protagonista assoluto della giornata con battute e gag che da sempre sono il suo marchio di fabbrica. «Avevo preso degli appunti ma non li trovo quindi, andrò a braccio». E la cosa, lo possono constatare tutti, gli riesce particolarmente bene.
«Voglio parlarvi del rapporto che da qualche anno c'è tra la Reggiana e la Immergas. Dobbiamo cercare di fare il bene o il meglio possibile senza dimenticare che ci sono anche gli altri». Ed è a questo punto che Amadei inizia fare due conti.
«Si sa che è molto più difficile vincere perché sono tante quelle che ci vogliono provare. Ci sono 60 squadre e solo quattro posti per la serie B. Matematicamente mi sembra una cosa non facile però qualcuno ogni anno ci riesce. Un paio di anni fa ci siamo riusciti attraverso i playoff mentre qualche mese fa non è andata esattamente così, ma d'altronde non sempre si può vincere». E via di stoccata. «L'anno scorso è mancato poco e quest'anno - è l'invito neanche tanto velato - sarebbe bene non mancasse niente».
I primi 40 anni
Amadei quest'anno traguarda le 40 primavere nel mondo del calcio, eppure non si è ancora stancato. «No - ammette candidamente - non mi sono ancora stancato perché mi spinge la passione. Non sono bravo a valutare l'aspetto tecnico ma sono attento a vedere il comportamento in campo e questo è l'aspetto che mi preme maggiormente». Sul rapporto con la squadra, il patron si lascia andare ad una considerazione. «Stare vicino alla squadra lo sento come un dovere e anche le battute mi escono così. Qualcuno di loro penserà che sono una macchietta ma credo che anche questo possa servire alla squadra. Però non mi permetterei mai di entrare nelle decisioni tecniche perché se fosse per me - sorride il patron - giocherei sempre con il 4-4-4 ma non credo si possa. Ho qualche idea personale ma non la racconto di certo in giro, rischierei di far ridere».
A caccia di risultati
Sintetico ma chiaro e preciso l'intervento del presidente Carmelo Salerno. «I risultati - prende ad esempio i numeri impressionanti del colosso Immergas - si ottengono solo con lavoro, sacrificio, costanza, impegno e passione. Penso a una società di calcio come alla catena di montaggio di questa azienda: solo se ognuno fa la propria parte al meglio si ottiene il risultato finale».
Più pacato e moderato l'intervento del direttore sportivo Roberto Goretti.
«Sono qui da 70 giorni, sto cercando di capire qual è la realtà in cui mi trovo e devo ringraziare tutti per la disponibilità e per l'accoglienza. Con il tempo si imparano a conoscere le persone e il loro valore, e questo mi sembra il concetto che esprime un'azienda come Immergas: perché sono convinto che sono le persone a fare la differenza. Mi auguro che la Reggiana possa nel tempo crescere e identificarsi sempre più anche nella storia di questa azienda e nei valori che esprime». Ma oltre alle parole "aziendaliste", Goretti non ha potuto tralasciare la parte calcistica.
«Il patron – ha detto il ds – è stato chiaro su quella che deve essere la nostra mission, e noi quotidianamente cercheremo di mettercela tutta per cercare di raggiungere quello che è l'obiettivo finale. Tralasciando l'io e facendo prevalere il noi».
L’appello di Diana
L'intervento conclusivo è stato quello del tecnico Aimo Diana che, microfono alla mano, si è rivolto direttamente al patron Amadei con parole al miele. «La ringrazio per l'invito ma vorrei essere meno istituzionale - attacca il mister - perché ogni volta che la incontriamo è sempre piacevole e divertente. Ha sempre una parola buona per noi anche nei momenti difficili così come recentemente ci sono stati momenti difficili anche per lei. E nonostante questo ci è sempre stato vicino per quello che poteva. Io – prosegue Diana – quest'anno le ho chiesto espressamente di essere più presente perché ogni tanto abbiamo bisogno di una parola positiva anche quando il momento non lo è. Quindi non posso che ringraziarla per esserci e la ringrazio come patron di una azienda che ci sostiene. Non so se la nostra mission è quella di mettere diciannove squadre alle spalle, però le posso promettere a nome mio e della squadra, il massimo impegno. Tutto quello che possiamo fare, cercheremo di farlo: per lei, per la società e per il pubblico. Ma soprattutto per lei perché ai nostri occhi è una figura positiva».
Diana ha poi concluso il proprio intervento facendo delle promesse. «Le promesse possono essere mantenute o possono anche non esserlo – ha detto – ma è importante quello che ci mettiamo dentro. E noi ogni giorni ci mettiamo qualcosa, come una catena di montaggio: volte esce tutto bene e altre volte no. Ma quello che mi sento di promettere – detto l’allenatore granata sempre rivolto a Romano Amadei – è che noi ce la metteremo sempre tutta per cercare di raggiungere l’obiettivo comune di società, squadra, tifosi e città».