Il reggiano Bucci lascia l’Italia: allenerà i portieri del Montreal
L'ex numero uno della Reggiana ha raccolto la nuova sfida oltreoceano: «Venturi mi somiglia sotto tanti aspetti, ma io ero avanti per i miei tempi»
Reggio Emilia Luca Bucci, 53 anni, reggiano di Busana, ex portiere della Reggiana nella stagione 1992/93 che ha coinciso con la storica promozione in Serie A, da undici anni svolge il ruolo di allenatore dei portieri, prima al Parma e poi al Bologna.
Dal 5 gennaio sarà il preparatore dei portieri del Cf Montreal oltre che responsabile dell'Academy del club di Joey Saputo.
Da Busana a Montreal è un bel salto.
«Ho deciso di cambiare aria. Sarà una bella avventura. È una prospettiva lavorativa affascinante, con un progetto basato sui giovani. Formare i ragazzi mi entusiasma. Poi oltre al risvolto professionale c'è anche una straordinaria esperienza di vita».
Come ha avuto questa occasione?
«Con l’avvento di Thiago Motta sulla panchina del Bologna è stato cambiato tutto lo staff tecnico e così mi è stata fatta questa proposta che ho accettato. A Montreal sono già stato tre volte, quindi so cosa mi aspetta».
Quale sarà il suo ruolo?
«Allenare i portieri della prima squadra e poi cercare di far crescere il movimento giovanile».
Sarà il responsabile dell'Academy del Montreal?
«È un progetto per autofinanziare il club e rendere la gestione sostenibile. Come società e come movimento Mls siamo proiettati in questa direzione».
Il Montreal ha un centro sportivo all’avanguardia?
«Il Caserne Letourneux è piccolo ma c’è tutto per poter lavorare bene».
Quando inizierà il campionato?
«Il 6 gennaio. Il campionato Mls copre lo spazio temporale di un anno. Il campionato è diviso in due conference: la Western e la Eastern in base alla posizione geografica. Si gioca una stagione regolare di 34 partite che arriva a metà ottobre e poi ci sono i playoff con la finale verso metà novembre».
L’obiettivo del Fc Montreal?
«Formare i giovani e proiettarli ai massimi livelli per poter essere collocati nei top club europei».
Magari anche di vincere i playoff?
«Nessuno va in campo per perdere ma vincere è sempre difficile, a tutte le latitudini. Per ora sono concentrato sull’attuazione di questo progetto di valorizzazione dei giovani portieri».
Andrà con la famiglia?
«Per il momento vado da solo poi mi raggiungerà mia moglie. I miei figli sono grandi: Emanuele ha 29 anni, da quattro anni lavora a Milano e si occupa di strategie di comunicazione. Con i suoi colleghi ha curato la campagna elettorale del sindaco Sala e ora è impegnato per conto della Heineken. Maria Vittoria ha 24 anni e fa l'università con indirizzo creazione d’evento e comunicazione».
Sarà l'occasione per apprendere la lingua.
«È uno degli aspetti che mi intriga e mi stimola».
Il suo contratto?
«È un progetto biennale, poi vediamo cosa succede».
Le mancherà il cibo italiano?
«I ristoranti italiani non mancano a Montreal. Mi piace però andare alla scoperta della cultura gastronomica canadese».
Immagino che seguirà sempre la Reggiana: Giacomo Venturi ha battuto il suo record. Le dispiace?
«I record non sono eterni e sono fatti per essere battuti. C’è sempre chi riesce a superarti. Posso solo rimarcare con orgoglio che io l’ho centrato in Serie B».
Quel record contribuì a portare la Serie A a Reggio...
«Mi auguro che ciò avvenga anche con Venturi, la Reggiana se lo meriterebbe dopo quello che ha fatto anche lo scorso anno».
Bucci e Venturi hanno molto in comune: bravi nella gestione della palla, reattivi tra i pali e non certo due giganti.
«In effetti ci somigliamo. Venturi è un portiere moderno, io ai tempi ero troppo avanti. Giacomo sa giocare con la squadra, copre bene la linea difensiva e questo è un aspetto molto importante nel calcio d'oggi».
L'ha visto all'opera?
«L’ho seguito sia quest’anno sia lo scorso anno dove nonostante qualche problema fisico ha fatto bene. È un portiere moderno e affidabile».
Venturi nelle dieci partite fin qui giocare ha subito un solo gol.
«Questi record vanno divisi con i compagni ma ho visto che da quando è tornato tra i pali la squadra è in crescendo di risultati. Merito del gruppo ma anche del suo apporto».
Continuerà a seguire la Reggiana anche da Montreal?
«Sono reggiano e seguo sempre la Reggiana con cui ho conquistato il mio primo successo professionale».