È targata Dragan Sakota la ripartenza della Unahotels dopo 7 sconfitte di fila
Nella vittoria scaccia-crisi con Pesaro c’è tutta la mano del coach. Le incognite restano però ancora tante: su tutte l’ultimo arrivato Nembhard
Reggio Emilia Si è svegliata nel 2023 con un sapore nuovo in bocca, la Unahotels che il 30 dicembre ha interrotto la striscia negativa di sette sconfitte in campionato superando Pesaro in casa per 95-76.
Prima di tutto, ha ritrovato la vittoria, dopo due mesi secchi dall’ultimo successo in serie A e a più da 45 giorni dall’ultimo risultato buono in assoluto, quello con il Pinar in coppa a inizio novembre. Lo ha fatto con una prestazione non perfetta ma vigorosa, in cui non mollato di fronte a una Pesaro azzoppata dagli infortuni ma brava a restare a lungo in partita, ben allenata e con buoni automatismi. Ha poi ritrovato il pubblico, a dimostrazione che i tifosi biancorossi, pur dopo lunghe settimane di amarezze, sono prontissimi a farsi sentire non appena la squadra fornisca un minimo di pulsazioni. E si sono viste anche le prime reali impronte del coach Dragan Sakota, che ancora non ha avuto il tempo materiale per lavorare con la squadra. Prima il Covid, poi il calendario intenso hanno portato a pochi allenamenti e tante partite, questa fase sino al match di domenica 8 gennaio con Sassari sarà la prima reale occasione per impostare dettagli e schemi.
Le novità, comunque, iniziano a vedersi. Qualche provvedimento secco, magari di poco impatto all’esterno ma “utile” per dare segnali interni, lo si nota.
L’addio all’assistente allenatore Esposito a un giorno dalla gara, intanto, e scelte chiare nelle rotazioni. Diouf, per la prima volta in stagione, non ha giocato neppure un minuto, Nembhard e Strautins hanno avuto pochissimo spazio, e anche Olisevicius è stato usato più che altro per garantire un minimo di fiato ai protagonisti principali.
Non possono essere provvedimenti definitivi, e neppure avrebbero senso, ma rimangono un modo per ricordare che, con l’attuale classifica, non ci sarà tempo per le gentilezze. Chi serve gioca, e sicuramente Olisevicius e Strautins saranno fondamentali in futuro.
L’incognita rimane Nembhard, sinora incapace di dare un contributo, se non qualche bel canestro nella maratona con Venezia. Come regista è in giustificata difficoltà, alle prese per la prima volta con i tatticismi e i contatti maligni delle difese europee. Ha bisogno di tempo, certamente, in un contesto in cui di tempo ve n’è poco. Una sua crescita è indispensabile, il Cinciarini visto con Pesaro è sontuoso ma chiedergli sempre un simile rendimento non è immaginabile. Bonn, capace di isolarlo dal gioco con la sua fisicità, ha mostrato tutti i limiti della Unahotels senza una produzione elevata del capitano.
Il cambio più rilevante non riguarda un singolo ma l’approccio. Questa Unahotels sembra ben più disposta ad accelerare il ritmo, a cercare soluzioni rapide, a correre quando può e ad affidarsi alle doti dei singoli. Non una novità per Sakota, che ha spesso proposto formazioni brillanti. Si vedono anche le classiche uscite dai blocchi per i tiratori e meno soluzioni basate sui giochi a due fra regista e lungo. Un mutamento inevitabile per una Reggio che a difesa schierata fatica, e non ha grande stazza da sfruttare, mentre con cadenze più sostenute le possibilità per innescare corridori e tiratori aumentano, Anim, Olisevicius, Strautins e Vitali potranno trarne vantaggio.
In difesa, rispetto al periodo Menetti quando la difesa a zona ha spesso rappresentato il miglior argine, le marcature a uomo rimangono prevalenti. E qui si arriva al punto cruciale: gli sprazzi visti sono figli della tattica, della tecnica, delle idee nuove ma più di tutto di un atteggiamento più deciso. Confermarlo sarà più complesso. E decisivo.l