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Calcio serie C

«Reggiana come la Juve»

Luigi Cocconcelli
«Reggiana come la Juve»

 Banchini, tecnico del Montevarchi, non ha dubbi «Il gioco dei granata ricorda quello dei bianconeri dei tempi d’oro»

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Reggio Emilia Strano destino. Le prossime due gare in trasferta la Reggiana le giocherà entrambe a Montevarchi, nello stadio dedicato a Gastone Brilli Peri, ciclista e pilota deceduto in un tragico incidente, citato anche da Lucio Dalla nella canzone dedicata a Nuvolari. Sì, perché anche il San Donato Tavarnelle disputa lì le proprie gare interne.

Ma, come si suol dire... una alla volta.

Marco Banchini, che da inizio dicembre ha rilevato il timone del Montevarchi da Melotti, non si nasconde le difficoltà del match per la sua squadra.

«L’ Aquila - dice - può fare risultato, battere la Reggiana una volta, due al massimo, su dieci, è da decidere vediamo se quella di domenica sarà una di quelle, ma mica possiamo passare sotto silenzio la grande differenza di qualità, esperienza, profondità delle rose, loro sono primi, noi penultimi, la classifica non mente».

Miglior attacco del campionato, quello della Reggiana, seconda peggior difesa quella del Montevarchi, si decide lì la partita?

«Il rammarico è che noi da quando sono qua su 6 gol, 5 li abbiamo presi da palle inattive, questo è un aspetto su cui dobbiamo lavorare».

Come definirebbe il momento che sta vivendo la sua squadra?

«Come quello di una squadra molto giovane, con tanti elementi di prospettiva, ma che deve crescere, che paga errori di inesperienza, a volte di superficialità tipiche dell’età, che in determinati momenti denuncia problematiche».

Si attende qualcosa dal mercato, si parla di cessione anche di Gennari?

«Se ne occupa il direttore, ne parliamo tutti i giorni, di qualche piccolo aggiustamento abbiamo bisogno, anche a livello numerico siamo un poco contati, Martinelli e Barranca li abbiamo persi per un po’. Abbiamo altri infortuni e ogni settimana con noi debbono allenarsi stabilmente 5-6 ragazzi della Primavera, io alleno quelli che ho. Gennari è rientrato da un infortunio e fin che è qua io lo utilizzo».

Quanto ha inciso la malattia di Melotti sul vostro cammino?

«Non lo posso dire, non conosco la situazione precedente. Quando sono arrivato ho trovato una squadra in difficoltà numericamente, che ha cambiato molti moduli, io pian piano sto cercando di inserire i principi in cui credo»

Come vede la Reggiana?

«Come la grande favorita. A vederla giocare di recente mi viene da paragonarla alla Juventus dei tempi migliori, una squadra solida, con salde convinzioni, consapevolezza nei propri mezzi, sa quel che deve fare e come farlo sia in fase di non possesso che di costruzione, ha pagato in avvio lo scotto di come si è concluso il campionato scorso, quelle sono delusioni che lasciano il segno, ma conosco Diana: è un amico e un allenatore top per la categori. Sono sicurissimo che quest’anno passerà una bella estate».

Come si spiega che si faccia sempre beccare mentre dà disposizioni anche se squalificato?

«Non lo so, ma penso che un poco tutti noi si faccia così, si prova a dare suggerimenti anche se costretti in tribuna. Forse con la squadra così forte e un Cigarini in mezzo al campo potrebbe limitarsi. Un tempo quando non c’erano i cellulari sui usavano i pizzini, potrebbe tornare a quelli, ma ovviamente è una battuta».l