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«Imparo ogni giorno di più. La B? Stiamo facendo bene»

Nicolò Valli
«Imparo ogni giorno di più. La B? Stiamo facendo bene»

L’attaccante Varela Djamanca a libro aperto sugli obiettivi

25 gennaio 2023
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Muhamed Varela Djamanca è il ritratto della felicità. Ha insieme l’entusiasmo di un bambino ma poi, conoscendolo a fondo, scopri in lui la saggezza del veterano. Sarà la folta chioma, sarà il sorriso o il sogno che sta vivendo, ma è difficile vedere l’attaccante della Reggiana con un’espressione cupa. In realtà qualche momento di tristezza il giocatore portoghese (classe 1998 originario del Bissau) lo ha provato come tutti: in modo particolare, ricorda le offese razziste rivoltegli quando giocava in serie D, e l’infortunio che lo ha costretto in questa stagione a saltare alcune partite.

Acqua passata: adesso “Momo”, al suo primo anno in Lega Pro, categoria che sta dimostrando di poter affrontare senza problemi, ha voglia di spaccare il mondo aiutando la “Regia” a raggiungere l’obiettivo. Il suo apprendistato, che sia sul rettangolo verde, nel rapporto con la cucina emiliana o con la lingua italiana, viaggia a gonfie vele.

Come procede l’inserimento in squadra?

«Benissimo, tutti mi vogliono bene e cercano di insegnarmi qualcosa. In modo particolare Cigarini, anche perché siamo vicini all’interno dello spogliatoio: io assorbo e provo a imparare».

Le differenze principali tra serie D e serie C?

«Le principali differenze che ho incontrato sono soprattutto nella qualità delle partite e nell’intensità degli allenamenti. I difensori mi leggono prima i tempi e le giocate, ma ho la fortuna di allenarmi con i migliori stopper del campionato e dunque sono agevolato».

Alla Reggiana, soprattutto, si gioca a calcio...

«È vero, nei dilettanti in molti contesti si preferisce buttare la palla lunga o attaccare il pallone sul rimbalzo. A Reggio, invece, si costruisce da dietro e il pallone viaggia quasi sempre rasoterra».

Tatticamente, qual è il suo ruolo preferito?

«Gioco dove decide mister Diana, che sia attaccante esterno o riferimento centrale, per me non fa differenza: cerco di dare sempre il massimo».

A Lucca è arrivato il suo primo gol nei professionisti, in un match cruciale ed in modo quasi goffo...

«A calcio serve anche un po' di fortuna, mi sono fatto trovare al posto giusto nel momento giusto segnando con l’anca. Dedico il mio primo gol alla famiglia e alla ragazza che vive insieme a me. Cosa mangio? Ci stiamo facendo conquistare dalla cucina italiana e ci cimentiamo noi stessi a cucinare: guardiamo su Youtube qualche ricetta per poi metterla in pratica. L’esultanza con il salto mortale? Spero di farla ancora tante volte».

È lei il più veloce della squadra granata?

«Non ho avuto modo di vedere i risultati dei test che facciamo periodicamente. Ma – sorride – non ho dubbi: sono io il più veloce».

Si percepisce la sua voglia di arrivare in alto, è così?

«Dopo la gavetta in Portogallo mi sono messo in gioco nella serie D italiana. È tantissima la voglia di arrivare nel calcio che conta, ma intanto penso a godermi il presente. A Reggio Emilia percepisco l’affetto della tifoseria, ogni volta che vado a scaldarmi sembra la prima volta. L’esempio da provare a seguire è quello di Messias, oggi al Milan».

Il gesto tecnico che sogna di eseguire?

«Una rovesciata alla Cristiano Ronaldo (cresciuto come Varela nel settore giovanile dello Sporting Lisbona, ndr). Chissà, magari proprio al Manuzzi in occasione dello scontro diretto con il Cesena».

Varela, lo vinciamo questo campionato?

«Speriamo. Ci sono tutti gli ingredienti per fare bene. Il primato in classifica è fonte di stimolo e responsabilità. Siamo nella giusta direzione che dovrà portarci all’obiettivo che tutti noi ci siamo dati. Ma siamo anche consapevoli che c’è ancora tanta strada da fare e dobbiamo continuare così, partita dopo partita».