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Calcio serie C

«Non firmerei per il pari»

Luigi Cocconcelli
«Non firmerei per il pari»

Giacomo Venturi, portiere della Reggiana, si scalda in vista della partita con il Cesena: «Andremo là decisi a giocarcela, poi il campo darà la sua sentenza»

17 febbraio 2023
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Reggio Emilia Non sarà una partita come le altre. E non tanto e non solo per la posta in palio, prima contro seconda, una fetta importante di promozione in ballo.

No, per “Jack” Venturi, in aggiunta a tutto ciò, la sfida di lunedì sera sarà un poco derby vero.

Da romagnolo - è di Faenza - non ha mai giocato nel “cavalluccio”, ma a Ravenna sì e la rivalità tra le piazze è sentita. Si preannuncia uno stadio pieno, ambiente caldo.

«Ho tanti amici che saranno allo stadio, sentirò cantare dietro a me, in tutte e due le porte, Romagna mia, ma sono quelle partite che ognuno vorrebbe sempre giocare» racconta il portiere granata.

Il tifo incessante, contro o pro, può incidere sul comportamento di un portiere?

«Per me no. Io amo l’adrenalina. Io preferisco decisamente avere alle spalle migliaia di persone vocianti, ti aiuta a tenere alta la concentrazione, il livello di attenzione, a volte, è vero, fai fatica a dialogare con i compagni, a farti sentire ma mille volte meglio di quando in certi stadi odi cantare gli uccellini».

La testa della Reggiana è già tutta rivolta a Cesena.

«Anche se i primi allenamenti della settimana sono prevalentemente rivolti ad un lavoro fisico , tattica e tecnica vengono dopo, penso che sotto quel profilo la partita cominceremo a prepararla da domani (oggi, ndr)».

Pippo Marchioro, un grande ex di entrambe le contendenti del posticipo di lunedì sera, sostiene che solitamente certi derby, certe gare “puzzano” di pareggio. La Reggiana lo sottoscriverebbe?

«A priori confesso che io preferirei non firmare. Andiamo là, ce la giochiamo e poi vedremo le risultanze del campo».

Che effetto fa quando da Cesena si sostiene che in pratica la differenza in classifica tra le due sia da addebitarsi soprattutto alle diverse prestazioni dei portieri?

«Sbagliare ci può stare. Ho rispetto per Andrea Tozzo e Luca Lewis, i portieri del Cesena, e certamente sono contento del mio campionato e di quello che assieme ai miei compagni stiamo facendo: se abbiamo mantenuto sedici volte la porta inviolata è merito di tutti, dai difensori, ai centrocampisti a Lanini e Pellegrini che ultimamente stanno facendo un grande lavoro anche in fase di non possesso palla. Ritengo poi che un portiere si debba giudicare alla continuità, non dalle parate miracolose fatte o non fatte...».

Un passo indietro, all’inizio non era titolare, come si vive una situazione del genere?

«Serenamente, io fisicamente stavo bene. Ero consapevole della situazione, ma siccome mi ritengo un professionista ho fatto quel che un professionista deve fare, massimo impegno in allenamento, e poi se mi dicono di giocare gioco, se mi mandano in panchina vado in panchina».

Poi cosa è successo?

«Che l’allenatore a un certo punto ha preferito me e io ho risposto presente all’appello».

In carriera ha avuto diversi preparatori, cosa ha portato di diverso al suo bagaglio tecnico e alla sua mentalità il granata Marco Bizzarri?

«Ci insegna ad avere un atteggiamento aggressivo, spregiudicato, a farsi sentire padroni dell’area di rigore, grazie a lui sono migliorato. Adesso, infatti, esco di più, ma poi contano le caratteristiche individuali, non se uno con meno coraggio di me agirebbe sempre in quel modo».

Siete soliti seguire un allenamento specifico sugli attaccanti avversari, guardano alle loro caratteristiche peculiari?

«Sì, ci si prepara non soltanto studiando come calciano punizioni o rigori, ma anche facendo attenzione a come gli attaccanti avversari si muovono, attaccano, vanno alla conclusione».l