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Amadei programma la Serie B

Wainer Magnani
Amadei programma la Serie B

Il patron sta definendo il progetto per la Reggiana del futuro. Fondamentale in un’ottica di sostenibilità aziendale è l’aumento dei ricavi

25 febbraio 2023
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Reggio Emilia Si può parlare di futuro e di Serie B anche tra una partita e l'altra di briscola. Ed è quello che hanno fatto il patron della Reggiana Romano Amadei, il presidente Carmelo Salerno, il vice Giuseppe Fico e il direttore generale Vittorio Cattani.

Il pretesto è stata l'entusiasmante vittoria a Cesena e così i soci granata si sono ritrovati nello chalet costruito dal patron Amadei sulla riva di un laghetto artificiale nell’area dove sorge la sua azienda, l’Immergas.

Quello chalet è il suo rifugio quando deve riflettere per decisioni importanti o per ritrovarsi con i vecchi amici nell'ormai famoso “cerchio magico”.

Proprio in questa casetta in legno, Romano Amadei decise, nel giugno del 2019 di acquistare la Reggiana e di iscriverla attraverso il ripescaggio al campionato di Serie C.

Come detto, il pretesto era festeggiare la vittoria del “Manuzzi” ma inevitabilmente il discorso è scivolato sulle prospettive del club. Un futuro che sarà scritto, si spera, tra qualche settimana e che avrà una nuova casa: la Serie B.

In termini tecnici si è discusso di “continuità aziendale” perché questo è ciò di cui necessita la Reggiana e ovviamente c'è una sola persona che la può garantire ed è Romano Amadei.

In questi ultimi due anni per i soci granata è stato un vero “bagno di sangue” in termini economici.

Nella stagione 2021/22 furono chiamati a mettere nelle casse granata, attraverso anche le sponsorizzazioni, ha sfiorato i 5 milioni di euro. Il campionato che si sta per concludere sarà ancora più pesante e si avvicinerà ai 6 milioni di euro. Disavanzi che non sono sostenibili e per questo motivo la Serie B è un obbligo sportivo, morale ma soprattutto economico. È indispensabile per la sostenibilità del club, come minimo, dimezzare questo disavanzo di gestione attraverso maggiori introiti, vedi i diritti tv, le sponsorizzazioni e minori costi a livello tesserati.

Nella stagione 2020/21, in B, pur con la retrocessione, il disavanzo di gestione venne limitato a poco meno di un milione. Questo non può in ogni caso essere il parametro, perché la Serie B futura richiede notevoli investimenti a livello di giocatori per essere competitivi ma è anche vero che il contributo per i diritti tv è stato aumentato di un milione e nella sfortunata stagione 20/21 gli stadi erano chiusi per la pandemia quindi la voce incassi e abbonamenti si era praticamente azzerata.

Le prospettive per un’eventuale Serie B della Reggiana offrono scenari decisamente più rosei e possono garantire una “continuità aziendale” anche se nel caso della Reggiana tutti e tre i soci sono azionisti a livello individuale e non come aziende.

Il 65,03% delle azioni dell’Ac Reggiana 2019 srl sono in mano a Romano Amadei, il 29,76% appartiene a Carmelo Salerno e il 5,21% a Giuseppe Fico.

Amadei e Fico hanno soci nelle loro aziende che non sono coinvolti, se non attraverso le sponsorizzazioni di Immergas o Fratelli Fico.

La sostenibilità aziendale sarà certamente legata anche a una valorizzazione del capitale giocatori e a una drastica riduzione del portafoglio tesserati. In questo contesto sarà fondamentale il ruolo del direttore sportivo Roberto Goretti che, ovviamente, è già al lavoro per il futuro. Non va nemmeno trascurato, sempre in proiezione futura, l'impatto sportivo ed economico del nuovo centro sportivo di via Agosti fortemente voluto dal presidente Salerno.

La Reggiana ha firmato una convenzione che le assegna la gestione per 24 anni, un fatto che rende possibile ipotizzare investimenti, anche da parte di privati, poiché il nuovo centro sportivo granata avrà un gran potenziale ricettivo.

La Reggiana è quindi “appetibile” e questo è un altro fattore interessante perché nel corso degli anni il numero dei soci si è drasticamente ridotto: inizialmente undici e ora solo tre azionisti reggono le sorti del club.

Si avverte la necessità di aprire le porte a nuovi soci che siano affidabili e graditi al patron Romano Amadei.