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Laezza, dedica a mister Diana «Mi è stato vicino due anni»

Wainer Magnani
Laezza, dedica a mister Diana «Mi è stato vicino due anni»

Il difensore: «L’abbraccio di Cesena? Scacciata la sofferenza»

01 marzo 2023
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Reggio Emilia Giuliano Laezza, 29 anni, conosce la fatica, il doversi rimboccare le maniche per raggiungere un sogno: tenace, grintoso, uno che non molla mai. Così è stata la sua carriera, dopo le giovanili nel Napoli ha iniziato dalla serie C2 (Arzanese) poi è approdato in serie C prima a Gubbio, poi Savoia per ripartire dalla serie D (Agropoli) fino all’incontro con Aimo Diana al Melfi. Da lì il balzo in società importanti come la Reggina e l’Avellino ma sempre in serie C, fino a quando Diana l’ha chiamato alla corte della Reggiana. Laezza era reduce da un’operazione al legamento crociato che gli aveva fatto saltare tutta la stagione all’Avellino ma il tecnico bresciano conosceva il valore dell’uomo. In maglia granata ha giocato tre partite poi alla vigilia della partita con la Lucchese, in allenamento, il ginocchio, questa volta quello sinistro, ha fatto crac. Altra operazione al legamento crociato. Stesso calvario fatto di ore e ore in palestra.

L’allenatore lo ha aspettato, non gli ha messo fretta, sapeva quello che gli poteva dare in termini tecnici e morali. Così alla vigilia del campionato Giuliano si è presentato in gran spolvero e piano piano ha conquistato la scena con due splendidi gol e la maglia da titolare. Una storia da libro cuore sfociata in un abbraccio con il tecnico dopo la vittoria a Cesena. «Una notte magica per me e per la Reggiana – racconta Giuliano Laezza – volevamo vincere per dimostrare la nostra forza e che meritiamo il primo posto. Al triplice fischio mi sono ritrovato addosso il mister e ho condiviso una grande felicità. Qualche settimana prima contro l’Alessandria avevo festeggiato un mio gol dopo quattro anni dall’ultima rete segnata al Potenza con la maglia del Sicula Leonzio, ma in quell’abbraccio con il mister Diana ho scacciato due anni di sofferenza, di tribolazioni e di attesa. Diana mi è stato vicino nei momenti difficili e in quell’abbraccio c’erano tanti significati».

Una vittoria importante, significativa che non basta.

«Sapevamo delle insidie di questo campionato e soprattutto che a dieci giornate dalla fine poteva succedere di tutto».

Il pareggio con la Carrarese ha ricordato che i giochi non sono fatti.

«Abbiamo trovato un avversario tosto e forte atleticamente. Occorre anche riconoscere i meriti degli altri».

Le scorie di Cesena?

«Ci siamo preparati bene, come sempre, sapevamo le difficoltà della partita e siamo scesi in campo per vincere anche se alla fine il pareggio non è un risultato da buttare».

Anche il Cesena ha pagato il contraccolpo psicologico. Sembra che il rivale più agguerrito sia l’Entella.

«Questo dice la classifica ma Cesena ed Entella sono avversari di valore. Abbiamo il confronto diretto a Reggio Emilia, vedremo, anche se prima dobbiamo superare l'ostacolo Vis Pesaro».

È questa la partita da vincere per presentarsi allo scontro diretto con l’Entella con lo stesso vantaggio psicologico che avevate a Cesena?

«Sarà fondamentale mantenere i sei punti di vantaggio sull’Entella. Per questo motivo siamo fortemente concentrati sulla sfida di domenica a Pesaro. È un match determinante come lo è stato quello col Gubbio».

Rispetto alle ultime partite con Ancona, Gubbio e Cesena la difesa granata non ha subito gol.

«L’organizzazione difensiva è alla base di ogni successo. Il fatto di aver ritrovato tutti una buona condizione atletica ha agevolato anche la capacità di difendere bene».

Il destino di questo campionato si deciderà in una settimana quando ci saranno tutti gli scontri diretti?

«Saranno sfide importanti per Reggiana, Entella e Cesena ma anche dopo quel trittico di gare in nove giorni ne mancheranno ancora sei e tutto può succedere».

Quanto è cambiato Diana?

«È entrato nel novero degli allenatori che hanno fatto più di 100 vittorie ed è ancora giovanissimo. Sono due anni che guida una Reggiana ai vertici offrendo un calcio propositivo e innovativo. Merita tutto questo, è un allenatore ambizioso che vuole migliorarsi».

Come vive a Reggio Emilia?

«Magnificamente e con grande semplicità. Reggio è una città vivibile, io e mia moglie ci stiamo bene». l

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