Goretti: «Tocca alla Reggiana prendersi quello che le spetta»
Il ds granata: «Laezza mi ha conquistato, Capone invece...»
Reggio Emilia Il direttore sportivo Roberto Goretti parla poco – ieri ha tenuto la sua seconda conferenza stampa in tre mesi - ma quando lo fa lascia sempre il segno per il suo stile franco e diretto. «Stiamo facendo le cose perbene, arriviamo a questo finale di stagione da primi in classifica e in buone condizioni fisiche, con una squadra cresciuta sotto il profilo della mentalità».
Direttore, siamo reduci da un punto in due partite e nessun gol segnato.
«Come diceva un mio vecchio presidente “il campionato è un Giro d’Italia fatto di tappe” e ogni volta occorre lasciarsi alle spalle ciò che hai fatto e pensare alla prossima. Con l’Entella non abbiamo avuto un buon approccio e a Pontedera è stata una di quelle partite nelle quali la palla non vuole entrare».
Quindi è fiducioso?
«Questo è un gruppo fatto di ragazzi che hanno uno spiccato senso d’appartenenza e si identificano con il club, la città e i tifosi con cui condividono entusiasmo ma a volte anche preoccupazione. Non sono solito lasciarmi andare ad apprezzamenti ma a questi ragazzi dal mio punto di vista devo solo dire: bravi, anzi bravissimi, perché sono protagonisti da due anni. Però, per essere ricordati dai tifosi occorre passare da bravi a vincenti. Un desiderio che vedo tutti i giorni nei loro allenamenti».
Entella o Cesena, chi teme?
«Diana parlando ai ragazzi ha detto: andiamo a prenderci noi quello che ci spetta. Questo è il concetto giusto. Abbiamo due rivali toste, ma dipende da noi».
Il calendario delle ultime sei partite chi favorirà?
«Abbiamo più o meno le stesse difficoltà e anche il fatto che tutte e tre hanno perso cinque partite dimostra l’equilibrio nel girone».
Cosa è successo a Montalto?
«Si è infortunato il 3 dicembre e la prima diagnosi parlava di 20/25 giorni per il rientro e forse è stata ottimistica. Poi ci sono state delle piccole complicanze con una ricaduta nel mese di gennaio».
Un’assenza che ha pesato?
«Ha comportato delle difficoltà da parte del mister e complicato anche il mio lavoro perché ho sempre fatto i conti con un Montalto a disposizione. È venuto a mancare un giocatore con certe caratteristiche su cui contavamo. Una situazione che avremo tempo di analizzare per capire dove sono stati fatti gli errori, io per primo».
Jacopo Pellegrini rimarrà alla Reggiana in futuro?
«Ne riparleremo con il Sassuolo a bocce ferme. La volontà di Jacopo già a Natale era molto esplicita, non ne fa una questione di categoria ma ha il piacere di giocare per la Reggiana».
Guiebre?
«È in prestito secco dal Modena».
Per vincere il campionato serviranno cinque vittorie?
«Alla squadra ho detto: è il momento della pazienza, di non guardare alle ultime sei partite ma di concentrarsi solo sulla prossima. Mettere tutte le proprie energie per vincere con la Torres poi penseremo a quella dopo».
Cosa si deve fare di più?
«Bisogna fare gol. Per assurdo le partite dove abbiamo creato di più sono state Ancona e Pontedera ma abbiamo raccolto un punto».
Cristian Capone rimane un incompiuto?
«Capone ha delle potenzialità enormi. L’ho avuto in serie B e a tratti ha fatto vedere grandissime cose. Dipende tutto da lui. A oggi per quello che ha fatto vedere gli darei dei calci nel sedere».
Cosa si sente di dire ai tifosi che erano presenti con l'Entella e che sono rimasti delusi?
«Le parole servono a poco, occorrono solo i fatti. La Reggiana deve vincere sabato e poi la prossima, sempre così. Questo è il messaggio che deve dare la squadra, ai dirigenti, allo staff e ai tifosi. Quello che percepiamo è una tifoseria con un grande attaccamento alla squadra e una straordinaria identità. Sentiamo nei loro confronti una grande responsabilità e quando c’è una partita con un grande pubblico dispiace se facciamo male».
La Reggiana è in testa alla classifica dal 20 novembre.
«Sono sincero: conta poco perché ciò che vale è essere primi alla 38esima giornata. Fino al 23 aprile dovremo sudare per la vittoria finale. Ed è quello che farà la squadra perché sono dei ragazzi forti che con perseveranza, senza mollare di un centimetro lo fanno da mesi».
Diana è cambiato, merito di Goretti?
«Nel percorso quotidiano è in continuo miglioramento. Può diventare un allenatore importante. Ha fatto un grande lavoro nella gestione del gruppo, è stato molto bravo e adesso con l’aiuto di tutti mi auguro che oltre al bravo diventi vincente».
C’è un giocatore che l'ha sorpreso?
«Ogni anno dico che ho un preferito e quest’anno è Laezza. Giuliano lo volevo mandare via senza vedere un solo allenamento, invece giorno dopo giorno guardandolo mi ha conquistato. Un giocatore che ha avuto una serie di infortuni pesanti ma non salta mai un allenamento e si allena sempre al massimo, è un esempio. Devo, però, dire che ce ne sono tanti e cito Cremonesi e Sciaudone: due ragazzi che giocano poco ma che si stanno comportando da professionisti e uomini di spessore».
Il suo contratto?
«Ho due anni, con opzione per il terzo ma la Reggiana ha la possibilità in qualsiasi momento di rescindere».
Andrà ancora in panchina?
«Dalla panchina ci capisco ancora meno, per cui preferisco vederla dalla tribuna, anche perché nel nostro stadio è un piacere vedere la partita». l
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