«Serve un medico a bordo campo in tutti i campionati minori e giovanili»
La proposta dell’opinionista Romano Ferretti che fu salvato dopo un malore ad Arceto
Reggio Emilia Dopo le vicende dello scorso fine settimana, il tema dei presidi medici durante gli incontri di calcio è tornato prepotentemente alla ribalta. L’argomento tocca in modo particolare le partite delle categorie dilettantistiche, così come quelle dei campionati giovanili.
Romano Ferretti ne parla a ragion veduta: «Nel febbraio 2022 mi è sopraggiunto un malore ad Arceto, al termine del confronto tra i biancoverdi e il Colorno - ricorda il dirigente di lungo corso, oggi popolare opinionista del programma televisivo 91° minuto, stasera su Telereggio -. La prontezza dei soccorsi ha fatto la differenza, permettendomi di essere ancora qui a raccontare quanto accaduto: oltre a disporre di un defibrillatore a portata di mano, l’Arcetana ha anche messo in campo persone competenti in grado di manovrare l'indispensabile strumento medico. Ora, i fatti di questi giorni impongono un'autentica riflessione sulla sicurezza sanitaria di giocatori, tecnici, dirigenti e pubblico durante le partite».
Ferretti puntualizza poi il quadro normativo.
«La presenza di un defibrillatore in ogni centro sportivo è obbligatoria per legge, ma purtroppo a livello di calcio dilettantistico spesso mancano le persone capaci di farlo funzionare. Poi quando si gioca in Serie D sono obbligatori sia l'ambulanza sia il medico, mentre in Eccellenza ne basta uno dei due. Purtroppo, però, capita che alcuni club di Eccellenza non rispettino le leggi e i regolamenti in materia - rimarca Ferretti - ad esempio, nel Parmense mi è capitato di dover accompagnare personalmente un ragazzo al pronto soccorso perché medico e ambulanza non erano presenti. Oltretutto, dalla Promozione in giù non c’è nessuna norma specifica in merito a medici e ambulanze: come se nelle categorie inferiori non fosse necessario tutelare la salute».
Di qui, Ferretti lancia la proposta: «I medici e le ambulanze servono pure negli altri campionati compresi quelli giovanili, non solo in D e in Eccellenza. Qualcuno potrebbe rilevare la mancanza di personale sanitario per coprire tutte le gare, ma io mi permetto di rilanciare con una domanda: quante sono le società che non hanno i presidi perché non riescono ad averli, e quante sono invece quelle che non li hanno soltanto perchè non esiste l'obbligo? Inoltre, sui defibrillatori il Csi indica una strada molto interessante da seguire - aggiunge l’opinionista -. Nel Torneo della Montagna, l'arbitro dà inizio alla partita solo dopo aver accertato la presenza del macchinario e anche di una persona in grado di utilizzarlo con tanto di patentino: una regola che a mio parere andrebbe applicata pure in ambito Figc».l
N.R.
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