Calcio Serie C

Luigi Cocconcelli

12 aprile 2023
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i Luigi Cocconcelli

Reggio Emilia Con i suoi gol sta portando in salvo l’ Olbia. Numeri alla mano, Daniele Ragatzu, classe 1991, è uno che di reti ne ha sempre segnate. In serie C spesso e volentieri va in doppia cifra, ma mai come questo campionato. A due giornate dal termine, con 18 gol, è il capocannoniere del girone B, sia pure in coabitazione con Corazza (che, per inciso, ha la stessa età del bomber isolano ma gioca nel Cesena, terza forza del campionato) e il suo attuale bottino personale, rappresenta quasi il 50% dell’intero fatturato offensivo dei galluresi (42 reti fatte sin qui dalla formazione di Occhiuzzi).

Hai un bel da dire e ripetere che il calcio è un gioco collettivo, che si vince e si perde tutti assieme, di squadra. A guardare quei numeri, sabato sarà lui il primo pensiero da disinnescare per Diana. L’attaccante, nato a Cagliari il 21 settembre del 1991, e che ha trascorso quasi l’intera carriera nell’isola, soprattutto ad Olbia, è davvero il valore aggiunto della squadra di Occhiuzzi.

Che tipo di giocatore è, Ragatzu? Ce lo descrive Max Canzi, allenatore del Pontedera e che il campionato scorso lo ha avuto alle sue dipendenze, appunto, ad Olbia. «Il vissuto – dice Canzi – parla per lui. Fisicamente non è molto alto e infatti di testa segna poco, è destro naturale, ma calcia con entrambi i piedi, ha una tecnica individuale da categoria superiore, l’ho allenato, quando ero vice di Zenga, anche in serie A a Cagliari e debbo dire che sul piano della qualità non sfigurava neppure a quei livelli».

Il pregio maggiore?

«È bravissimo nell’uno contro uno, e nell’andare a cercarsi lo spazio. In effetti se gliene lasci diventa letale».

Come si marca un attaccante con queste caratteristiche?

«Premesso che penso che Diana ed il suo staff sappiano benissimo cosa fare, dico che debba essere costantemente raddoppiato, oltre ovviamente a provare a bloccare le vie dei rifornimenti: meno palloni tocca più difficile che incida, ma lui è bravo anche a venire a prenderselo il pallone, arretrando il proprio raggio d’ azione. Insomma, il rischio è anche quello di essere portati a spasso...».

Che squadra è l’Olbia?

«Non posso dare un giudizio approfondito, rispetto al campionato scorso sono cambiate diverse cose e giocatori, vista da fuori ha avuto, come società, il merito di credere nel progetto anche quando le faccende non giravano secondo le aspettative, ad aver fiducia nel lavoro di Occhiuzzi che alla fine ha pagato».

Che partita si aspetta sabato, da osservatore neutrale Canzi?

«Una bella da vedere e vivere, combattuta, tutte e due hanno bisogno di punti, l’ Olbia matematicamente non è ancora salva anche se in pochi sono propensi a vedere una Vis Pesaro fare bottino pieno a Cesena, la Reggiana ha l’obbligo di vincere per non disperdere quanto di buono fatto finora, è padrona del suo destino ma solo a condizione di vincere sempre».

Conterà maggiormente la tecnica o la condizione fisica?

«Le gambe seguono la testa, l’aspetto mentale conterà tanto, ovviamente ci sarà pressione, in questo forse ad avvertirla maggiormente sarà la Reggiana, che ha una struttura, un’organizzazione, una qualità, un’esperienza decisamente superiore, è favorita, ma in una partita secca può succedere di tutto e forse è quella che ha più da perdere in caso di risultato negativo, all’Olbia potrebbe anche bastare il pareggio, ai granata, se non dovessero arrivare notizie clamorose da Chiavari (dove Zamparo e C. affronteranno la Recanatese, ndr) il pari non basterebbe per chiudere ogni discorso».l