Diana: «In questi giorni ho capito cosa significhi allenare a Reggio»
Con squadra e dirigenti, il tecnico granata è stato ricevuto ieri in Sala del Tricolore Il capitano Paolo Rozzio, reggiano d’adozione: «Ringrazio chi ha reso possibile tutto ciò»
«Ho capito davvero cosa significa allenare in questa città. Nell’esultanza ho visto scorci di serie A». Eh.. Niente... Più passa il tempo e più Aimo Diana si toglie un pezzo di corazza al giorno, fino a mostrarsi come realmente è. Prima la confessione alla vigilia dell’ultima di campionato («Io a Cadelbosco sto divinamente»). Poi, la gioia incontenibile e soprattutto, per la prima volta, non confinata a nessun ambito particolare (A Olbia, ricorderete, si era visto un attimo in campo con i suoi ragazzi e poi era come sparito). Il giorno dopo i festeggiamenti in campo e sul pullman scoperto in giro tra ali di tifosi impazziti, lui più carico di loro, a sventolare la bandiera fatta dai tifosi con lui che esulta. E adesso in Sala Tricolore, ricevuto – lui, la squadra e la società – con gli onori riservati a chi rende grande il nome di Reggio Emilia.
È una metamorfosi bellissima, a cui lo stesso Diana non riesce, non vuole più sottrarsi.
Del resto, adesso, ovunque si giri, Aimo trova gente felice, vecchi che son tornati bambini. Come il patron, a cui i i tifosi, se potessero, darebbero le chiavi della città. E qualcosa di simile avviene, con l’accoglienza che il sindaco Luca Vecchi, il presidente del consiglio comunale Matteo Iori e l’assessora allo sport Raffaella Curioni, riservano alla squadra, ai dirigenti e allo stesso Romano Amadei che preso il microfono tra le mani, si prende anche una licenza che soltanto a lui sarebbe concessa in Sala Tricolore: «E per la Reggiana, hip hip, hurrà».
Lo scambio di battute in Sala del Tricolore tra Romano Amadei e la squadra certifica il clima di grande entusiasmo che si respira in questi giorni. L’euforia è tale che persino mister Aimo Diana si lascia andare, come peraltro aveva già fatto domenica sul pullman, aprendo lo scrigno del proprio cuore. Per poi proseguire: «Ho sempre pensato che ce l’avremmo fatta».
Un Secondo Tricolore
In dono alla squadra il sindaco Luca Vecchi ha consegnato simbolicamente il Primo Tricolore al club. «Lo avevamo già fatto per la promozione del 2020 – ha rimarcato il primo cittadino – ma considerata l’eccezionalità del momento facciamo il bis».
Il primo cittadino ha elogiato la Regia (“Avete portato in alto il nome di Reggio Emilia facendo la differenza” ha detto alla società e ai giocatori) ed in particolar modo patron Romano Amadei.
«Dobbiamo tutti essergli grati e riconoscenti».
Al fianco di Vecchi, l’assessora Raffaella Curioni. «Porterò il ricordo di questa promozione nel mio percorso personale e professionale– ha affermato– La città ha risposto in maniera straordinaria, sia allo stadio sia in centro storico».
A detta del presidente Salerno, «la vittoria del campionato ha una triplice valenza: sportiva per il risultato, economica per l’indotto che ne ricava la città e anche sociale. Non avevo mai visto così tanti bimbi allo stadio e seguirci poi con il pullman scoperto per le vie della città. L’entusiasmo che abbiamo dato a questi giovani è tanto, li aspettiamo ancora allo stadio». Una frase, questa che qualcuno ha voluto interpretare come la volontà della società a portare – anche il prossimo anno in serie B – quante più persone possibili alle partite casalinghe. Il che significa anche una campagna abbonamenti mirata, verso la quale ça va sans dire, l’attesa è già molto alta.
Poi l’appello a reti unificate: «Dobbiamo – ha detto il massimo dirigente granata – stabilizzarci in cadetteria e abbiamo bisogno di tutti per rimanere dove Reggio merita». In Sala del Tricolore ha poi preso la parola il direttore sportivo Roberto Goretti, colui che ha costruito la rosa poi risultata vincitrice del girone B. “Sono orgoglioso- ha esordito - in questa stagione abbiamo vissuto tantissime emozioni. Voglio celebrare tutti i nostri calciatori, l’allenatore e lo staff, sono stati straordinari. Riuscire a centrare l’obiettivo dopo quello che è successo l’anno scorso non fa parte della normalità: sono stati bravissimi i ragazzi a trasformare la rabbia in determinazione. Come c’era scritto nello striscione, sono contento per Reggio e la sua gente. Se lo merita questa proprietà e questa città”. A ruota è intervenuto Aimo Diana.
Parola di Capitano
Quanto alla squadra, presente al gran completo con tanto di coppa al seguito, è toccato al capitano Paolo Rozzio, alla Reggiana da sette anni, prendere il microfono: «Prima di tutto ringrazio tutti quelli che hanno lavorato dietro le quinte, a partire dalla sede. Si sono fatti il mazzo. Voglio poi spendere due parole per i miei compagni. Non sono solo compagni ma amici. Se siamo riusciti a sollevare questa coppa è anche e soprattutto merito vostro».
Fuori dal Municipio, in piazza Prampolini, spazio quindi alle foto di rito e ai selfie coi tifosi.