Fausto Rossi: «Il rinnovo? Ne parleremo...»
Il mediano ha disputato la sua miglior stagione da quando è arrivato alla Reggiana. «I tifosi mi chiedono di rimanere, ma con la società devo ancora confrontarmi»
Reggio Emilia A detta di tutti, presidente Carmelo Salerno in primis, quello disputato da Fausto Rossi è stato il miglior campionato da quando veste la casacca granata.
«Così dicono - conferma Rossi - e così ha dichiarato il presidente ».
Lo stesso presidente ad inizio stagione aveva dichiarato che di rinnovi si sarebbe parlato a fine campionato, giusto?
«Giusto».
Ad oggi la situazione qual è?
«Non ho parlato con nessuno della società e neppure il mio procuratore. Credo sia tutto rimandato al termine della Supercoppa».
La sua volontà è nota: si augura di rimanere.
«Quello che potevo fare, credo di averlo fatto egregiamente: giocare bene, dare il massimo in campo, essere un elemento di aiuto all’interno dello spogliatoio e un punto di riferimento per i miei compagni. E a detto di molti, pare che io ci sia riuscito».
Gli impegni post promozione la portano ad incontrare tanti tifosi: cosa le dicono?
«Mi chiedono di rimanere e questo mi fa molto piacere perché è la conferma che qualcosa di buono ho fatto. Ho contribuito a portare la Reggiana in B una prima volta, poi il Covid e la mazzata dell’anno scorso sono state dure da digerire. Quest’anno abbiamo portato a termine il lavoro riportando la Reggiana dove merita di stare. Sono tranquillo, ho la coscienza a posto».
Quindi non ha nulla da rimproverare a se stesso?
«Assolutamente no. E lo dico a cuor leggero, perché sento di aver dato il massimo».
Salerno ha dichiarato che per programmare il futuro metteranno da parte i sentimenti, ringrazieranno tutti ma penseranno solo al bene della Reggiana senza commettere gli errori di qualche anno fa quando ci fu un eccesso di riconoscenza.
«Sono d’accordo: nel calcio la riconoscenza non esiste. Esistono il risultato e il fatto di essere o non essere utile. Ed è quello che mi auguro farà la società nel valutare la mia situazione. Le riconoscenze non portano mai da nessuna parte e la società non mi deve essere riconoscente di nulla. Anzi, posso aggiungere una cosa?».
Prego...
«Sono io che devo essere riconoscente alla società per avermi portato qui, per avermi fatto indossare per quattro anni questa maglia, per avermi permesso di giocare in uno stadio importante, per avermi messo nelle condizioni di vincere due campionati e per avermi sempre pagato in modo puntuale. La società non mi deve nulla e se riterrà che merito la conferma ci troveremo e ne discuteremo».
Se il rapporto dovesse interrompersi sarà un divorzio senza rancore?
«Il bene della Reggiana viene prima di tutto, il presidente ha ragione. Così come sarà giusto ringraziare tutti per il risultato sportivo. Solo su un aspetto non sono d’accordo».
Quale?
«Quello dei sentimenti. I sentimenti non si mettono da parte».
Se riavvolgiamo il nastro ad inizio stagione, c’è stata la tentazione di cambiare aria?
«Mi ha sfiorato solo per un attimo, una volta iniziato il campionato ho avuto in mente solo l’obiettivo finale. Ma è una politica societaria che va accettata. Brutto da dire ma ognuno guarda ai propri interessi, e al giorno d’oggi per un giocatore trovarsi in scadenza non è un fatto positivo, ma è stata una situazione che è stata accettata. E poi l’ho sempre detto: a Reggio io e la mia famiglia siamo stati bene e sicuramente un appartamentino qui lo compreremo. Un appoggio qui l’avremo sempre».
Il suo quindi è stato un rischio calcolato?
«Calcolato più o meno. Se le cose vanno bene, come in questo caso, puoi parlare di rischio calcolato. Ma ne ero certo perché questo è un gruppo di giocatori con le palle e con un grande spirito di appartenenza».
E durante il mercato di gennaio qualche offerta è arrivata? Anche perché con il rientro di Cigarini il suo raggio d’azione si era ridimensionato.
«Qualche interessamento c’era stato».
Tutto respinto al mittente?
«L’ho saputo solo a mercato chiuso. Il mio procuratore, che sapeva benissimo quali erano le mie intenzioni, non mi ha messo al corrente di queste offerte».
La conferma di Diana è stata determinante per la sua permanenza a Reggio?
«Assolutamente sì. Fondamentale. È stato lui che ha dettato la linea nei confronti dei giocatori che erano in scadenza dicendo che se l’anno prima non era andata bene, quest’anno avremmo centrato l’obiettivo».
Avete terminato i festeggiamenti?
«Giusto così. Pranzi, cene, aperitivi: non ci stiamo facendo mancare nulla».
Con uno astemio come lei vanno al risparmio.
«Ma non è vero (ride, ndr) solo durante il campionato non bevo. Però se proprio devo scegliere preferisco un buon bianco fruttato».