La nuova Reggiana

Goretti nel mirino dell’Empoli: «Ma anche a Reggio Emilia c’è futuro»

Luigi Cocconcelli
Goretti nel mirino dell’Empoli: «Ma anche a Reggio Emilia c’è futuro»

Il ds dribbla le voci che lo riguardano e prende tempo

11 maggio 2023
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Reggio Emilia Roberto Goretti prende tempo. Sul futuro, sulla Reggiana che verrà, sul destino di Diana . E sul suo. Glissa sulle voci che, in un valzer di direttori sportivi messo in moto dal presunto approdo di Giuntoli alla Juventus, lo vorrebbero finito sul taccuino dell’Empoli. Certo, non può sfuggire la coincidenza di queste voci con una delle rare uscite pubbliche del ds granata. Quel che è certo è che la stagione deve ancora finire, sabato c’è il match di supercoppa con il Catanzaro, lunedì una cena, poi il rompete le righe. E lì, nella settimana entrante, la società dovrebbe definire il budget, dare gli input , fissare gli obiettivi. Solo sulla base di quelli il ds granata si muoverà.

Nega di aver cominciato a lavorare sotto traccia, ammette che, sì, di giocatori ne conosce tanti, tra Parma e Modena ha visto tanta B ed un’idea di quel che attende la Reggiana se la è fatta. Quella di un «campionato imprevedibile, che riserva sempre sorprese, qualche anomalia nel bene o nel male, difficile da decifrare perché ci sono ragazzini che a gennaio rendono molto di più dei primi mesi, al contrario gente esperta, di 31-32 anni su cui facevi affidamento che delude, con i fatti dice di aver ormai iniziato la fase discendente della carriera, ma in cui spesso e volentieri sono i soldi a stabilire le griglie».

E con l’arrivo di tante proprietà straniere, di fondi, negli ultimi 2- 3 anni sono aumentati, e non di poco, gli stipendi, il costo del lavoro.

Prima il budget, quindi, le scelte della proprietà , poi, di conseguenza, quelle tecniche. Goretti dice che per lui, quella di Reggio, è stata un’esperienza bella ed inedita.

«Prima ero abituato – argomenta – a dover rispondere soltanto al presidente, ad avere pochi giocatori sotto contratto, a dover ricostruire quasi ex novo organici in poco tempo, qua ho trovato 3 proprietari, un’ossatura di squadra già valida, una ottima base di partenza, una squadra ed un allenatore che avevano, sì, mancato la promozione ma al tempo stesso avevano fatto 86 punti. Per questo dico che la vittoria del campionato è il giusto premio di due anni di progettualità in cui anche chi c’era prima di me ha fatto la sua parte».

Dove e perché la Reggiana ha vinto il campionato?

«Perché in tutte le sue componenti, dirigenziali, tecniche, di squadra è stata la più brava. Attenti: non la più forte, ma la più brava».

Qual è stato il contributo di Goretti?

«Non spetta a me dare giudizi sul mio operato, diciamo che la prima mossa, quella di cedere il capocannoniere ad una diretta concorrente, è stata coraggiosa, poteva rivelarsi anche azzardata, ma ha aperto il campo ad una nuova visione, ad un nuovo modo di interpretare il quotidiano».

A proposito, anche in B è per stipulare per lo più contratti annuali oppure per avere il sì di determinati giocatori si fa più difficile?

«A Perugia per anni ho seguito una strada ben precisa, quella di non fare contratti pluriennali a giocatori oltre la trentina, ma dipende dell’input societario».

La prima scelta, ovviamente, riguarda l’allenatore. Il rapporto con Diana com’è?

«Non nego che all’inizio, diciamo fino a dicembre, è stato di confronto, anche di scontro, alla fine la gran voglia sua di vincere il campionato dopo quello che era successo l’anno prima, la mia consapevolezza che avevo , qua, un’unica chance e non potevo fallirla, ci ha fatto trovare la quadra, il giusto equilibrio».

Il sogno di Goretti?

«Costruire una squadra che abbia un suo progetto tecnico, che vuol dire una sua identità, un modo riconoscibile del vivere quotidiano, che sia duraturo, per me a Reggio ci sono tutte le condizioni per fare e bene calcio, non ultima l’impiantistica, ci vorrà del tempo, ma la sistemazione di via Agosti è fondamentale, determinante, anche e soprattutto per il settore giovanile, vogliamo che la Reggiana diventi punto di riferimento dei ragazzi della zona, dare loro la certezza che il percorso tra le squadre under e la prima squadra è diretta, portare ogni anno il migliore ad allenarsi con la formazione titolare».

A proposito di via Agosti, a luglio sarà la sede di allenamento?

«Ce lo hanno assicurato, quando la squadra rientra dal ritiro sarà lì che si allenerà».

In passato ha parlato bene del mercato francese, pescherà anche lì?

«Vedremo. Certo, negli ultimi anni la Francia è il nuovo Brasile, crescono ragazzi che hanno fisicità, potenza e tecnica».l

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