Grassi contro il Petrarca: «Pessima caduta di stile»
Il patron del Valorugby: «Il giocatore ha mancato di rispetto ma sono rimasto ancor più deluso dal blasonato Padova»
«Stavo guardando la partita in diretta, su un megaschermo che avevo fatto allestire apposta a Dusseldorf, dove mi trovavo per lavoro a una fiera internazionale. Guardavo giocare Luus e non credevo ai miei occhi. Mai visto giocare così male».
Enrico Grassi è una di quelle persone che se potessero costruirebbero per sé giornate da 25/26 ore, perché il tempo sembra non bastare mai quando hai dei progetti da realizzare o degli obiettivi da raggiungere. Ma ieri, il patron del Valorugby doveva a tutti i costi dire la sua su quel che era accaduto domenica scorsa al Mirabello quando la sua squadra ha perso gara 1 della semifinale scudetto. Nulla di particolarmente grave in quei sette punti di scarto inflitte ai granata di Manghi dai campioni d’Italia in carica del Petrarca Padova. Nulla di irrimediabile, soprattutto per uno come Grassi che ha scelto di essere un imprenditore che crea benessere per il territorio in cui lui e i suoi collaboratori vivono e lavorano. E soprattutto nulla di irrimediabile per chi, come Grassi, ha fatto della diffusione dei valori di lealtà sportiva e di etica una missione anche con la sua creatura, il Valorugby, arrivato in pochi anni – dal nulla, come Grassi, del resto – tra le prime quattro realtà rugbystiche italiane. «Il risultato di domenica scorsa – dice – si può ribaltare, io ci credo», dice parlando del retour-match. Ma non è di questo che Grassi vuole parlare, ma di quello che è successo sabato, con uno dei giocatori storici di questi anni del Valorugby che lo ha pugnalato alle spalle. «Quando ho visto come stava giocando, gli errori che non gli avevo mai visto fare – è Grassi che prosegue nel suo racconto – mi sono chiesto se non stesse bene. Potete chiederlo a chi era con me e guardava con me la partita».
Poi, siccome Grassi non è soltanto il primo tifoso del Valorugby ma anche il patron, allora, finita la partita, chiama l’allenatore. «Quando Manghi mi ha detto quel che io non sapevo, non ci volevo credere. Ma poi, un secondo dopo, soprattutto quando mi hanno riferito che Luhandre, messo di fronte alle sue responsabilità, aveva ammesso, ho detto subito: che andava messo fuori squadra. Immediatamente».
Perché è su queste cose che Enrico Grassi non transige: «Il rispetto delle persone, in primo luogo quelle che lavorano con te – dice – non deve mai mancare. Ne faccio una questione di principio? Certo, lo faccio con i miei 1200 dipendenti e non fa eccezione lo sport che amo perché lo ritengo uno sport etico».
Almeno fino a quando – vien da dire – qualcuno viene meno a questa etica.
«Guardi, da questo punto di vista mi ritengo un inguaribile romantico. Ci resto male, resto deluso quando assisto a comportamenti non etici. E in questo caso il giocatore non si è certo comportato in maniera etica andando ad offrirsi alla squadra contro la quale avrebbe dovuto giocare di lì a tre giorni. Ripeto: quando me lo hanno raccontato non ci volevo credere, anche perché – aggiunge – avevo ancora negli occhi la partita più balorda che Luhandre avesse mai disputato da quando era arrivato a Reggio».
Uno sfogo? No, non proprio. Nel mirino di Grassi c’è anche – e soprattutto – il Petrarca Padova.
«Vede – spiega l’imprenditore di Viano – non tutti i giocatori possiedono una intelligenza eccelsa, e vale un po’ per tutti i lavori. Nel nostro caso, evidentemente, il giocatore in questione non è stato, diciamo, troppo avveduto. Quello che non riesco a spiegarmi è l’atteggiamento del Petrarca Padova».
«Da una società come quella del Petrarca Padova – dice Enrico Grassi – con la sua storia e il suo blasone, non mi sarei mai aspettato un comportamento di questo tipo. L’aver accettato di contattare un giocatore avversario prima di una partita importante, la considero una caduta di stile terribile, a maggior ragione per una società gloriosa come quella. Dal canto nostro siamo talmente convinti del rispetto dei valori di lealtà sportiva che andremo fino in fondo a questa vicenda. E domenica faremo di tutto per vincere e sarà ancora più bello».