Senglin rompe il ghiaccio: «A Reggio vorrei rimanere»
La guardia Usa arrivata a gennaio si candida per una maglia
Reggio Emilia «Rimanere a Reggio? Non mi dispiacerebbe per nulla». Apre le porte al possibile prosieguo dell’esperienza in maglia Pallacanestro Reggiana, la 28enne guardia statunitense Jeremy Senglin.
Arrivato alla metà di gennaio dalla Spagna al posto del più che deludente Nembhard, ha dato regia, tiro, solidità e difesa alla Unahotels, togliendo peso e responsabilità a Cinciarini prima di un calo finale. La sua presenza è stata molto utile, a partire dal grande debutto con Milano del 22 gennaio, una vittoria esterna che regalò entusiasmo segnata dai 14 punti con 3/5 da tre. In 15 gare, metà stagione esatta, ha messo insieme 8.5 punti, con il 46.9% da due e il 45.8% da tre punti, 1.5 assist e 2.5 rimbalzi in 21.8’ di utilizzo.
Il contratto siglato a gennaio è valido sino al giugno 2024 e contiene una doppia clausola di uscita, per giocatore e società, da esercitare entro la metà del luglio 2023. A bocce ferme, come si è trovato a Reggio?
«Siamo stati molto bene, io e la mia famiglia. Reggio è una grande società con una grande storia, è passata da un’annata difficile, sotto le aspettative, affrontando sempre tutte le difficoltà con grande professionalità».
Rimarrebbe?
«Non sono cosa accadrà nella prossima stagione, proseguire a Reggio è sicuramente una delle possibilità, né parlerò con il club e con il mio agente, sia io che la mia famiglia ci siamo trovati benissimo qui e non nego che mi farebbe molto piacere continuare qui».
A Reggio, ancora in serie A. E non era scontato, quando è arrivato, vero?
«È stata una stagione dura e difficile, con un livello di competitività altissimo, ottenevamo delle vittorie importanti e anche le altre squadre in lotta vincevano, la quota salvezza si alzava settimana dopo settimana, sono molto contento di come è finita dopo un cammino così complicato».
Un cammino, il suo, partito col botto, con una grande prestazione contro la regina Milano. Quanto ha inciso?
«È stata una grande vittoria con una squadra fortissima. Avevo fatto pochi allenamenti coi compagnia ma ero carichissimo, l’atmosfera era impressionante, me la ricordo bene. E per come è finita la stagione, decisa dalla differenza canestri, è stata anche una vittoria fondamentale, oltre che piacevole da vivere».
Lei ha giocato in campionati di vertice, Spagna, Francia, Germania. Della serie A cosa dice?
«È un grande campionato, che non ha nulla da invidiare agli altri tornei. E con una grande competitività e un grande equilibrio. Questo è l’aspetto che più ha colpito».
In questi mesi reggiani non sono mancati momenti brutti. Quale è stato il peggiore?
«La striscia di quattro sconfitte consecutive fra gennaio e marzo, partita buttando via un vantaggio in doppia cifra a pochi minuti dalla fine a Brindisi. E peggiorata dalla sconfitta con Verona dopo la pausa, un risultato pesante». Quello migliore, invece?
«La fase successiva, quando fra fine marzo e aprile abbiamo vinto 4 partite su 5. Stavamo giocando bene poi purtroppo ci sono stati gli infortuni di Anim e poi di Vitali. Quelle sono state due mazzate, da cui però siamo riusciti a risollevarci».