Il sogno del Valorugby si ferma in semifinale
La squadra di Manghi manca la finale per la quarta volta di fila ma contro il Petrarca fino a metà ripresa ha sfiorato la rimonta
Padova Sul terreno dello stadio Plebiscito di Padova il Valorugby deve dire addio alle speranze, lungamente cullate in questa stagione 2022/23, di potersi guadagnare – sarebbe stata la prima volta nella sua storia – la finale scudetto di questo Top10. Lo fa nel migliore, o forse nel peggiore, dei modi: cioè dopo aver illuso, e a sua volta aver sperato, di poter ribaltare il risultato della semifinale di andata. E ovviamente a rendere ancora più amara questa uscita di scena c’è tutto il carico di polemiche che hanno fatto da intervallo tra la partita di andata e quella di ritorno. E se nelle intenzioni di coach Manghi la rabbia per il caso Luus (il giocatore che alla vigilia della semifinale avrebbe ceduto alle lusinghe del Petrarca accordandosi per il prossimo anno) avrebbe dovuto essere il detonatore per la storica remuntada, alla fine lo è stato soltanto in parte, avvolgendo tutto il Valorugby in una coltre di illusione.
Illusione
Perché fino a ripresa inoltrata i Diavoli di Manghi sono stati davanti ai loro avversari, capaci di passare in vantaggio già dopo cinque minuti di gioco con un’azione prepotente e insistita, dapprima col pack e poi mirabilmente aperta sui tre quarti, che ha permesso all’ala Colombo di schiacciare in meta. La successiva trasformazione di Newton, portando i rossoneri sul 7-0, ha contemporaneamente decretato che lo svantaggio patito una settimana prima al Mirabello era già stato, velocemente e con totale padronanza del gioco, annullato.
Prosegue di qui un incontro che vede Padova rifarsi sotto con due calci di punizione, ma pure i nostri rossoneri capaci di continuare a mantenere le redini del gioco, tanto da arrivare a metà gara ancora in vantaggio per 10-0, grazie a una punizione di Newton. La ripresa si apre sotto i migliori auspici: il gioco è sempre gestito dagli uomini di Manghi, tanto che al 5’ il Valorugby si riporta nuovamente a + 7, dunque in vantaggio nel computo totale dei due incontri, grazie a un altro c.p.di Newton.
Minuto fatale
E si arriva al 13’ del secondo tempo, momento determinante di questo doppia sfida: una rimessa laterale rossonera in difesa, viene colpevolmente lanciata lunga, oltre i nostri saltatori; se ne impossessa, quasi incredulo di tanto regalo, il Padova, che sul prosieguo dell’azione arriva in meta e pareggia i conti: 13 – 13.
Diavoli alle corde
Cambia interamente da questo momento la dinamica della sfida, con Padova che rinfrancato comincia a macinare gioco e Valorugby messo parzialmente alle corde, in parte dalla stanchezza ma forse molto più dalla consapevolezza di aver bruciato un vantaggio importante. Alla fine termina 34-16 per i veneti, che dunque raggiungono Rovigo per la finale scudetto.
Reggio, per la quarta stagione consecutiva, è costretta a fermarsi in semifinale; un risultato che dovrebbe risultare comunque soddisfacente; ma che al contempo, nessuno si sente di negarlo in casa rossonera, lascia tanto amaro in bocca. E alla fine, il coach Roberto Manghi ha dovuto consolare i suoi ragazzi e asciugare più di una lacrima in una sorta di terzo tempo mai così triste.
Amaro reggiano
A fine partita parla per tutti capitan Mirko Amenta: «È stata una partita combattuta, come ci aspettavamo e come doveva essere. Per quasi due terzi di gara l’abbiamo saputa gestire come ci eravamo prefissi. Poi il Petrarca è stato bravo a riorganizzarsi, riuscendo infine a punire ogni nostro più piccolo errore. Adesso – sottolinea il capitano dei Diavoli – c’è indubbiamente amarezza in tutti noi, ma anche la consapevolezza che siamo un gruppo, un vero e grande gruppo: e che l’anno prossimo ci riproveremo».