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«Trent’anni fa la Reggiana festeggiava la Serie A»

Ermete Fiaccadori*
«Trent’anni fa la Reggiana festeggiava la Serie A»

Il presidente Fiaccadori racconta la grande festa al Mirabello raggiunta con “organizzazione, professionalità, lavoro e talenti”. Ma decisive “sono state le persone che li hanno interpretati”

22 maggio 2023
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Reggio Emilia Il 23 maggio del 1993, trent’anni fa, la Reggiana festeggiò al “Mirabello” (con il Padova) la storica promozione in serie A, conquistata sette giorni prima a Cesena (1-1 con gol di Sacchetti e Hubner), quando i granata divennero irraggiungibili per le quinte in classifica.

Reggio Emilia, quindi, già in festa, affrontò in casa il Padova: ne uscì un pareggio, per 1-1. Per la prima volta nella sua storia, quindi, la squadra granata approdava nella massima serie.

Il campionato 1992-93 si avviò senza particolari pretese per la delusione sofferta nel campionato precedente, segnato dalla vicenda Ravanelli dapprima per il possibile trasferimento alla Juventus e poi per l’infortunio alla spalla.

La Reggiana, dopo vari risultati positivi, arrivò in testa alla classifica alla 12esima giornata in coabitazione con la Cremonese e col Venezia, per rimanere da sola in vetta dalla 19esima giornata e non lasciarla più fino alla fine della stagione.

Il 9 maggio, con la vittoria a Venezia, e dopo il successivo pareggio a Cesena (1-1) il vantaggio sulla terza classificata si portò a 9 punti con quattro partite da giocare. Praticamente era fatta. I successivi pareggi contro il Padova (1-1), la Cremonese e il Pisa e la sconfitta dell’ultima giornata ad Andria non modificarono l’esito finale col primo posto a 53 punti, con solo tre sconfitte e solo 16 gol subiti. Con il procedere del campionato arrivavano i risultati e tutta la città fu progressivamente coinvolta da questo vortice di successi, di eco sui media, di mobilitazione dei tifosi.

Il supporto alla società si era rafforzato non solo con gli sponsor, ma anche con le accresciute adesioni al “pool granata” che nel campionato avevano superato le trenta unità.

I successi del campionato portarono ad avvicinarsi alla squadra anche tantissime persone che in precedenza non si interessavano di calcio.

Da una questione delegata ai tifosi, divenne una questione di tutta la città, generando un clima di euforia.

Il “Mirabello” faceva il tutto esaurito e bandiere granata vennero appese a tanti balconi e finestre.

Sembrava essere di fronte non alla semplice vittoria di un campionato di calcio, ma ad una promozione in serie A di tutta la città.

Lavorando sodo, in cinque anni la squadra era passata dalla serie C alla serie A.

Gli elementi-chiave del successo erano una chiara distinzione dei ruoli tra i vari responsabili, la collegialità delle decisioni strategiche e le competenze professionali presenti.

La società di calcio era stata gestita come una tradizionale azienda industriale. Tante società, invece, vedevano gestioni personali dei presidenti e decisioni assunte sotto la emotività di una sconfitta subita o di una contestazione patita.

La presenza di una società solida e coerente è essenziale per raggiungere importanti risultati e la Reggiana dimostrò di esserlo in quegli anni con amministratori quali i compianti Walter Sacchetti, Vando Veroni e Franco Morini. Ma un ruolo decisivo ebbero i tecnici presenti e in particolare Villiam Vecchi, Renzo Corni e Pippo Marchioro. L’allenatore, con risorse limitate, seppe dare un gioco alla squadra avvincente e redditizio. Non vi erano stelle di prim’ordine, ma la “cooperativa del gol” (9 di Sacchetti, 7 di Pacione e Scienza, 4 De Falco …) portò ottimi risultati.

Al “Mirabello” ammirammo e furono valorizzati talenti formidabili che approdarono direttamente alla serie A come Silenzi, Paganin, Melchiorri, De Agostini, Ravanelli, Francesconi e tanti altri.

Organizzazione, professionalità, lavoro e talenti sono stati elementi essenziali, ma decisive sono state le persone che li hanno interpretati. Tutto questo ci portò nel maggio del 1993 in serie A.

Il campionato 1992-93 non fu un fulmine a ciel sereno, anche se partimmo non con il favore dei pronostici. La strada era iniziata quattro anni prima con la promozione in serie B ottenuta il 4 giugno 1989 al “Mirabello” nella partita finale con il Prato.

Poi la programmazione della serie B, con criteri di prudenza, ci permise di consolidarci, di crescere e di conseguire per tre campionati il settimo posto e con quella base solida dare la scalata alla serie A.

Sinceramente mi auguro e sono sicuro che l’attuale dirigenza societaria e lo staff tecnico della Reggiana porteranno avanti il loro lavoro esprimendo tutte le loro competenza e passione.

I tifosi e la città certamente non faranno mancare il loro appoggio, consapevoli che il campionato di serie B è avvincente, ma tanto difficile e lungo.

Non bisogna demoralizzarsi agli eventi o ai periodi negativi. La coerenza è una medicina che può essere amara, ma alla lunga premia chi non l’abbandona. Buon campionato Reggiana e “in bocca al lupo”.

* Presidente della Reggiana dal 1988 al 1993