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L’intervista

Nesta stregato dal patron Romano Amadei

Wainer Magnani
Nesta stregato dal patron Romano Amadei

Brescello: l’allenatore della Reggiana racconta l’incontro con l’imprenditore appassionato di calcio, nella sede dell’azienda Immergas: «Come me, desidera che la squadra granata metta radici in serie B»

04 luglio 2023
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Lentigione (Brescello) Alessandro Nesta ha bussato alla porta del patron Romano Amadei al primo piano di una delle tante palazzine dell'Immergas e si è ufficialmente presentato.

«È stato un colloquio molto cordiale e simpatico – ha rimarcato il tecnico granata – è stato gentile nei miei confronti e mi piaciuto tantissimo».

Cosa le ha chiesto Romano Amadei?

«Quello che tutti auspichiamo: la Reggiana deve rimanere in serie B perché è una società in crescita non solo da un punto di vista calcistico ma anche come struttura. Mi piace questo concetto di un club che migliora nel rettangolo di gioco ma anche nell'impiantistica perché significa mettere radici e avere una visione sul futuro. So che la Reggiana ha una storia importante e io stesso ne sono stato testimone: sono venuto a giocare a Reggio Emilia da ragazzino in serie A e ricordo che avevo come avversario De Napoli. Io e il mio staff promettiamo serietà, applicazione, rispetto ed educazione».

Ha visitato il ritiro, come lo giudica?

«A Toano c'è tutto per fare bene, la location è perfetta per fare un eccellente ritiro, anche a livello di ricettività alberghiera. Tutto è spettacolare».

È già riuscito ad ambientarsi a Reggio Emilia?

«Questa domanda, che peraltro ho già sentito da quando sono qui, mi fa sorridere. Perché non ho sempre vissuto a Miami, perché vengo dalla periferia di Roma e mio padre faceva il ferroviere. Il calcio mi ha aiutato ad avere qualcosa di più, ma ci tengo a dire che sono orgoglioso delle mie origini, così come sono certo di trovare a Reggio Emilia un ambiente ideale per la mia vita professionale».

Partirà per il ritiro con una Reggiana incompleta...

«Lo sapevamo, perché il mercato è questo: dovremo aspettare per completare l'organico. Iniziamo a lavorare poi speriamo che i rinforzi arrivino il prima possibile».

I tifosi hanno grande fiducia nel ds Roberto Goretti... «È giusto, e anche nella mia esperienza con lui e Pizzimenti a Perugia abbiamo fatto bene, anche se tanti giocatori sono arrivati a fine mercato. Io ero preoccupatissimo, lui meno ma sono certo che anche a Reggio farà grandi cose. Adesso conoscendolo sono abbastanza sereno perché so che mi metterà a disposizione un buon organico. Ci vorrà un po' più tempo per trovare unità d'intenti e fiducia».

L'obiettivo è la salvezza, possibilmente tranquilla ma a livello calcistico cosa si sente di promettere?

«Speriamo di raggiungere i risultati che ci siamo posti giocando un buon calcio e nello stesso tempo far crescere i giocatori che sono patrimonio del club. A Perugia ho proposto un calcio che si avvicinava alla mia filosofia mentre a Frosinone ho privilegiato la concretezza. Goretti mi ha scelto per offrire alla piazza di Reggio Emilia un calcio propositivo, mi auguro di riuscirci raggiungendo anche gli obiettivi».

Nel suo staff c'è un allenatore di grande esperienza come Rubinacci, come è nato questo tandem?

«Abbiamo fatto assieme il corso a Coverciano, mi ha incuriosito ciò che diceva durante le lezioni e quindi l'ho voluto al mio fianco».

L'idea tattica è quella di una difesa a quattro e l'utilizzo delle ali più un trequartista?

«Questa è la traccia su cui stiamo lavorando poi dipenderà da cosa ci offrirà il mercato. Sono abbastanza flessibile però vorrei giocare con la difesa a quattro e sfruttare le fasce laterali. A Perugia ho giocato senza le ali, in una sorta di 4-3-1-2, mentre nella Reggiana vorrei proporre una soluzione diversa: con due mediani, il trequartista, una prima punta e due ali. Poi, come detto, dipenderà da ciò che ci offrirà il mercato».

Il mercato è solo agli inizi ma le trattative che stanno per essere ufficializzate indicano un organico composto da giovani e poi da atleti più esperti alla ricerca di un riscatto o di una consacrazione...

« In serie B contano molto le motivazioni. Se ti affidi a giocatori che da anni militano in serie B, questa loro “stanchezza” psicologica può essere controproducente».

Il concetto è avere dei giocatori con la mente libera da condizionamenti?

«Il calcio pratico ha pagato in termini di risultati ma ritengo che anche proporre un gioco più ragionato e coinvolgente possa aiutare a migliorare i giocatori e nello stesso tempo a farci divertire».

Il difficile sarà far combaciare queste due esigenze: i risultati e un calcio divertente...

«A Perugia ci siamo riusciti, andando ai playoff con una squadra che sulla carta non aveva molte credenziali. Sono fortemente convinto che se credi in un obiettivo ci devi provare con forza».

Il mercato della Reggiana ha privilegiato la difesa con Bardi, Duarte, Romagna, Mbaye, Marcandalli, Pieragnolo: come il voler costruire una casa partendo dalle fondamenta.

«Diciamo che i difensori costano meno ma poi sono convinto che arriveranno anche gli attaccanti forti, anche se non subito».l