Il Ct Reggio promosso in serie A2 grazie ai ragazzi del suo vivaio
Con il “veterano” Guerrieri brillano anche i baby Bartoli e Sansone
Reggio Emilia Il Circolo Tennis Reggio Emilia festeggia la promozione in Serie A2 maschile a squadre, al termine di un return match mozzafiato sul campo del Tennis Club Alberto Bonacossa di Milano.
Dopo il 3-3 dell’andata, la squadra guidata da Jacopo Marchegiani e Renato Medioli doveva – un po’ come accaduto nel primo turno dei playoff – rovesciare il fattore campo e ci è riuscita al termine di 6 match per nulla scontati col punteggio di 4-2.
Il doppio decisivo
L’inizio non è purtroppo favorevole alla squadra reggiana: Pavel Nejedly, infatti, cede 6-2, 4-6, 6-4 a Filippo Speziali, che la settimana prima si era arreso di fronte al tennista ceco; il Ct Reggio, tuttavia, trova subito la risposta ai padroni di casa con i suoi “vivai”, visto che Riccardo Sansone regola in rimonta Filippo Maria Lucini (2-6, 6-3, 6-4), poi è Riccardo Bartoli a portare i compagni in vantaggio grazie al 6-2, 7-6 a Matteo Ceradelli. L’ultimo singolare è appannaggio di Andrea Guerrieri che, esattamente come 7 giorni prima, lascia il primo parziale a Simone Roncalli per poi imporsi alla distanza (4-6, 6-2, 6-2).
Sul 3-1 basta una vittoria per salire in Serie A2 e le cose sembrano mettersi bene quando Pavel Nejedly e Leo Baldi vincono il primo set su Veestegh-Speziali ma i milanesi non mollano la presa, si aggiudicano il secondo parziale al tie-break e accorciano sul 3-2 al super tie-break del terzo set (1-6, 76, 10-8); a far esplodere la festa del Circolo Tennis Reggio Emilia sono Guerrieri e Sansone, che hanno la meglio col punteggio di 7-5, 7-5 su Lucini-Fossati.
Hanno detto
«Questa è stata la terza partecipazione ai play off in 4 anni. Le prime due volte siamo usciti di pochissimo, stavolta invece abbiamo vinto anche se sul "filo di lana» spiega il presidente Stefano Benassi, chepoi aggiunge: «Salire in A2 è un’impresa difficilissima, se n’è accorta una corazzata come Cagliari che ha vinto il nostro girone ma ieri ha perso in finale. Sulla carta non eravamo favoriti, così come con Ragusa, ma siamo riusciti a tirar fuori la prestazione nei "momenti chiave». «Si tratta di una grande emozione dopo un lungo percorso. Ogni anno iniziavamo con questo obiettivo e poi, per qualche motivo, non riuscivamo a raggiungerlo – è il commento di Jacopo Marchegiani, capitano della squadra – Dopo il 3-3 di domenica scorsa, con l’ultimo doppio perso 14-12, sapevamo di dover cambiare qualcosa, visto che sulla terra battuta è da tempo che fatichiamo un po’, e abbiamo pensato di invertire i due “vivai”: Sansone e Bartoli hanno tirato fuori energie extra nella giornata più importante, cambiando totalmente l’inerzia del match». Un pensiero sul futuro: «Lavoriamo senza fretta e senza ansia per costruire i Sansone ed i Bartoli del futuro. Servono 5/6 anni di costruzione e un po’ di pazienza, ma siamo convinti del nostro percorso. La A2? Dovremo rinforzarci in qualche modo, ma preferiamo affrontarla coi nostri ragazzi, visto che anche Guerrieri è uno di famiglia, oltre che con ragazzi come Nejedly o Lustig di grande affidabilità e coinvolgimento».
Grande la gioia anche di Renato Medioli, storico maestro di tennis del Circolo di via Hugo. «Chi interpreta lo sport come lo viviamo noi, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, da quando siamo piccoli, vive per giornate del genere, che ripagano di tanti sacrifici a livello famigliare. Credo che la differenza tra noi e altre squadre sia proprio il volersi bene e il dare il massimo l’uno per l’altro: questo gruppo è cresciuto insieme, con l’eccezione di Nejedly che si è tuttavia integrato alla perfezione e ha dato l’anima. Siamo sempre stati sfavoriti nei pronostici in questi anni, tolto i match di Guerrieri, ma siamo riusciti sempre a dare quel qualcosa in più fino a raggiungere il traguardo. Mi permetto di menzionare Leonardo Baldi, che ha vinto gare importanti quest’anno, in quella che la sua ultima annata da vivaio (visto che compirà 30 anni – ndr): si era ripromesso di lasciare il testimone ai più giovani in Serie A, è stato di parola. Non dimentichiamoci, da ultimo, dei soci che ci hanno seguito a Milano, col direttore Dallari in testa, per sostenerci: giocavamo fuori casa, ma loro hanno svolto un ruolo fondamentale». l
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