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«Portanova alla Reggiana? Restituisco l’abbonamento»

«Portanova alla Reggiana? Restituisco l’abbonamento»

Una tifosa: «Come donna e insegnante non posso accettarlo»

17 luglio 2023
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Reggio Emilia L’imminente arrivo del centrocampista Manolo Portanova sta inasprendo il dibattito tra i tifosi circa l’opportunità di questa scelta. Il centrocampista 23enne del Genoa dovrebbe aggregarsi in queste ore ai giocatori della Reggiana in ritiro a Toano - in prestito dal Genoa - anche se nessuna comunicazione è stata fatta dalla società. Era atteso già ieri, ma pare che il suo volo da Catania sia slittato a causa dell’incendio avvenuto nello scalo siciliano.

Il caso è scottante, perché, come noto, Portanova è stato condannato lo scorso dicembre in rito abbreviato a sei anni di reclusione per violenza sessuale di gruppo. L’episodio si sarebbe consumato nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2021 in un appartamento di Siena. Il giovane ha presentato appello e l’iter giudiziario, dunque, non è concluso.

La Reggiana ieri ha ricevuto la prima richiesta di disdetta da parte di una abbonata. A firmarla una tifosissima di Cavriago, Liusca Boni, che ha scritto una lettera alla società, che poi ha anche pubblicato sul suo profilo Facebook. «Guardi – esordisce al telefono – non metto minimamente in dubbio il principio costituzionale della presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva. Ma questo non toglie che, come donna, insegnante e tifosa della Reggiana sono contraria per motivi di opportunità all’arrivo di questo centrocampista. Evidentemente, la società avrà fatto delle considerazioni di carattere sportivo. Si tratta di un giocatore molto forte, che vestirebbe la maglia granata a condizioni di favore». Tanto basta, per altri sostenitori, per approvare il suo ingaggio.

Nella sua lettera Liusca Boni bolla questa operazione come «cinismo sportivo». Perché «pur di avere ad un prezzo stracciato un buon giocatore a centrocampo, la Reggiana ha scelto di fregarsene della sensibilità di tutti quei tifosi che in questi giorni hanno espresso contrarietà. Inoltre, che sia un buon giocatore è tutto da dimostrare. È fermo da mesi e avrà la testa concentrata sul suo processo».

La docente, che insegna inglese allo Zanelli, e da trent’anni sostiene i colori granata, ha fatto sapere alla società che «a queste condizioni non mi è possibile venire allo stadio ad incitare i vostri colori. Soprattutto, non mi è più possibile a scuola tifare i vostri colori. Il granata non sarà più il mio colore finché sarà vestito da Portanova».

Pertanto, la tifosa chiede la restituzione dei soldi dell’abbonamento, che aveva sottoscritto esercitando il diritto di prelazione.

«In nessun caso intendo, con i miei soldi, pagare lo stipendio di un condannato in primo grado per stupro di gruppo». Boni annuncia che il suo dissenso si estenderà anche nei confronti degli sponsor della squadra granata.

«Questa mia posizione mi ha anche provocato degli insulti – spiega la cavriaghese alla Gazzetta di Reggio –. Era accaduto nei giorni scorsi e anche oggi in qualche pagina social sono stata offesa». Sulla scelta di disdire l’abbonamento, influisce anche il lavoro della tifosa.

«Di mestiere sono una docente di scuola superiore e il calcio è spesso stato un’occasione di dialogo con i miei studenti. Perché da sempre convinta che sia uno sport portatore di valori e regole. Ho sempre invitato i miei studenti a tifare Reggiana, a venire allo stadio con me, a privilegiare la squadra del nostro territorio piuttosto che il gesto atletico delle grandi squadre di serie A. Perché ci sono valori più importanti, come quelli che ad esempio le tifoserie organizzate reggiane fanno quotidianamente nei confronti del volontariato».

L’insegnante è stata colpita, in negativo, dalla presa di posizione di altri supporter. «Sono impegnata quotidianamente nell’insegnamento dell’educazione civica. E so bene che ogni individuo è innocente fino a sentenza definitiva. Ma so anche, e basta leggere i commenti beceri di molti nostri tifosi, che la donna che lo ha accusato è già stata messa sul banco degli imputati. Più dello stesso Portanova. Viviamo in un paese non a misura di donne, con una magistratura che ancora emette sentenze che riconoscono attenuanti ad assassini perché “innamorati” di donne “disinibite”. È sentenza di questi giorni».l

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