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«È il derby del mio cuore»

«È  il derby del mio cuore»

Daniela Gozzi, dg del Monza, ritrova domenica la sua Reggiana  «Conobbi Nesta al Milan e l’ho sempre stimato moltissimo»

11 agosto 2023
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Wainer Magnani

Reggio Emilia Modena, Reggio Emilia, Milano, Monza: è il cammino di una vita dedicata al calcio con passione, competenza, amore e una straordinaria sensibilità.

Nel mondo del calcio di Daniela Gozzi è entrata nel 1976, quando arrivò alla Reggiana come segretaria. La sua prima esperienza in granata si concluse nel 1983.

La sua seconda tappa nel mondo del calcio fu Modena, dove dal 1983 al 1988 ricoprì il ruolo di direttore generale, prima di fare nuovamente ritorno alla Reggiana fino al 2003, diventando direttore generale e presidente della Mirabello 2000, società che costruì lo stadio.

Nel 2003 fu chiamata al Milan da Adriano Galliani e ha ricoperto il ruolo di direttore del mitico stadio Meazza a San Siro, ruolo che ha occupato fino al 2014. Nel 2018 Adriano Galliani l'ha quindi chiamata al Monza, in Serie C, per realizzare un sogno che oggi è diventato realtà: il club brianzolo è diventato un modello calcistico, in uno stadio come il Brianteo, ribattezzato U-Power Stadium all'altezza della Serie A. Domenica ritroverà la “sua” Reggiana dopo tre anni.

«Per me la Reggiana è una questione di cuore - ammette -. Reggio Emilia è la città dove sono nata, dove ho le mie radici, i miei familiari e dove ho mosso i miei primi passi da dirigente. E la Reggiana è la squadra che andavo a vedere con mio papà, la squadra del cuore della mia famiglia. Sono felice che sia tornata in B, vincendo il campionato. Tre anni fa ha subito una retrocessione amara, in una stagione complicata a causa del Covid».

«Monza-Reggiana, razionalmente, per me sarà il derby del cuore. Tre anni fa mi hanno regalato una maglietta che ancora conservo» spiega.

Ci sono molte similitudini tra ciò che Daniela Gozzi ha realizzato a Reggio Emilia e a Monza con una grande differenza.

«A Monza abbiamo fatto un'impresa alla velocità della luce: in cinque anni siamo passati dalla C alla A trasformando lo stadio Brianteo in un moderno impianto sportivo. Mia madre dopo aver visto il trofeo Berlusconi con l'U-Power Stadium pieno di gente mi ha detto “adesso hai uno stadio vero”. Anche a Reggio Emilia abbiamo fatto lo stesso percorso ma con tempistiche diverse, a tappe. Storie diverse, contesti particolari ma alla base ci sono le stesse emozioni, uniche, sincere con un segreto: i rapporti umani. Oggi ho una maturità diversa, maggiore esperienza ma è nella capacità di essere un gruppo che si costruiscono i successi».

Un segreto che vale per chi sta dietro le quinte e per chi è protagonista in campo.

«È così - conferma -. I traguardi si raggiungono se c'è unità d'intenti, affiatamento. Ci sono stati momenti di difficoltà, alla Reggiana come al Monza ma ho sempre trovato chi era pronto ad aiutare, a raccogliere la mano tesa per risolvere i problemi. Al Monza ho avuto la fortuna di lavorare con persone giovani, ricche di entusiasmo e voglia di stare assieme. Lo stesso spirito che ho visto in campo e nel nostro allenatore».

A proposito di allenatori, Daniela Gozzi ritroverà Alessandro Nesta sulla panchina della Reggiana.

«Sarà una bella sensazione rivedere Alessandro Nesta in un'altra veste e oltretutto allenatore della Reggiana - sottolinea -. L’ho conosciuto da giocatore quando dalla Lazio era approdato al Milan, è un campione in campo che ho sempre apprezzato e stimato. Anche questo incontro, per me, sarà un piacevole ritorno al passato. È bello rivedere dei ragazzi che diventano uomini, crescono, cambiano ruolo. Lo saluterò con affetto».

Nel passato e nel presente di Daniela Gozzi c'è un dirigente che ha inciso nella sua vita professionale.

«Adriano Galliani è il dirigente sportivo più vincente di sempre. Un innamorato del Monza e da sempre ne è tifoso».

Il pensiero, però, va anche a Silvio Berlusconi. «Il nostro presidentissimo. Ci manca tanto il suo entusiasmo e l'attenzione che metteva in ogni cosa. Cercheremo di fare di tutto e di più per onorarlo. Berlusconi era un entusiasta della vita e a tutti noi ci ha lasciato una grande eredità spirituale. Ci ha insegnato a realizzare i sogni in cui crediamo».