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«Pettinari - Gondo la coppia gol ideale»

Wainer Magnani
«Pettinari - Gondo la coppia gol ideale»

Elvis Abbruscato, ex di Reggiana e Cremonese alla vigilia del match contro i grigiorossi di Ballardini

11 settembre 2023
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Reggio Emilia Elvis Abbruscato, nato a Reggio 42 anni fa, cresciuto nelle giovanili granata, ora fa l’allenatore. E da tecnico ha seguito da vicino la Reggiana sia in partita sia in allenamento, conosce bene la serie B e quando si parla di gol ha sicuramente i titoli per dire la sua: in carriera ha segnato 114 gol a livello professionistico. E' stato un bomber di Arezzo (20 gol) Lecce (12 gol), Vicenza (19 e 13 gol) e da allenatore ha fatto parte della nazionale italiana come vice nella Under 18 e osservatore per le squadre giovanili prima di sedersi sulla panchina della Primavera della Reggiana e lo scorso anno del Mantova. Infine, è anche un doppio ex della prossima sfida dei granata.

Come si può inquadrare Reggiana-Cremonese?

«Sul piano del ritmo la Reggiana può mettere in difficoltà la Cremonese, soprattutto con le ripartenze. La formazione di Ballardini cerca sempre il possesso palla e si presta a subire gli avversari in contropiede. È una squadra di valore ma deve togliersi la superbia che è una caratteristica delle squadre retrocesse dalla serie A. Come lo Spezia, deve cancellare le scorie della retrocessione. Ha un potenziale enorme anche se centralizza molto la manovra su Vasquez che è un giocatore fuori categoria tanto che a volte le sue giocate non vengono capite dai compagni».

La Reggiana, però, fatica a finalizzare il gioco e in fase d'attacco è piuttosto evanescente...

«La manovra negli ultimi 25-30 metri è un problema di tutte le squadre. Rispetto alla mia generazione sono cambiati gli attaccanti e il loro modo di stare in campo. Oggi pensano più ai movimenti, ad andare a pressare i difensori che alle conclusioni. Si è un po' perso l'istinto per andare in gol”.

In ogni caso la Reggiana ha segnato solo tre gol in quattro partite ma soprattutto calcia poco in porta.

«Ho molta fiducia in Pettinari, un attaccante che sa fare tutto: lega bene il gioco e sa segnare. Adesso non è in condizione e si vede, ma quando starà bene fisicamente potrà andare alla ricerca dei giusti spazi e dei palloni utili per il gol. Sono convinto che darà grandi soddisfazioni alla Reggiana perché la squadra arriva bene negli ultimi sedici metri. E poi non dimentichiamo Gondo e il suo strapotere fisico nell'attaccare la profondità. Gondo e Pettinari possono giocare assieme, anzi li vedo proprio bene come coppia d'attacco».

Si può parlare di una Reggiana in crescita?

«La fase difensiva è migliorata, come la quadratura a centrocampo con Bianco, Portanova e Kabashi. Crnigoj è un altro centrocampista di valore, esperienza e forza, così come Melegoni, quando tornerà a disposizione è un bel giocatore».

Qualcuno si è distinto sinora?

«Bianco è superlativo ma anche Vergara sa accendersi e non sai mai quello che può fare, è intelligente. Un altro giovane interessante».

Come valuta Natan Girma che è la vera rivelazione di questo avvio di stagione della Reggiana?

«Quando Girma si convincerà del suo potenziale diventerà devastante. L'ho visto in partita e in allenamento: è un giocatore che sa giocare negli spazi stretti e in campo aperto. Deve migliorare la conclusione a rete ma soprattutto credere in se stesso, però ha dei colpi superlativi. E' un atleta difficile da andare a prendere, perché tecnicamente è forte. Sì, una bella sorpresa. Portanova? E' fuori categoria, deve solo calarsi nella realtà della serie B e avere la giusta condizione fisica».

Dove colloca la Reggiana in questo campionato di serie B?

«Ho visto tutte le prime quattro partite e credo sia una squadra certamente da salvezza ma potrà anche fare di più se alcuni giocatori alzeranno il livello tecnico della squadra. Marcandalli, ad esempio, tra tre anni giocherà in Champions».

Addirittura?

«Marcandalli è il difensore che ha le migliori potenzialità di tutta la serie B. Non ho mai visto un giocatore alto un metro e novanta con la sua velocità. Ha un fisico internazionale. E' un ragazzo del 2002 che deve ancora togliersi il preconcetto di riuscire sempre a recuperare la posizione in virtù delle sue doti atletiche. Quando diventerà meno superficiale il calcio italiano si accorgerà di lui. La sua fortuna è anche quello di essere allenato da uno come Alessandro Nesta».

A proposito: come valuta il collega Nesta?

«Il giusto connubio tra la persona di un'umiltà unica e il perfetto comunicatore sul campo. Nesta non ha bisogno di inventarsi niente, parla per la persona che è: coerenze nel suo modo di essere. Se poi aggiungiamo che ha uno staff preparato, il quadro è più che positivo».

Cosa l'ha impressionata?

«Seguendo gli allenamenti della Reggiana noti dei contenuti e un preciso programma teso ad aggiungere ogni giorno qualcosa in più. Non snatura i suoi principi e si vede che in questi due anni di inattività ha studiato».

A livello di allenatori di serie B cosa ha notato in particolare?

«Ho notato che si dividono in due categorie: allenatori che sposano il bel gioco e altri che privilegiano la strategia».

Ad esempio?

«Pirlo e Aquilani amano l'estetica del calcio ed è un modello applicabile se hai giocatori tecnici. Il segreto è avere una squadra tecnica e allo stesso tempo efficace».

Nesta dove lo colloca?

«In una vita di mezzo: sa quando deve sporcarsi le mani per andare alla ricerca del risultato. A Parma l'ha dimostrato giocando una partita di temperamento ma contro il Palermo ha fatto 25' di gran calcio. Deve ancora trovare l’amalgama soprattutto con gli ultimi arrivati. Del resto, si sapeva che con un mercato di attesa si poteva pagare qualcosa all'inizio».

Chi sono gli allenatori che amano la strategia?

«Bianco del Modena in assoluto, lo stesso Vanoli del Venezia. Sono squadre difficili da affrontare».

E Ballardini della Cremonese? «Non si è ancora calato nella realtà della serie B».

C'è una squadra rivelazione?

«Il Catanzaro su tutti per affiatamento. E' una squadra che sa quello che deve fare in campo».

Dopo le esperienze nelle giovanili di Reggiana e Mantova cosa c'è nel suo futuro?

«Vorrei allenare una prima squadra e in attesa vado a trovare De Zerbi per imparare».l

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