«Più che pensare a vincere la Reggiana deve sbagliare meno»
Marcello Montanari sul match col Bari
Reggio Emilia A Reggio è cresciuto, trasferito qui ancora bambino dalla natia Portoferraio, ha esordito da ragazzino ma praticamente mai giocato - solo sette presenze -, fatto l’osservatore, il vice allenatore, per qualche partita pure guidato la prima squadra, a Bari è rimasto cinque anni, vinto due campionati di B, maturata tanta esperienza.
Se, però, chiedete all’ex granata Marcello Montanari come vive l’attesa del match di sabato, se, in una parola, si senta più reggiano o barese, non vi sono dubbi.
«Reggiano- dice- tutta la vita. Bari è stata una bella esperienza, una parentesi lavorativa, a Reggio ormai sono di casa da oltre cinquant’anni, questa è in tutto e per tutto la mia città».
Reggiana e Bari non se la passano benissimo, entrambe hanno vinto solo una volta, i granata sono reduci dalla scoppola di Terni, in Puglia comincia a serpeggiare malumore tra la tifoseria, che partita dobbiamo attenderci?
«Premesso che il Bari è più strutturato, costruito per obiettivi diversi, è quello più indietro. Siamo solo agli inizi. Le due squadre per motivi diversi hanno cambiato tanto, bisogna concedere il tempo di conoscersi, capirsi, non si diventa squadra in pochi mesi. Mi aspetto una partita equilibrata, tipica di un campionato tremendo».
Perché tremendo?
«È lungo, estenuante, non ti puoi rilassare, quando pensi di essere al top la caduta è dietro l’angolo, ti può capitare di partite bene ed arrivare male o viceversa, c’è tanta qualità, anche nelle squadre meno blasonate trovi un paio di giocatori capaci di risolvere la partita con una giocata individuale, non è una frase fatta ma davvero in B puoi vincere o perdere con chiunque».
Un giudizio sulla Reggiana?
«Ho visto alcune partite, mi sembra che alterni, anche nel corso della stessa partita, buone cose a momenti di difficoltà, per me più che a pensare a vincere deve trovare continuità nella prestazione, perché quella poi porta i risultati, soprattutto ti da coraggio, autostima e poi un’altra cosa».
Prego?
«Imparare a commettere meno errori, finora ne ho visti un poco troppi e rischi di pagarli, ci vuole attenzione sempre».
Finora la Reggiana è rimasta a secco quattro partite su otto, la metà, è lì in fase offensiva il problema maggiore?
«Non lo so, il dato è evidente ma serve equilibrio tra fase offensiva e difensiva, torniamo al discorso di prima, per assimilare determinati meccanismi serve tempo».
La bruttissima partita di sabato può lasciare scorie, togliere certezze o si può resettare facilmente?
«Bisogna guardare avanti, ci mancherebbe altro, l’importante è capire perché è successo, certe prestazioni non sono ammissibili, ma di questo ne sono consapevoli per primi in casa granata, non debbono più ripetersi, ma succede a tutti, anche alle squadre più forti nel’arco di una stagione di incappare in una giornata storta, basta resti un’ eccezione».
E il Bari, quanto può risentire delle scorie del campionato scorso, della delusione di una seria A sfumata all’ultimo secondo, può essere questo il grosso handicap dei pugliesi?
«Ma no, anzi, in chi è rimasto dovrebbe dare maggior spinta per riprovarci subito, la convinzione di avere dei valori se te la sei giocata sino all’ultimo, non conosco le dinamiche di quello spogliatoio, ho visto solo spezzoni, ma ha gente di qualità, ha cambiato tanto, avuto qualche infortunio di troppo, è partito con grandi aspettative, forse troppe».
E Marcello Montanari adesso è sempre in attesa di una chiamata?
«Per ora sono libero. Vado a vedere partite, la voglia di tornare c’è sempre, qualche telefonata è arrivata, ma non voglio impelagarmi in situazioni strane, di poca chiarezza. Ho già dato».
L’ex granata non lo dice ma il riferimento pare esplicito ai tempi in cui il duo Barilli-Vavassori lo catapultò a Busto Arzisio e pure a momenti gli riusciva il miracolo di salvare sul campo la Pro Patria.