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Luciano Foschi: «La Reggiana? Vedo troppi sbalzi d’umore...»

Wainer Magnani
Luciano Foschi: «La Reggiana? Vedo troppi sbalzi d’umore...»

«In alcuni momenti sembra fortissima, subito dopo si spegne»

18 ottobre 2023
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Reggio Emilia Il calcio ha il potere di farti innamorare e quando riesci a compiere una grande impresa, quel sentimento entra a far parte della tua anima e del tuo cuore. Questo è ciò che è successo all'allenatore Luciano Foschi e non c'è esonero che possa cancellare l'amore smisurato nei confronti del Lecco.

«Non posso che ringraziare i tifosi, i dirigenti e quel meraviglioso gruppo di ragazzi – spiega il tecnico di Cavriago -. Una squadra che ho nel cuore, stampato sulla mia pelle e sono sincero: mi auguro che raggiungano la salvezza per non buttare via tutto quanto abbiamo fatto».

Un esonero atipico, anzi da vincente...

«Ne ho avuti altri di esoneri ma questo è del tutto particolare e unico. A memoria non ricordo una cosa del genere: solitamente un esonero viene accompagnato da critiche, insulti, offese. Il mio è stato caratterizzato da manifestazioni d'affetto. I tifosi sono venuti a mia insaputa, con striscioni e fumogeni fuori dal ristorante dove ero a cenare con mia moglie. In città ho firmato autografi e fatto selfie».

Non poteva essere diversamente per chi ha scritto la storia del Lecco.

«È vero anche questo, perché il Lecco è tornato in serie B dopo 50 anni ed è per questo che mi auguro possano rimanerci. Abbiamo vinto andando oltre le nostre potenzialità e questo è stato ancora più esaltante».

Alla vigilia del campionato aveva sognato e sperato di essere in panchina per Reggiana-Lecco, di poter entrare da allenatore al Città del Tricolore...

«È vero, non ce l'ho fatta. Guarderò la partita da tifoso. Avrei preferito essere in panchina, la vedrò in televisione. La mia simpatia sarà sempre per la Reggiana ma ora il mio cuore è per il Lecco».

Che idea si è fatto della Reggiana?

« Ci sono partite in cui mi ha dato l'impressione di essere una squadra forte, importante e che può puntare anche ai playoff. In altre circostanze ho invece visto una formazione che deve pensare solo alla salvezza».

Un'alternanza anche all'interno della stessa partita?

«Proprio così. Va a momenti ma quando riuscirà a capire qual è la sua dimensione, prendendo consapevolezza dei propri mezzi, avrà compiuto il salto di qualità».

Una Reggiana che ha cambiato tanto.

«È vero ma siamo a metà ottobre e c'è stato tempo per mettere assieme il gruppo. Adesso è arrivato il momento di mostrare la propria identità».

La sfida col Venezia è l'occasione giusta?

«Il Venezia è più attrezzato della Reggiana ma ciò non significa nulla perché questo è un campionato dove regna l'equilibrio che può essere infranto solo da episodi o da giocate individuali».

La Reggiana ha pagato qualche errore di troppo, al Venezia è andato tutto bene...

«Non credo alla fortuna ma alla capacità di sfruttare quell'occasione. Così come l'errore che paghi a caro prezzo è pur sempre una disattenzione che non ti puoi permettere».

Il Venezia ha i favori del pronostico?

«Non credo che per il Venezia sarà facile affrontare una Reggiana che ha qualità tecniche, forza fisica ed entusiasmo».

Riprendere il campionato dopo una sosta può alterare i valori in campo?

«Questo è un torneo che vive di momenti. Adesso Parma, Venezia e Palermo sono le grandi protagoniste ma tra un mese i valori e la classifica potrebbero sorridere a Cremonese o Catanzaro. C'è grande equilibrio tra tante squadre di valore, non a caso in questi ultimi anni fino all'ultima giornata non sai chi approda in serie A e chi retrocede».

Che serie B ha trovato?

«Un campionato equilibrato dove la differenza la fanno quei giocatori di categoria superiore, soprattutto in attacco anche se i bomber sono sempre gli stessi: Coda, Cutrone, Pohjanpalo. Ci sono giovani di talento, nazionali stranieri e tanti giocatori che potrebbero militare in serie A».

Rispetto alla serie C sembra un altro campionato?

«Pensavo, sbagliando, ci fosse meno differenza tra i due campionati rispetto a quello che ho trovato. In realtà la differenza ci sta tutta ed è visibile».

Come sarà la lotta per la salvezza? Incerta fino all’ultims partita?

«È un campionato imprevedibile, dove non si può fare un pronostico e ogni partita è aperta a qualsiasi risultato. L'unica cosa che ho notato è che si cerca sempre più di annullare l'avversario anziché sviluppare una propria idea di gioco».l

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