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«La Feralpi sa far male»

Luigi Cocconcelli
«La Feralpi sa far male»

Il monito alla Reggiana arriva dall’ex Giuseppe Magalini «Non è una squadra in disarmo, col Catanzaro s’è visto»

27 ottobre 2023
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Reggio Emilia Parlare di ultima spiaggia o giù di lì, di partita fondamentale quando non si è nemmeno ad un terzo del cammino, pare un poco azzardato, sa di frase fatta, di luogo comune del calcio. Eppure per la Feralpi Salò la partita di domani rischia davvero di rappresentare uno spartiacque tra speranze di salvezza e muro, anche psicologico, poi davvero difficile da scalare.

I gardesani, bestia nera della Reggiana che spesso e volentieri ci ha perso, a cominciare dagli ultimi tre incroci, sono ancora alla ricerca della prima vittoria interna, i dati dicono che ha sempre subito gol, in settimana hanno anche cambiato allenatore.

Via Vecchi, l’autore della prima storica promozione in Serie B e arrivo di Zafferoni, nella speranza che sappia ripetere quanto fatto il campionato scorso quando ereditò un Verona per tutti già spacciato e, assieme a Bocchetti, lo seppe portare alla salvezza nello spareggio con lo Spezia.

C’è chi da lontano mette in guardia la Reggiana, la invita, mai ce ne fosse bisogno, nel non cadere nell’errore di sottovalutare l’avversario.

«A parte - spiega Giuseppe Magalini che con il suo Catanzaro se ne sta lassù, in seconda posizione e che nell’ultimo turno ha sconfitto la Feralpi - che in B non esistono partite scontate, già scritte prima di entrare in campo, io i gardesani non li ho visti male, non mi sono sembrati una squadra in disarmo, almeno sino alla nostra prima segnatura».

Poi cosa è successo?

«Lì sono andati in difficoltà, più morale che tecnica, ma prima erano stati benissimo in partita, hanno colpito un palo, si sono visti annullare una rete per fuorigioco millimetrico dal Var, anche con il Brescia mi aveva fatto una buona impressione».

Pregi e difetti?

«Hanno giocatori di spessore, una buona organizzazione, là davanti Butic è bravo, il difetto quello di aver mollato una volta in svantaggio, ma sono giudizi evanescenti, che lasciano il tempo che trovano dopo il cambio di guida tecnica».

In che senso?

«Che non so cosa di diverso apporterà Zaffaroni, quali corde saprà toccare e quali accorgimenti adotterà».

Tatticamente non dovrebbe cambiare, ultimamente la Feralpi dietro si metteva a 3 e Zaffaroni è su quell’impostazione, anche per questo era stato accostato alla Reggiana per il dopo Alvini e prima che la scelta cadesse su Diana…

«Sì, la difesa a 3 è un poco il marchio di fabbrica di Zaffaroni, ma in sede di mercato la Feralpi è stata costruita per un 4-3-3, che Vecchi ha abbandonato solo nelle ultime due gare, chissà che non lo ritenga più congeniale all’organico».

Per ora il nuovo tecnico ha battuto il tasto della compattezza, unità di intenti e del lavoro come vera forza del gruppo. In pratica la Feralpi gioca in campo neutro: alla lunga quanto penalizzante è questa situazione?

«Tanto, perché non hai il fattore campo dalla tua e di fatto sei sempre in trasferta. Noi che abbiamo dovuto giocare la prima a Lecce e senza pubblico sappiamo benissimo la differenza che c’è tra l’avere o non avere l’appoggio, il sostegno di 12 mila persone».

Ora, a onor del vero, 10 mila presenze sugli spalti la Feralpi faceva fatica ad averli anche a Salò. Per la partita di domani la società ha messo a disposizione navette gratuite per Piacenza, ma al “Garilli” forse saranno di più i sostenitori granata.l

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