Gazzetta di Reggio

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Pieragnolo: «Alla Reggiana per imparare»

Luigi Cocconcelli
Pieragnolo: «Alla Reggiana per imparare»

Calcio Serie B: gran maturità a dispetto dei vent’anni. «Il posto giusto per la mia crescita»

23 novembre 2023
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Reggio Emilia Volto pulito, atteggiamento misurato, serio, legatissimo alla famiglia tanto da confessare di aver pianto per una settimana intera anni fa, quando giovanissimo lasciò la natia Padova per inseguire a Sassuolo il sogno di ogni bambino, fare il calciatore, un tipo senza fronzoli che per ingannare il tempo libero ha deciso di iscriversi all’università, facoltà telematica di sport and management.

Insomma, per abusare di una frase fatta, Edoardo Pieragnolo è il classico bravo ragazzo che tutte le madri vorrebbero come fidanzato della figlia. Ma c’è un ma. Lui la fidanzata l’ha già, vive a Padova, a lei avrebbe dedicato il gol del pareggio di Cosenza se un diabolico intervento del Var non fosse andato a trovare un fuorigioco. Dediche a parte, per la fidanzata ha parole dolcissime: «Siamo molto legati, le debbo tanto, mi ha aiutato ad uscire dalla mia timidezza, a crescere anche nei contatti con i media».

E parole buone le spende anche per Pajac, in teoria colui che potrebbe sottrargli la maglia da titolare.

«Sono orgoglioso – dice Pieragnolo a chi glielo fa notare – di essere dopo Bardi il quarto per minutaggio nella Reggiana, non è vero che il fatto di essere al momento l’unico sulla fascia sinistra mi abbia tolto pressione, primo perché non sono l’unico, e poi perché quella c’è anche in allenamento, Marko mi spiega i movimenti, mi è vicino, prodigo di consigli, io debbo seguire lui come l’allenatore ed i compagni, sono sinceramente contento che ormai sia pronto al rientro dopo tutte le traversie che ha passato».

Se lo aspettava di avere così tanto spazio alla prima esperienza professionistica e come giudica sin qui il suo percorso?

«No, all’inizio ero un poco titubante, penso di essere cresciuto tanto, poi è ovvio che alti e bassi ci possono stare, è quasi inevitabile in un campionato difficile com’è questa serie B».

Cosa è cambiato in queste ultime due settimane con l’arrivo dei nuovi preparatori atletici?

«Abbiamo ridotto i carichi di lavoro a livello fisico, svolto sedute più corte ma intense per guadagnare in brillantezza».

Nel gioco di Nesta che parte dalla costruzione dal basso ci si ritrova?

«A dire il vero a me tocca marginalmente, di base difendiamo a 4 ed io faccio il terzino, poi in possesso di palla passiamo a 3, ma io a quel punto attacco la profondità, mi sgancio per essere servito sulla corsa, non partecipo più di tanto al giro palla».

Sabato con l’ Ascoli troverete un avversario dai principi diversi eun allenatore , per usare un eufemismo, tra i meno amati dal pubblico per via di quel Salernitana-Reggiana non disputato per covid…

«Andiamo con ordine: lo staff tecnico ci ha ragguagliato che sarà una battaglia, sappiamo che Castori è solito far giocare le sue squadre con lanci lunghi palla chiedendo a chi è davanti di sfruttare le seconde palle, e su questo fronte ci stiamo preparando. Quanto all’altra questione, quella del precedente nell’anno del Covid non ne so nulla, davvero nessuna percezione mi è arrivata su questo tema e per natura sono portate a prestare attenzione solamente alle questioni di campo».

C’è un aspetto che vorrebbe prendere ai giocatori che hanno il suo stesso ruolo?

«Direi la fisicità, la capacità di attaccare, di andare alla ricerca dell’uno contro uno».

Rimpianti per la scelta di Reggio?

«Assolutamente no, a parte il fatto che a Sassuolo avevo un fisioterapista reggiano e super tifoso granata, sin dall’inizio l’ho reputata la scelta migliore per il mio percorso di crescita mentale, tecnica, fisica e tattica, la differenza tra B e Primavera è enorme, anche come modo di giocare: là facevo il terzino, arrivavo raramente alla conclusione, ora al tiro vado più spesso».

Reggio come città le piace?

«Sì, anche se in verità esco poco, ma mi pare per dimensioni e modo di pensare della gente che sia molto simile a Modena e là mi sono trovato benissimo... sì, lo so – sembra quasi correggersi : che fra dieci giorni c’è il derby, è da agosto che sento parlare delle sfide con Parma e canarini. Ma come ho già detto, questo per me è soltanto calcio e il calcio si gioca sul campo».l