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L’analisi

Reggiana senza continuità

Wainer Magnani
Reggiana senza continuità

Da inizio anno l’andamento di Rozzio e compagni è altalenante Dopo il tonfo con la Ternana i granata sono chiamati a reagire

19 febbraio 2024
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Reggio Emilia L'episodio del clamoroso rigore non dato dall'arbitro Monaldi sull'evidente tocco di mano di Lucchesi non può nascondere la brutta prestazione della Reggiana. I granata contro la Ternana hanno steccato l'ennesima occasione per compiere un salto di qualità. È un “vizietto” che i granata hanno mostrato in altre occasioni e proprio su questo aspetto si deve puntare per ritrovare la vera Reggiana. Ogni volta che Rozzio e compagni hanno subito una sberla hanno sempre trovato la forza per reagire e dare il via a una striscia positiva di risultati. Il cammino della Reggiana in queste prime 25 partite è da montagne russe. Un diagramma che mostra un'incostanza cronica. I granata sono passati dal diciottesimo posto al decimo. Ciò che rassicura, è che dopo ogni debacle c'è sempre stato il riscatto. È stato così dopo la sconfitta interna col Palermo che ha visto i granata pareggiare a Parma e con la Cremonese per poi vincere a Cesena con lo Spezia, pareggiare col Pisa prima di crollare nuovamente al Liberati contro la Ternana. La Reggiana dovrà nuovamente tessere la tela: pari col Bari, vittoria col Venezia e a Piacenza con la Feralpisalò, poi pari col Lecco prima del secondo capitombolo a Cosenza. Una brutta botta che ha coinciso con il momento più difficile dei granata che hanno pagato col pareggio interno con l'Ascoli, poi la sconfitta nel derby a Modena, il pari col Brescia e il tracollo interno con la Sampdoria. Alla 17esima giornata i granata, per la prima volta, erano ai play out. Ciò nonostante, per la terza volta, la Reggiana ha saputo riscattarsi con una striscia positiva di sette partite (tre vittorie e quattro pareggi) e 13 punti in cassaforte. Ora, dopo la sberla subita contro la Ternana, la Reggiana è chiamata per la quarta volta a rialzare la testa. Lo deve fare sabato nella delicata trasferta di Brescia per poi giocare al meglio il turno infrasettimanale (27 febbraio) col Sudtirol per poi andare a giocare (3 marzo) al Del Duca un delicato spareggio salvezza con l'Ascoli. Le parole di Pierpaolo Bisoli rilasciate alla Gazzetta alla vigilia della sfida contro la Ternana riecheggiano: «Prima bisogna pensare alla salvezza, poi a tutto il resto». Dichiarazioni sensate da parte di un allenatore che conosce bene questa categoria ma del resto lo stesso Nesta non ha mai fatto voli pindarici e ha sempre guardato in faccia la realtà. Ora ne abbiamo piena consapevolezza: la Reggiana, a dispetto della classifica, deve pensare solo a raggiungere i 43 o 44 punti necessari per mantenere la serie B. Deve essere un pensiero costante non per il valore dell'organico ma perché è una squadra che ha dimostrato di avere nell'incostanza di prestazioni il suo tallone d'Achille. Se stacchi il cervello e ti ritrovi impantanato nei bassifondi della classifica è poi complicato doversi rimettere a testa bassa e pedalare per la salvezza. L'unica certezza è che questo gruppo ha un elevato senso di autocritica. Rozzio e compagni non si sono mai sottratti a una profonda analisi sugli errori commessi e non hanno mai trovato alibi alle pessime prestazioni. È un aspetto fondamentale per poter ritenere la sconfitta di sabato contro la Ternana un incidente di percorso, come hanno rimarcato il presidente Salerno e il tecnico Nesta ma al tempo stesso è fondamentale fare tesoro di questa ennesima lezione.