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Dall’Atletico Madrid alla Lazio: così Gioele Bosi, 16 anni, ha coronato il suo sogno

Wainer Magnani
Dall’Atletico Madrid alla Lazio: così Gioele Bosi, 16 anni, ha coronato il suo sogno

Da Guastalla ai Colchoneros fino alla nazionale Under 17 per il giovanissimo portiere reggiano

21 febbraio 2024
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Guastalla Dal Guastalla alla Lazio passando dal Corralejo, il Gran Canaria e l'Atletico Madrid. È il percorso calcistico fatto da Gioele Bosi, classe 2007, oggi portiere della Under 18 della Lazio ma guastallese doc. Un estremo difensore nazionale Under 17 che Angelo Fabiani, all’epoca responsabile del settore giovanile della Lazio e oggi ds dei biancocelesti, stima in modo particolare.

In Spagna, con un sogno

«Quando Gioele aveva sette anni – spiega la mamma Katy – con tutta la famiglia ci siamo trasferiti a Fuerteventura dove abbiamo aperto un ristorante pizzeria. Per noi è stata una scelta di vita dato che io e mio marito Luca volevamo provare una nuova esperienza. Gioiele aveva già iniziato a giocare a calcio nel Suzzara ma solo quando è passato al Borgovilla si è cimentato nel ruolo di portiere. Fin da piccolo, però, aveva l'idea di stare tra i pali tanto che un osservatore del Chievo Verona l'aveva visto e lo voleva tesserare per il club. Gioele aveva fatto anche un provino per loro ma poi a settembre abbiamo lasciato Guastalla e l’Italia».

La scelta di andare a Fuerteventura non ha tuttavia penalizzato la passione di Gioele.

«Voleva a tutti i costi giocare a calcio e ha continuato anche se a Fuerteventura non c’erano grandi società sportive. Nell’isola siamo rimasti due anni, poi ci siamo trasferiti, sempre per lavoro, a Gran Canaria dove Gioele ha proseguito il suo percorso nella cantera di quel club che era affiliato all’Atletico Madrid. Dopo pochi mesi Gioele è stato chiamato proprio dall'Atletico Madrid per fare un provino e abbiamo deciso di accettare il trasferimento come una vacanza a Madrid. Gioiele ha superato il provino e ci hanno proposto di inserirlo nel vivaio del club. Così abbiamo scelto di seguirlo a Madrid. In Spagna ci sono percorsi diversi rispetto all’Italia anche se più o meno si assomigliano».

Gioele subito ha partecipato ai campionati che possiamo definire “attività di base” poi è entrato in una squadra che partecipa ai campionati “agonistici”.

«Il calcio nell’isola lascia molto a desiderare – prosegue Katy – mentre a Madrid c'è una grande cultura sportiva, soprattutto sui giovani. Gioele è rimasto all’Atletico Madrid per cinque anni scalando i vari livelli. I dirigenti erano molto soddisfatti del rendimento di Gioiele tanto che quando aveva 15 anni gli hanno prospettato un contratto importante con un rimborso spesa e la possibilità anche di tornare spesso in Italia. Per motivi famigliari, però, siamo stati costretti a tornare in Italia. A Madrid siamo rimasti fino al 2022».

L’approdo alla Lazio

Nella vita professionale di Gioele Bosi spunta un altro personaggio molto importante e che i tifosi granata conoscono bene: Pietro Parente. L’ex tornante della Reggiana, oggi affermato procuratore, si prende cura di Gioele e lo propone alla Lazio.

«Una volta tornati in Italia – racconta la mamma – avevamo la necessità di trovare una squadra perché Gioiele aveva un sogno: indossare la maglia azzurra dell'Italia. Attraverso un amico conosciamo Pietro Parente e anche grazie all’avvocato Daniele Ferri riusciamo ad avere un contatto con la Lazio. Da quel momento tutto è stato semplice e ora Gioele è vincolato fino al 2026 con la Lazio e milita nell'Under 18 anche se è più giovane. A volte si allena anche con la Primavera di Stefano Sanderra ma soprattutto ha coronato il suo sogno di vestire l'Azzurro. A Novarello c'è stato un raduno delle selezioni Under 17 ed è stato convocato. Ha toccato il cielo con un dito e anche noi in famiglia eravamo molto orgogliosi».

Oggi mamma Katy, papa Luca e la sorella Martina sono tornati a Guastalla e seguono a distanza le gesta sportive di Gioele.

«Ci vediamo poco ma ci sentiamo spesso. È contento, vive a Formello assieme ad altri ragazzi e frequenta il secondo anno di Finanza e Marketing in un istituto professionale. Parla bene lo spagnolo, l'italiano e grazie a Pietro Parente ha un importante accordo con la Puma. Appena ci è possibile seguiamo le sue partite, in particolare quando gioca al Nord. Il calcio è la sua vita anche se non ha una squadra del cuore: era tifoso di Cristiano Ronaldo quando giocava nel Real Madrid. Carlo Ancelotti? Sappiamo chi è perché è delle nostre parti ma a Madrid non abbiamo mai avuto la possibilità di incontrarlo».

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