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Tarik Black: «Al servizio della Unahotels»

Linda Pigozzi
Tarik Black: «Al servizio della Unahotels»

Il nuovo centro pronto a dare una mano: «Parlando con Smith ho capito che Reggio Emilia è il posto giusto per me»

23 febbraio 2024
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Reggio Emilia A Reggio lo “mandano” Jamar Smith, Briante Weber e Langston Galloway, che non a caso si presenta super sorridente al Caffè Arti e Mestieri per assistere alla sua presentazione ufficiale.

Tarik Black, l’uomo chiamato per rendere più consistente la Unahotels in area, non nasconde di aver sposato la causa reggiana perché consigliato da un certo trio.

«Ho avuto modo di parlare con i ragazzi che già conoscevo: Jamar Smith è stato il primo a chiamarmi, quand poi ho saputo che anche Langston Galloway e Briante Weber giocavano qui, ho capito che questo era il posto giusto per me» ammette il 32enne, massiccio centrone di 206 centimetri ex Lakers e Rockets e tanto altro in giro per la vecchia Europa.

Con la maglia dei turchi del Bahcesehir College, aveva già avuto modo di incrociare la squadra reggiana e darle pure non pochi dolori.

«Mi ricordavo del valore e dell’ambizione di questo club dai tempi della finale di Fiba Europe Cup del 2022, dove ci siamo dati battaglia sul parquet» ammette.

Scansa subito ogni ombra sul suo stop. Dopo aver concluso la scorsa stagione con l’Olympiakos, con la quale ha giocato la finalissima di Eurolega persa poi contro lo stellare Real Madrid, si era messo in pausa. Il motivo?

«Lo stop è stato dettato soltanto da motivi familiari - tiene a chiarire - volevo restare accanto a mia moglie e assisterla perché era incinta. Tre mesi fa è nato il nostro terzo figlio, una bambina, e ora sono pronto a dimostrare tutto il mio valore. Sono pronto e allenato per scendere in campo da subito e aiutare la squadra. Ho ancora tanta voglia di divertirmi giocando a pallacanestro e desidero competere al più alto livello possibile. In questa prima fase mi sto impegnando per conoscere i miei compagni e comprendere quali siano le loro caratteristiche, così da poter capire come aiutarli. Sono a disposizione del coach per aiutare Reggio a vincere più partite possibili».

Il suo ruolo?

«Mi aiuterà il coach a capire cosa vuole che io faccia per la squadra. Ho parlato con Momo Faye e sono assolutamente disponibile ad aiutarlo nella sua crescita. Anche io a inizio carriera ho avuto modo di allenarmi e giocare con centri più esperti ed è stato molto importante per me» dice.

Fra i tanti campioni con cui ha giocato in carriera spicca il “reggiano” Kobe Bryant, anima e simbolo dei Lakers di cui Black ha fatto parte.

«Non ho conosciuto solo il giocatore, ma anche l’uomo. E so quanto talento avesse qualsiasi cosa facesse. Quando ha chiuso la carriera cestistica, tutti poi si sono accorti del suo valore - spiega -. Non penso che sia un caso se il giorno in cui è stata inaugurata la statua di Kobe allo Staples Center di Los Angeles, io abbia firmato il contratto con la Pallacanestro Reggiana, il club nel quale aveva giocato da ragazzino».

Termina la conferenza e Tarik Black si mette subito scherzare con Langston Galloway che, in religioso silenzio, aveva seguito con attenzione tutte le parole del suo nuovo compagno.

Se doveva arrivare un segnale che Tarik Black è l’uomo giusto per la Unahotels, ecco, è questo.l