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«Per riuscire a battere il Venezia la Reggiana deve mettere paura»

Wainer Magnani
«Per riuscire a battere il Venezia la Reggiana deve mettere paura»

Il doppio ex Beppe Accardi fa le carte alla sfida di Pasquetta allo stadio Penzo. «La squadra granata non ha niente da perdere e può giocarsela alla pari»

27 marzo 2024
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Reggio Emilia Giuseppe Accardi, oggi conosciuto e stimato procuratore, è uno dei tanti doppi ex di Venezia-Reggiana.

«Sarà una bella partita - dice - perché il Venezia di Vanoli è una squadra concreta, solida, sostanziosa, ha fisicità ma la Reggiana in trasferta sa fare male».

I numeri danno il Venezia favorito dato che al “Penzo” ha conquistato 33 punti rispetto ai 24 in trasferta.

«È vero ma la Reggiana è una squadra che difende bene e non a caso è la quarta miglior difesa del campionato e poi negli spazi è micidiale. Nesta ha dato un'organizzazione difensiva quasi perfetta».

Il pericolo numero uno è il bomber Pohjanpaolo?

«È micidiale perché quando meno te l'aspetti ci mette lo zampino. Pohjanpalo è il capocannoniere della B con 17 gol ma ciò che mi ha impressionato è la sua capacità di trovare sempre lo spiraglio giusto per punire le difese. Rozzio e compagni avranno un duro lavoro e dovranno stare sempre molto vigili perché è veramente un bomber che s'inventa il gol in modo incredibile».

L’ultima sconfitta interna del Venezia risale il 16 dicembre contro il Sudtirol.

«Che sia un avversario difficile da affrontare è banale dirlo, però anche il Venezia ha dei punti deboli: soffre se si va ad attaccare alto, se la si pressa in tutte le zone del campo va in difficoltà. E questo deve fare la Reggiana, un po’ come è stato al Ceravolo con il Catanzaro: pressione, duelli uomo contro uomo, organizzazione difensiva e ripartenze. Al Venezia si deve fare paura fin dai primi minuti».

In effetti il Venezia qualcosa concede, vedi i 20 gol subiti al Penzo.

«I granata dovranno essere bravi a colpire nel momento giusto, a sfruttare le occasioni, che sapranno costruire, anche fossero poche. Poi c'è un aspetto che depone a favore dei ragazzi di Nesta».

Quale?

«La Reggiana non ha niente da perdere. Gioca in casa della seconda in classifica e ha un margine di punti sulla zona pericolosa che le consente di giocare senza patemi. Sono certo che i granata se la giocheranno alla pari».

Come spiega il fatto che la Reggiana non sa vincere al Città del Tricolore?

«Semplice: è una squadra che non sa comandare il gioco. La Reggiana è costruita per “difendere e ripartire” e in trasferta lo fa molto bene. In casa fa più fatica e gli avversari lo sanno, per questo la vittoria è diventata un’ossessione. In sintesi è una squadra che difende bene ma non riesce a fare la partita. Ciò non toglie che ha buoni giocatori».

Quale ritiene sia la quota salvezza?

«Mi sbaglierò ma quest'anno sarà necessario arrivare a 45 o forse anche 46 punti».

Perché?

«Le squadre che sono nelle ultime cinque posizioni, a parte il Lecco per motivi legati alla proprietà, si sentono ancora in gioco, non mollano e fanno punti: la Ternana batte il Cosenza, l'Ascoli vince col Lecco».

Chi rischia?

«Vedo male il Modena che lunedì avrà lo scontro diretto col Bari, potenzialmente decisivo».

E la Reggiana?

«Nesta ha dato sicurezza e autorevolezza alla squadra perché è vero che ha vinto poco ma ha anche perso solo 7 partite. I pareggi, anche se sono 16, fanno classifica».

Il calendario inciderà?

«In queste ultime otto partite contano molto le motivazioni, lo stato di salute del gruppo e anche un briciolo di fortuna negli episodi».

Dei suoi trascorsi alla Reggiana sappiamo tutto ma dell’esperienza al Venezia quali ricordi conserva?

«Avevo lasciato la Reggiana a malincuore, a Venezia sono andato perché mi aveva chiamato il tecnico Gigi Maifredi ma non ho avuto le stesso soddisfazioni avute in granata».l