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«Dagli Europei e dalle Olimpiadi mi aspetto divertimento e stupore»

Antonella Scutiero
«Dagli Europei e dalle Olimpiadi mi aspetto divertimento e stupore»

La velocista rubierese Zaynab Dosso in vista degli impegni estivi

01 aprile 2024
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Rubiera Dall'inizio del 2024 ha migliorato tre volte il primato italiano dei 60 indoor fino a 7.02, conquistando il bronzo ai recenti Mondiali di Glasgow.

Ma a 24 anni ha in bacheca anche il primato nazionale sui 100 metri in 11.14 a Budapest lo scorso anno e quello nella staffetta 4x100, 42.12.

E ora, con Europei e Olimpiadi all'orizzonte?

«Mi aspetto tanto divertimento e tanto stupore» racconta Zaynab Dosso, atleta delle Fiamme Azzurre nata in Costa d'Avorio, arrivata nel 2009 in Italia, a Rubiera, dal 2021 a Roma sotto la guida di Giorgio Frinolli.

Il suo inizio di stagione è stato pazzesco.

«Breve ma intenso. Mi ha dato più fiducia, più voglia di fare cose nuove, di capire quanto posso allungare questa accelerazione sui 100 metri».

Sta lavorando su qualcosa in particolare?

«No, non dobbiamo cambiare niente, dobbiamo mantenere questa condizione ed esordire sui 100 metri in vista dell'estate con gli Europei e le Olimpiadi».

Arriverà a questi due appuntamenti da primatista italiana sui 60 metri, sui 100 e nella staffetta.

«Ne sono fiera ma allo stesso tempo sono consapevole che è un percorso, non il mio limite. Il mondo corre, e io voglio andare fuori, confrontarmi con tutte».

C'è un'atleta in particolare con cui si confronta?

«Ce ne sono tante, perché ogni gara è diversa, la velocità è una specialità imprevedibile, magari una dà il 100% ma quella che non ti aspetti quel giorno dà il 200%».

E una che invece ammiri?

«Sicuramente Shelly Ann Fraser-Pryce, una donna, una mamma che riesce ancora a correre come quando aveva 18 anni, sono vent'anni che è a livelli altissimi, nonostante tanti infortuni».

Anche lei di infortuni ne sai qualcosa, l'anno scorso è stato particolarmente duro. Come ha affrontato quei momenti?

«Mi ha aiutato essermi trasferita a Roma, dove davvero sei seguita al 100%. Da un paio d'anni mi segue anche uno psicologo e anche il mio allenatore mi ha aiutato tanto, lui essendo un ex atleta sa bene come ci si sente. Quando mi facevo male mi faceva andare lo stesso al campo il giorno dopo, sarebbe stato facile rimanere a casa a piangere, invece mi ha spinto a reagire. Ho subito tre infortuni lo scorso anno, fanno parte del gioco ma non così tanti, ho imparato a reagire».

Magari però sono stati anche l'occasione per lavorare su qualcosa in particolare.

«Proprio così, se sono migliorata tantissimo è proprio penso perché ho lavorato tanto sulla tecnica, che è una cosa che puoi fare a basso impatto. Avevo tanto tempo per farlo e l'ho messo a frutto».

Come si trova a Roma?

«In parte per me è come essere tornata in Costa D'Avorio, come lì qui va tutto a mille, c'è tanta frenesia, a Rubiera invece era tutto più tranquillo».

Rubiera le manca?

«Mi manca troppo. Ma inizio a fare paragoni, quando sono lì magari ho voglia di tornare a Roma, mi sono ambientata bene. Certo, a Rubiera ho la famiglia, gli amici».

E la Costa d'Avorio?

«Tanto. Spero di poterci tornare dopo i mille giri di quest'anno, dopo le Olimpiadi di Parigi».

All’atletica come è arrivata?

«Tramite la scuola, in prima media. Ero brava in tutti gli sport, avevo vinto gli studenteschi nel salto in lungo. Ma a Rubiera non avevo tanti amici, passavo il mio tempo tra scuola e casa, allora la professoressa mi spinse a provare l'atletica. Volevo fare salto in lungo o ostacoli, ma gli ostacoli non venivano e sul salto in lungo c'era già una mia amica che gareggiava, allora mi sono buttata sulla velocità».

Cosa prova oggi sui blocchi dei cento metri?

«Tanto orgoglio, penso a tutto il lavoro fatto, il sacrificio per trasferirmi qua a Roma a spese mie, il primo anno è stato difficile, e poi tutta la fatica, gli allenamenti duri, penso a tutto il mio sforzo».

Cosa si aspetta da questa estate?

«Tanto divertimento e tanto stupore. Non dico niente prima, non dico niente dopo, anche per l’indoor è stato così. Sono i risultati a parlare di noi».l