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Esplode la rabbia dei tifosi della Reggiana: «È l’ultima volta che parliamo: date tutto per la salvezza»

Nicolò Valli
Esplode la rabbia dei tifosi della Reggiana: «È l’ultima volta che parliamo: date tutto per la salvezza»

Oltre 400 supporter hanno aspettato la squadra dopo la sconfitta

21 aprile 2024
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Reggio Emilia Hanno portato pazienza con il Cittadella, vedendo il ko come l’ennesimo passo falso casalingo. Hanno riposto mestamente gli striscioni e tornati a Reggio, dopo il clamoroso tonfo di Lecco in cui i loro beniamini non hanno di fatto tirato verso la porta avversaria. Stavolta, dopo i quattro gol presi nella loro casa, hanno però detto basta. Il tifo granata si è fatto decisamente sentire al fischio finale della pesantissima sconfitta interna col Cosenza. Un ko che non lascia molto spazio all’interpretazione e che complica i piani in classifica di Rozzio e compagni. Il malumore, in realtà, era già venuto fuori nel primo tempo, con la Reggiana sotto di due reti e incapace di una vera reazione: palloni persi, poca incisività davanti e disattenzioni difensive. La bordata di fischi all’intervallo è stata solo l’antipasto di quello che è successo al fischio finale.

«Colpa mia»

Ha fatto scalpore, considerato anche il peso specifico del personaggio, vedere Alessandro Nesta davanti a tutti a chiedere scusa alla tifoseria imbufalita. L’allenatore può anche avere degli albi, legati all’assenza di giocatori imprescindibili o alla qualità (alquanto limitata) in certi reparti, ma non può essere esente da colpe per le ultime prestazioni della sua formazione. Nesta ha accettato le critiche, le offese e l’invito ad andarsene. Dietro di lui il resto della squadra, a partire dai senatori come il capitano Rozzio e il vice Cigarini. Al mesto ritorno negli spogliatoi, la protesta si è spostata di qualche metro.

«Onorate la maglia»

Erano in oltre 400 sotto la tribuna centrale, guardati a vista dalle camionette dei carabinieri pronti a intervenire nel caso in cui la situazione fosse degenerata. L’obiettivo era chiaro e non prevedeva un’ulteriore contestazione, quanto invece incontrare una delegazione della squadra per provare a dare una scossa. Dopo qualche minuto, davanti al cancello, si sono presentati lo stesso Nesta, i dirigenti e i giocatori più esperti: da Bardi (infortunato) a Kabashi, oltre ai già citati Rozzio e Cigarini. «Noi vogliamo che questa sia l’ultima volta in cui veniamo qui a contestarvi – il senso del discorso del capo ultrà – avrete a breve due derby in cui potervi riscattare, onorando la maglia e conquistando la salvezza che è quello che ora conta».

Al discorso ha replicato lo stesso Nesta, garantendo il massimo dell’impegno da qui alla fine della stagione. Un confronto duro ma leale, che ha ricordato per certi frangenti quanto avvenne lo scorso anno dopo la gara con la Recanatese. La serie B, allora, stava sfuggendo di mano ma la rabbia dei tifosi fu placata pochi giorni dopo dal controsorpasso alla Virtus Entella.

Il quadriumvirato

Mentre i sostenitori lentamente abbandonavano il piazzale dello stadio, nei pressi degli spogliatoi c’è stato un altro confronto, questa volta dai toni ben diversi. I protagonisti? Ancora lui, il mister Alessandro Nesta, oltre al direttore sportivo Goretti, al presidente Salerno e al dg Cattani. Uno scambio di pareri per analizzare i motivi di questa condizione psicofisica deficitaria della Reggiana, cercando di capire cosa non va. «Se ci sarà un confronto duro lo avremo, poi ripartiremo cercando di conquistare i punti che mancano alla permanenza in cadetteria» ha affermato l’allenatore nel post gara, unica voce a fronte di un silenzio generale da parte della dirigenza.

La trasferta di Palermo è dietro l’angolo: sarà una settimana lunga, lunghissima prima di scendere in campo al Barbera, ma come si usa dire, «quando tocchi il fondo puoi solo risalire». Almeno è quello che si augura il popolo reggiano.