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L’intervista

Reggiana, Nesta pronto a restare: «Cittadella e Catanzaro gli esempi da seguire»

Luigi Cocconcelli
Reggiana, Nesta pronto a restare: «Cittadella e Catanzaro gli esempi da seguire»

Alla vigilia di un confronto con i soci e con il ds Goretti l’allenatore granata lascia intendere che la A può aspettare

15 maggio 2024
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Reggio Emilia La serie A può attendere. Alessandro Nesta apre alla Reggiana, alla sua permanenza in granata. Qua, anche se la città l’ha vissuta poco, si è trovato bene. A suo agio. Con la proprietà, i tifosi, l’ambiente. Certo, non nega che qualche interessamento c’è stato, qualcuno che si è fatto avanti c’è, che il sogno di chiunque faccia il suo mestiere, anche in eccellenza, è di arrivare un giorno ad allenare in A. Ma senza fretta e senza che diventi un’ossessione.

A breve Nesta ha in programma un incontro con Goretti e la dirigenza per fare il punto, verificare se ci siano i presupposti per andare avanti assieme. Non è ancora stata fissata una data, ma è questione di giorni. Prima che il tecnico parta per le vacanze, per un viaggio in Giappone con la famiglia . Famiglia che ha intenzione di riportare a vivere in Italia, «perché – dice – Miami non è più la città di quando mi sono trasferito, tutta natura, adesso in giro c’è troppa delinquenza, violenza, per le strade gira l’esercito, mica un bel posto per far crescere i figli».

Ma cosa chiederà Nesta per rispettare il contratto, il rinnovo scattato automaticamente con la salvezza?

«Continuità del progetto. Dipende da dove e come si riparte, sono cosciente di non poter chiedere un budget per alzare l’asticella sino a lottare per i primi posti, so perfettamente che le punte di valore costano, tuttavia vorrei una squadra con una sua precisa identità, che voglia crescere aggiungendo ogni anno qualche tassello ad un’intelaiatura di base e collaudata».

In questo, probabilmente, lo scoglio è rappresentato dai prestiti: Marcandalli, Bianco, Pieragnolo, Portanova, tra i migliori, sono destinati a tornare alla casa madre…

«Sì ma qualcuno potrebbe rimanere e poi ci sono già elementi validi, su cui costruire, dare continuità». Come dire che forse chiederà di non cedere alcuni pezzi pregiati, come Girma o Kabashi.

Quanto al consolidamento societario, Nesta ha in mente un modello preciso. Anzi, due.

«Il Cittadella – osserva – anche se in una realtà diversa dalla nostra, da anni dimostra come si possa fare bene senza grandi risorse mantenendo il grosso della squadra. E pure il Catanzaro è un progetto interessante, dove ogni anno si inserisce qualcosa in più».

La Reggiana era partita con un modulo, poi strada facendo è stata brava ad adeguarsi alle caratteristiche, per il futuro che idea ha?

«Per fare il 4-3-3 ci servivano 4 ali e sul mercato non siamo riusciti a prenderle, quello con cui abbiamo finito mi piace, l’importante è avere giocatori funzionali, due per ruolo ed una rosa al completo, negli ultimi mesi ci siano trovati con pochi difensori, pochi centrocampisti e tanti attaccanti, difficile in quelle condizioni sperimentare...».

Quanto c’è di Nesta nella crescita di Marcandalli, Bianco e Pieragnolo?

«C’è, ma sono stati bravo loro, a dare disponibilità, metterci qualità e dedizione. Marcandalli mi ha colpito subito, è un cavallo di razza, è cresciuto e migliorato ancora negli ultimi 2 mesi, ha eliminato certi errori, Bianco ha una grande personalità, ma tutta la squadra è cresciuta tanto».

A proposito di giovani, il prossimo campionato i soldi per il minutaggio si avranno solo per gli under 21, quindi è fondamentale arrivare prima a prendere i migliori. Avete già stilata una lista?

«Sono problemi di Goretti, a me del minutaggio frega niente, i nostri hanno giocato perché bravi , non per ragioni anagrafiche ed economiche».

Un giudizio sulla stagione di Portanova?

«Positivo. Ha avuto alti e bassi, ma è forte, ha numeri da categoria superiore, diventa difficile trovargli tatticamente una posizione e fargliela tenere perché è un giocatore istintivo, va di qua e di là, ma soprattutto, al di là delle sue vicissitudini ed a differenza di quel che si possa pensare è un ragazzo buono».

Dove è migliorato Nesta come allenatore?

«Direi nel mantenere la calma anche nei momenti meno positivi, nel fare dell’armonia un valore aggiunto, nel capire e comprendere i giocatori».

L’errore più grosso che si rimprovera?

«Aver all’inizio sottovalutato alcuni giocatori, Rozzio e Libutti in primis». l