Reggiana, Rozzio dice sì al Nesta-bis
Il capitano granata non ha dubbi: «Deve restare per dare continuità al progetto»
Reggio Emilia In un mondo del calcio pieno di cambiamenti dove l’incertezza spesso la fa da padrona, in casa granata un punto fermo c’è e si chiama Paolo Rozzio. Sbarcato a Reggio nell’estate del 2016, il centrale classe ’92 si appresta a vivere la nona stagione nella Città del Tricolore e a tagliare il traguardo delle 200 presenze in granata. Nel campionato che si è appena concluso il capitano della Regia ha raggiunto il punto più alto da calciatore professionista, ma guai a chiedergli se si sente alla fine del percorso. Anzi, il bello deve ancora venire.
«È stata un’annata intensa e positiva – ha sottolineato Rozzio prima del brindisi assieme ai compagni lunedì sera dal Caffè Arti e Mestieri – Credo sia stata la mia miglior stagione da quando gioco per la Reggiana: sono felice di aver lottato per vincere un campionato ma farlo per salvarsi è altrettanto bello e sono contento di esserci riuscito. Il ricordo più bello sicuramente è il gol segnato a Palermo, un gesto dettato dall’istinto e dalla follia. Ricorderò anche le tre settimane precedenti fatte di momenti difficili ma che hanno unito il gruppo».
L’essere riuscito a far cambiare idea a mister Nesta la inorgoglisce?
«Assolutamente. Non sempre si può piacere a un allenatore e sono contento di avere infuso in lui la fiducia che mancava a inizio stagione. Stiamo parlando di un tecnico che è anche stato uno dei difensori più importanti al mondo…».
Il dispiacere per non avere chiuso in casa contro il Parma è ancora tanto?
«Parecchio, ma il derby l’avevo già disputato invece avrei rosicato di più se non fossi riuscito a giocare a Genova contro la Sampdoria. Entrare a Marassi davanti a 30mila spettatori dopo averlo visto solo in TV mi ha fatto venire i brividi e mi ha fatto sentire un giocatore di Serie A. Poi c’è un’altra cosa…».
Prego.
«A Marassi sono riuscito a riportare mio padre allo stadio dopo tanto tempo. Vederlo sugli spalti prima della partita mi ha fatto commuovere ed è un ricordo che porterò con me e condividerò sicuramente con le mie figlie». Nel 2021 una retrocessione al “Città del Tricolore” nel derby contro la Spal, tre anni dopo sullo stesso campo è arrivata la salvezza battendo il Modena: è un cerchio che si chiude? «Quando sarà il momento di chiudere il cerchio lo farò, ma ho ancora tanto da dare alla Reggiana. Mi sento un reggiano acquisito e nel futuro vedo solo il colore granata. E non mi accontento della salvezza…».
È arrivato il momento di alzare l’asticella?
«Giocare due campionati di fila in Serie B vuol già dire alzare l’asticella, quindi non vedo perché non dovremmo provare a disputare una stagione più tranquilla. Questa deve essere la base per provare a portare in futuro la Reggiana in Serie A. Riconfermarsi è il primo step per crescere ancora».
Per continuare a crescere sarebbe opportuno ripartire da Nesta?
«Sì, spero che si possa dare continuità a quanto iniziato e credo che anche per la carriera del mister sia giusto restare a Reggio. Insieme a lui abbiamo vissuto momenti belli e anche di sofferenza, adesso conosce l’ambiente e gran parte dei giocatori».
Il futuro di Marcandalli e Bianco dove pensa che sarà?
«Me lo immagino in Serie A. Ho avuto la fortuna di avere come compagni dei ragazzi giovani e bravi sotto tutti i punti di vista, intelligenti soprattutto nell’ascoltare i consigli dei più grandi. Sono giocatori che già quest’anno hanno dimostrato di avere continuità e rendimento importanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA