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Reggiana, Rozzio dice sì al Nesta-bis

Gian Marco Regnani
Reggiana, Rozzio dice sì al Nesta-bis

Il capitano granata non ha dubbi: «Deve restare per dare continuità al progetto»

17 maggio 2024
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Reggio Emilia In un mondo del calcio pieno di cambiamenti dove l’incertezza spesso la fa da padrona, in casa granata un punto fermo c’è e si chiama Paolo Rozzio. Sbarcato a Reggio nell’estate del 2016, il centrale classe ’92 si appresta a vivere la nona stagione nella Città del Tricolore e a tagliare il traguardo delle 200 presenze in granata. Nel campionato che si è appena concluso il capitano della Regia ha raggiunto il punto più alto da calciatore professionista, ma guai a chiedergli se si sente alla fine del percorso. Anzi, il bello deve ancora venire.

«È stata un’annata intensa e positiva – ha sottolineato Rozzio prima del brindisi assieme ai compagni lunedì sera dal Caffè Arti e Mestieri – Credo sia stata la mia miglior stagione da quando gioco per la Reggiana: sono felice di aver lottato per vincere un campionato ma farlo per salvarsi è altrettanto bello e sono contento di esserci riuscito. Il ricordo più bello sicuramente è il gol segnato a Palermo, un gesto dettato dall’istinto e dalla follia. Ricorderò anche le tre settimane precedenti fatte di momenti difficili ma che hanno unito il gruppo».

L’essere riuscito a far cambiare idea a mister Nesta la inorgoglisce?

«Assolutamente. Non sempre si può piacere a un allenatore e sono contento di avere infuso in lui la fiducia che mancava a inizio stagione. Stiamo parlando di un tecnico che è anche stato uno dei difensori più importanti al mondo…».

Il dispiacere per non avere chiuso in casa contro il Parma è ancora tanto?

«Parecchio, ma il derby l’avevo già disputato invece avrei rosicato di più se non fossi riuscito a giocare a Genova contro la Sampdoria. Entrare a Marassi davanti a 30mila spettatori dopo averlo visto solo in TV mi ha fatto venire i brividi e mi ha fatto sentire un giocatore di Serie A. Poi c’è un’altra cosa…».

Prego.

«A Marassi sono riuscito a riportare mio padre allo stadio dopo tanto tempo. Vederlo sugli spalti prima della partita mi ha fatto commuovere ed è un ricordo che porterò con me e condividerò sicuramente con le mie figlie». Nel 2021 una retrocessione al “Città del Tricolore” nel derby contro la Spal, tre anni dopo sullo stesso campo è arrivata la salvezza battendo il Modena: è un cerchio che si chiude? «Quando sarà il momento di chiudere il cerchio lo farò, ma ho ancora tanto da dare alla Reggiana. Mi sento un reggiano acquisito e nel futuro vedo solo il colore granata. E non mi accontento della salvezza…».

È arrivato il momento di alzare l’asticella?

«Giocare due campionati di fila in Serie B vuol già dire alzare l’asticella, quindi non vedo perché non dovremmo provare a disputare una stagione più tranquilla. Questa deve essere la base per provare a portare in futuro la Reggiana in Serie A. Riconfermarsi è il primo step per crescere ancora».

Per continuare a crescere sarebbe opportuno ripartire da Nesta?

«Sì, spero che si possa dare continuità a quanto iniziato e credo che anche per la carriera del mister sia giusto restare a Reggio. Insieme a lui abbiamo vissuto momenti belli e anche di sofferenza, adesso conosce l’ambiente e gran parte dei giocatori».

Il futuro di Marcandalli e Bianco dove pensa che sarà?

«Me lo immagino in Serie A. Ho avuto la fortuna di avere come compagni dei ragazzi giovani e bravi sotto tutti i punti di vista, intelligenti soprattutto nell’ascoltare i consigli dei più grandi. Sono giocatori che già quest’anno hanno dimostrato di avere continuità e rendimento importanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA