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«Il mio futuro? Ora penso solo a crescere»

Adriano Arati
«Il mio futuro? Ora penso solo a crescere»

Non vuole sbilanciarsi Momo Faye, centro della Unahotels

26 maggio 2024
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Reggio Emilia «Penso solo a crescere ancora, a lavorare, ho voglia di fare sempre di più, non penso ad altro».

Parole che potrebbero quasi far paura, quelle di Momo Faye nel suo congedo alla stagione, pensando a quanto sia già oggi sia in grado di incidere ad alto livello grazie a una fisicità e a un atletismo strabordanti. Sono anche parole che, comprensibilmente, non rivelano nulla sul suo futuro a breve termine.

Il 19enne lungo senegalese è sotto contratto con Reggio sino al 30 giugno 2026 e nel 2024 non sono previste clausole d’uscita. Il suo potenziale e il suo rendimento concreto hanno però attirato l’attenzione di mezza Europa e di diversi osservatori Nba ed è impossibile dire se qualcuno vorrà, nei prossimi mesi, tentare un assalto immediato. O se, come si spera in casa reggiana, almeno per un’altra stagione il centro resterà in maglia biancorossa, ancora più perno del nuovo percorso avviato nell’estate 2023.

Di certo, Faye è uno dei simboli della rinascita reggiana. Col suo sorriso e lo sguardo da ragazzino innestati su un corpo che ricorda davvero le proporzioni dell’architettura classica, con la timidezza e la gentilezza verso i tifosi. E con quanto fatto vedere in campo. Dall’arrivo di Tarik Black a marzo, Reggio ha avuto una coppia di centri capace di giocarsela alla pari con chiunque, corazzate da Eurolega incluse. La grande pecca, che lo rende bersaglio di tanti falli, è la mira dalla lunetta, su cui c’è tempo per migliorare. Per il resto, tutto cresce, in particolare movimenti offensivi e tempi degli aiuti.

Un altro segnale delle infinite doti di un ragazzo scoperto da Menozzi durante un tour di osservazione in Senegal, portato in Italia nel 2019 e rimasto invischiato nelle pause per il Covid che gli hanno tolto, con ogni probabilità, la possibilità di essere impiegato da italiano. Nelle giovanili ha dominato, già nel 2022 nelle amichevoli con la prima squadra ha fatto bene e l’anno scorso la società ha deciso per il grande salto, tesserandolo come straniero. Da settembre, poi, ha avuto un impiego costante, spesso in quintetto, giocando tutte le 30 gare e chiudendo a 7. 9 punti e 4. 9 rimbalzi in 18. 4’di utilizzo media conditi da 1. 2 stoppate e il 62. 6% da due.

«È stata davvero una bellissima annata, sono molto contento e soprattutto sono stato fortunato» ammette.

Perché fortunato?

«Perché mi sono ritrovato in una squadra in cui tutti mi hanno aiutato, mi sono stati vicini e mi hanno seguito per farmi crescere. Erano tutti come fratelli per me».

Un bel vantaggio?

«Sì. Questo gruppo mi ha aiutato molto per crescere, ho imparato tante cose. Tutta la squadra ha sempre creduto in me, così come il coach e lo staff. Con questa fiducia è stato tutto bello, ed è stato tutto più facile».

Da marzo ha avuto un mentore d’eccezione, Tarik Black. Quanto ha inciso?

«Tarik mi ha aiutato molto sia in campo sia fuori. Mi ha parlato tanto, da lui c’è da imparare moltissimo, ha giocato ad alto livello, nella Nba e in Eurolega. È stato prezioso. E non è l’unico ad essermi stato così vicino».

A chi altro pensa?

«A Darion Atkins. Nella prima parte della stagione non c’era Black, Darion giocava da centro come me e anche lui mi ha aiutato molto, mi ha dato tante indicazioni e mi ha sempre seguito».

A Reggio come sta?

«Sto molto bene, ho tanti amici, i ragazzi delle giovanili con cui ho giocato, poi il pubblico e i tifosi sono fantastici, adesso mi riconoscono spesso e mi fermano, sono sempre sorridenti».

Questo è ciò che è stato. E il futuro cosa porta?

«Il futuro? Penso solo a lavorare, solo a crescere, ad avere ancora più fame e più motivazioni, devo sempre aver voglia di fare meglio. Non ho altri obiettivi per adesso, solo questo. So che devo migliorare ancora tanto, in tanti aspetti del gioco».