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La Unahotels torna in Europa, il club valuta le opzioni

Adriano Arati
La Unahotels torna in Europa, il club valuta le opzioni

In questi giorni si decide la strategia per le Coppe

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Reggio Emilia È aperta la porta che conduce la Unahotels in Europa.

La Pallacanestro Reggiana deve ancora decidere piani, economici e tecnici, e prospettive per la prossima stagione, uno dei nodi cruciali è quello legato alla partecipazione a una competizione europea. Da un punto di vista formale, la potenziale iscrizione è praticamente garantita, se si parla della Fiba Basketball Champions League, la Bcl, la principale coppa in ambito Fiba (Eurolega ed Eurocup sono invece emanazioni dell’Euroleague).

La Bcl prevede l’accesso in base al merito sportivo dell’annata precedente e per l’Italia sono sicure del posto due squadre. E uno, se lo vorrà, potrebbe essere di Reggio.

Delle semifinaliste, tre saranno impegnate altrove: l’Olimpia Milano è certa dell’Eurolega; la Virtus Bologna dovrebbe restare anch’essa in Eurolega (il dubbio è con Valencia) o nella peggiore delle ipotesi farà l’Eurocup per riprovare l’assalto all’Eurolega; Venezia è titolare di una licenza pluriennale in Eurocup.

In ordine di classifica, davanti a Reggio vi è solo Brescia, che sicuramente vuol tornare in coppa e valuterà con attenzione se provare l’Eurocup o la Bcl. Tra le quattro squadre eliminate ai quarti di finale, la meglio piazzata è la Unahotels, quinta al termine della stagione regolare. Seguendo l’ordine di merito, quindi, i biancorossi potrebbero sicuramente iscriversi alla Bcl.

La certezza al riguardo è arrivata con la sconfitta di Tortona contro la Virtus ai quarti di finale.

Se i piemontesi fossero giunti sino alla semifinale, la graduatoria di rendimento li avrebbe visti davanti a Reggio. In quel caso, la Unahotels avrebbe potuto tentare l’assalto alla Bcl passando dai Q-Round, le fasi eliminatorie di fine settembre, a cui invece adesso potrebbe essere costretta la stessa Tortona (ha una licenza pluriennale con la Fiba, subordinata però al rendimento sul campo) .

E le altre italiane?

Pistoia potrebbe chiedere una chiamata per i Q-Round o puntare direttamente sulla seconda coppa Fiba, la Europe Cup; a oggi appare un’ipotesi poco probabile, la nuova proprietà statunitense parrebbe intenzionata a non disputare alcuna competizione per assestarsi prima in Italia. La stessa politica tenuta negli anni scorsi da Tortona.

Trento, settima, ha un rapporto decennale con Eurocup e sarebbe una delle favorite per una wild card con cui disputare ancora una volta competizione.

Tra le formazioni non qualificate ai playoff, potrebbero avere ambizioni legate alle coppe Bcl sia Sassari sia Varese, ma per loro occorrerà attendere le scelte delle società meglio piazzate.

Per la Pallacanestro Reggiana, invece, la questione è ben diversa.

La possibilità è certa, la volontà andrà definita o meno.

Le riflessioni sono molte, da un lato una coppa porta prestigio e capacità attrattiva verso elementi in rampa di lancio, dall’altro richiede uno sforzo notevole, tra viaggi e partite supplementari, che spesso viene pagato in campionato.

Non a caso due delle squadre più brillanti della Serie A, Reggio e Brescia, non avevano questo impegno, mentre la Unahotels che dodici mesi fa ha sfiorato la retrocessione ha pagato, oltre a molto altro, anche il dispendio causato dalla Bcl.

Anche la questione economica incide, comprensibilmente. La Bcl prevede buoni rientri in base ai risultati, certo. Per essere affrontata al meglio richiede però l’allestimento di una rosa più profonda, con costi maggiori a cui aggiungere quelli delle trasferte. Discorso simile per l’Eurocup.

Società e dirigenza ragioneranno su tutti gli aspetti. Pallacanestro Reggiana ha da sempre ambizioni europee, il salto di qualità nel decennio scorso arrivò con la vittoria dell’Eurochallenge, e tra i picchi societari vi sono la semifinale di Eurocup e la finale persa due anni fa di Europe Cup.

In una prospettiva di crescita verso l’alto, la coppa diventa un passaggio inevitabile. Sui tempi però si può ragionare. E pure sul mercato la visione è ambivalente.

Per un giovane in rampa di lancio come Faye o per stranieri nel pieno della carriera, la competizione continentale è uno stimolo e una vetrina.

Per i veterani alla Smith, e forse pure alla Galloway e alla Black, può diventare un limite, con il logorio che comporta e il poco tempo a disposizione delle famiglie rispetto alla cadenza settimanale della sola Serie A. Tutto potrà incidere.